Ed ecco l’animazione completa della prima orbita scientifica di Dawn attorno a Cerere. Le immagini sono state scattate da una distanza di 13600 km e la loro risoluzione è di 0,8 miglia (1,3 km) per pixel.
A questa distanza, i due spot luminosi all’interno del cratere nell’emisfero settentrionale, rivelano essere composti da più piccoli punti, ma la loro esatta natura rimane ancora sconosciuta. La NASA però si sbilancia con le prime ipotesi: «Secondo i ricercatori della missione Dawn, l’intensa lumonosità di questi punti, potrebbe essere dovuta al riflesso della luce solare su una superficie altamente riflettente, come il ghiaccio» riferisce infatti Christopher Russell, Principal Investigator della missione (Università della California).
La sonda Dawn ha così concluso la sua prima orbita di mappatura, completando in 15 giorni un giro intorno a Ceres. Il 9 maggio, ha avviato i motori a ioni per portarsi nella seconda orbita di mappatura, a circa 4400 km dalla superficie, dove giungerà il prossimo 6 giugno. A quella distanza le basteranno 3 giorni per completare un’orbita e una nuova mappatura che permetterà ai ricercatori di cominciare a dipanare la storia geologica del pianeta nano e verificare se sia attivo.
Ma non dovremo aspettare il 6 giugno per le prossime immagini, la sonda infatti si fermerà per due volte, nella discesa verso l’orbita di survey, per riprendere altre immagini del pianeta nano a distanza sempre più ravvicinata.
Grandioso!!!
Sono senza parole adatte a commentare un simile spettacolo ed un simile traguardo raggiunto dall’uomo.
Mi viene il dubbio che potrebbero essere semplicemente zone con alto albedo, come per esempio Aristarchus sulla Luna, ma se lo dice la NASA..
quello che incuriosisce è proprio la “tanto grande” differenza di albedo tra quegli spot e il resto della superficie, e di come si tratti di piccole zone ben delimitate.
A qualcosa è comunque dovuta… materiale al di sotto della superficie scoperto da impatti, o crioattività, o altro… qualcosa è, e può dare importanti informazioni sulla storia (e il presente) del pianeta nano e quindi sulle dinamiche di formazione anche di altri corpi dl sistema solare (o del sistema solare stesso).
Ancora qualche giorno e dovrebbero arrivare nuove immagini e speriamo qualche informazione in più…
In effetti è un fenomeno davvero affascinante… certo che da profano, se fossero rifrazioni causate da ghiaccio o sale, non è strano che al variare del punto di osservazione, durante la rotazione, l’intensità luminosa dei punti sembri sempre la medesima, fino agli ultimi frame?