Immagini NIRC2 AO di Kepler-432, una gigante rossa, a 1260 micrometri e 2165 micrometri, rispettivamente, in cui si nota a nord-est una debole compagna, Kepler-432B, una stella nana di tipo spettrale M. Credit: Samuel N. Quinn et al. 2015

Gli astronomi hanno scoperto due nuovi esopianeti giganti nel sistema stellare Kepler-432, una gigante rossa di circa 1,35 masse solari e una età di 3,5 miliardi di anni. Kepler-432b ha una massa pari a 5,4 volte quella di Giove e orbita ogni 52,5 giorni (il terzo esempio noto di un corpo celeste gigante che orbita molto vicino a una stella evoluta) mentre Kepler-432c ha una massa pari a 2,4 volte quella di Giove e trovandosi molto più lontano dalla stella il suo periodo di rivoluzione è di 406 giorni. I risultati di questo studio, pubblicati su Astrophysical Journal, evidenziano l’esistenza di una notevole gamma di proprietà che caratterizza gli esopianeti e possibilmente di diversi meccanismi di formazione.

Al momento, esiste una lista di 565 esopianeti attualmente classificati come gioviani o di taglia più grossa di cui circa un terzo del totale rappresentano una popolazione di esopianeti massicci. Circa un quarto di questa popolazione di gioviani orbita molto vicino alla sua stella, con un periodo inferiore a 10 giorni, ed essendo soggetti all’intensa radiazione stellare spesso questi corpi celesti vengono chiamati gioviani-caldi. Nonostante la grande varietà che esiste all’interno della famiglia di questi esopianeti giganti, solo due di loro orbitano attorno a stelle più vecchie ed evolute. Tuttavia, come e perchè esistano così tanti corpi celesti di grossa taglia vicini alle loro stelle ospiti rimane ancora un mistero: forse, nel corso del tempo essi migrano verso le regioni più interne dei rispettivi sistemi planetari ma c’è anche chi sostiene che essi si originano molto vicini alla loro stella.

I ricercatori hanno trovato che il pianeta che si trova più vicino alla stella, Kepler-432b, presenta delle stranezze, almeno sotto tre aspetti. Prima di tutto, non sembra estremamente caldo, a differenza dei corpi celesti che appartengono alla categoria dei gioviani-caldi. Inoltre, la sua orbita è molto eccentrica, il che implica che la sua distanza dalla stella ospite varia in maniera significativa durante una rivoluzione, un fatto che suggerisce che il pianeta abbia migrato molto probabilmente verso questa posizione nel corso del tempo. Infine, il suo asse di rotazione è quasi allineato con quello della stella, un’altra proprietà decisamente curiosa perché di solito non si trova in quei casi in cui i pianeti si sono spostati verso le regioni più interne del loro sistema planetario. Ad ogni modo, secondo i ricercatori Kepler-432b potrebbe rappresentare un caso raro oppure potrebbe far parte di una comune classe di esopianeti che vengono di solito distrutti man mano che le loro stelle ospiti evolvono. In questo caso, però, nonostante l’oggetto sia sopravvissuto fino ad ora, esso ha certamente i giorni contati e forse la sua fine arriverà tra qualche centinaia di milioni di anni.

In generale, le stelle in fase avanzata della loro evoluzione, che ospitano pianeti giganti ad una distanza molto ravvicinata, forniscono preziosi indizi sulla natura di questi particolari corpi celesti: infatti, man mano che evolvono, le stelle si raffreddano e diventano sempre più grandi, il che potrebbe distruggere, se non addirittura “assorbire”, qualsiasi pianeta che si trova nel loro raggio d’azione. Il passo successivo sarà ora quello di trovare altri esempi di questo tipo che permetteranno agli astronomi di affinare i loro modelli sulla formazione e l’evoluzione dei pianeti.


The Astrophysical Journal: Samuel N. Quinn et al. – KEPLER-432: A RED GIANT INTERACTING WITH ONE OF ITS TWO LONG-PERIOD GIANT PLANETS

arXiv: Kepler-432: a red giant interacting with one of its two long period giant planets

Secondo un pronunciamento dell’attuale Chief Scientist della NASA, nuovi strumenti e future missioni spaziali forniranno entro i prossimi vent’anni la prova dell’esistenza della vita; se non nel Sistema solare, sicuramente sui pianeti extrasolari.
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