Deboli voci di corridoio riportano che questo sia un numero speciale, ed è allora indispensabile raddoppiare racconti ed entusiasmo, tanto che chi vorrà vincere l’abbonamento semestrale alla rivista dovrà risolvere ben cinque problemi.
Occasioni per festeggiare ce ne sono a bizzeffe, a volerle cercare: ad esempio, il numero dei pianeti è diventato talmente elastico e arrendevole da poter contentare sia i partigiani della teoria “Otto pianeti bastano”, sia quelli del “Finalmente siamo in Dodici (o forse più)”.
Dobbiamo però riconoscere che questa suddivisione dei pianeti non è piaciuta a tutti; e non solo per la proliferazione dei ermini (“Nano sarà lei” sembra essere stato l’insulto più diffuso nei corridoi praghesi, questa estate); i ragazzi delle medie, ad esempio, non hanno fatto in tempo a rallegrarsi di poter dimenticare Plutone che si sono subito accorti che anziché un pianeta in meno, gli sarebbe toccato studiarne almeno tré in più (nani o meno).
In realtà, la sola cosa che realmente diverte in questo bailamme nomenclaturale è l’affannoso lavorio degli astrologi (che già tanta fatica avevano fatto dopo il 1930 per inserire Plutone nei temi astrali) per cercare di mantenere coerenti i loro “studi” avendo a che fare con astronomi che gli cambiano continuamente le carte in tavola!
Comunque, conoscete il Grand Tour, classica ambientazione fantascientifica che consiste nel giro turistico di tutti i pianeti del Sistema Solare? Anche in una crociera così mirabolante ci sarebbe a bordo il rischio della noia, che regna sovrana tra uno sbarco e l’altro. Per il nostro Grand Tour interplanetario il problema però non sussiste: come e meglio del Capitano Kirk abbiamo a disposizione il teletrasporto! Sfortunatamente, il signor Scott che abbiamo a bordo noi è molto più pasticcione di quello dell’Enterprise.
Infatti, il nostro teletrasporto ci può condurre in un amen in uno qualsiasi dei dodici pianeti (in barba alle decisioni di Praga, fìngeremo che il numero sia questo); incluso quello da cui siamo partiti, perché il salto “nullo” (da e per il medesimo pianeta) è assolutamente lecito e possibile. Però, non ci è consentito di scegliere la destinazione. Partiamo dalla Terra? Bene, il sistema può portarci subitaneamente su Marte. O su Eris. O su Cerere. O su Caronte. Poi, magari, su Urano, e di seguito ancora su Urano (salto nullo). Insomma, il pianeta destinazione viene scelto assolutamente a caso, ma proprio per questo prima o poi dovremmo riuscire a vederli tutti. Secondo voi, quanti viaggi (salti nulli compresi) dovremmo aspettarci di fare per visitare tutti e dodici i pianeti?
Certo, parlare di fantascienza quando in Redazione si è appena conclusa una strepitosa festa in occasione dell’uscita del Numero Cento, è quasi uno spreco di fantasia.
Erano presenti un bei numero di persone, tra redattori interni, collaboratori fissi e scrocconi occasionali, e il Gran Direttore, colto da euforia, ha deciso di organizzare un gioco a premi. O meglio a premio, viste le regole.
“Non dubito che ognuno di voi ricordi perfettamente tutti i numeri della rivista usciti finora” ha proferito con un tono carico di sottintesi “e io ben so che sono tutti bellissimi”. Neanche un moscerino ha osato vibrare le ali, per tema che la vibrazione fosse intesa come obiezione; e il G.D., magnanimo, ha allora concesso: “Ciò non di meno, ciascuno di voi avrà un numero particolarmente caro. Il mio l’ho scritto su questo foglio: adesso venite qui uno per volta e mi dite, senza farlo sentire agli altri, qual è il vostro numero preferito, e io ne terrò nota. Quando un numero di Coelum sarà in fine ripetuto due volte avremo il vincitore: la persona che ha nominato per la seconda volta il numero eletto vincerà l’ambitissimo premio, e cioè quella stessa copia di Coelum da me autografata”.
Tutti quanti hanno iniziato ad andare verso il tavolo del Direttore (non sappiamo se per il desiderio di vincere il premio o per tema di contrariarlo), cercando di decidere quale fosse il loro numero preferito. Noi ci siamo uniti al gruppo, ma il nostro pensiero era rivolto ad un altro problema. In che posizione dovevamo metterci nella coda, per massimizzare le probabilità di vittoria? E per finire (attenti che qui le soluzioni possono essere svariate, e premieremo solo le più eleganti) sapreste unire in sequenza le cifre da 1 a 9, con i soli segni delle quattro operazioni per ottenere cento come risultato?
Ormai dovreste esservene accorti, visto che questo è l’ultimo paragrafo dell’ultima rubrica dell’ultima pagina di questa rivista: questo è proprio il numero cento!
La nostra abitudine ad utilizzare il sistema decimale rende questo un evento speciale, perché gli uomini adorano le cifre tonde.
Essendo egocentrici (oltre che solo “recenti” collaboratori della rivista) anche noi Rudi vorremmo festeggiare la pubblicazione della dodicesima puntata di questa rubrica; scegliendo la base numerica opportuna, anche dodici può essere rappresentato come un numero tondo. Quale? E siccome c’è aria di festa, concludiamo con l’ultima domanda, davvero facile: quante volte abbiamo scritto “cento”, in questo testo? E quante volte “dodici”? Sbagliare è quasi impossibile; non deludeteci… ma attenti alla gherminella.