Laurel, abbiamo un problema!

Il centro di controllo di New Horizons al Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory di Laurel, Maryland. Crediti: NASA/JHUAPL

Gli ingegneri del centro di controllo della sonda New Horizons, insediato presso il Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University a Laurel, nello stato americano del Maryland, sabato scorso 4 luglio 2015 hanno vissuto un’ora e mezza di puro terrore. La loro creatura, che dopo un viaggio di quasi dieci anni ha quasi raggiunto Plutone (vedi Media INAF ), ha deciso di interpretare a modo suo i festeggiamenti per l’Independence Day: interrompendo il contatto con il Deep Space Network della NASA, il sistema di antenne che gestisce le comunicazioni tra New Horizons e il centro di controllo di Laurel.

Quando il contatto è stato ristabilito, i tecnici a terra hanno potuto constatare che il pilota automatico della sonda aveva rilevato un problema, mettendola in “safe mode, come previsto dalle procedure. In questa modalità non sono possibili operazioni scientifiche: una prospettiva terrificante in vista dell’irripetibile fly-by con il pianeta nano e le sue lune, previsto per la prossima settimana.

Ora, fortunatamente, giunge notizia dalla NASA che la missione New Horizons sta ritornando alla sua normale operatività scientifica. L’inchiesta sull’anomalia all’origine dell’entrata in modalità sicurezza della sonda spaziale ha concluso che nessun guasto hardware o software si è verificato a bordo della sonda stessa. La causa dell’incidente è stato un errore di temporizzazione contenuto in una sequenza di comando attivata in preparazione del passaggio ravvicinato. Non sono previste operazioni simili, rassicurano dalla NASA, per il resto dell’incontro con Plutone.

«Sono particolarmente soddisfatto che il nostro team della missione abbia rapidamente individuato il problema, assicurando il buon funzionamento del veicolo spaziale», ha dichiarato Jim Green, direttore delle Scienze Planetarie NASA. «Ora – con Plutone nel mirino – siamo sul punto di tornare alla normale operatività e vincere la nostra sfida».

Si prevede che le operazioni scientifiche riprenderanno il 7 luglio e che l’intera operazione di sorvolo ravvicinato verrà eseguita come già programmato. Si è anche valutato che le osservazioni scientifiche perse durante il ripristino dall’anomalia non influenzano nessuno degli obiettivi primari della missione, con un effetto assai ridotto sugli obiettivi minori.

Uno dei problemi nell’effettuare operazioni di ripristino di questo tipo è, come si può intuire, l’estrema distanza del veicolo spaziale dalla Terra. New Horizons si trova a quasi 5 miliardi di kilometri di distanza e i suoi segnali radio, pur viaggiando alla velocità della luce, hanno bisogno di 4,5 ore per arrivare al centro di controllo. La comunicazione bidirezionale tra il veicolo spaziale e dei suoi operatori richiede dunque un minimo di nove ore per essere completata.

In attesa di nuovi sviluppi, godiamoci l’ultima vista a colori di Plutone inviata da New Horizons, ottenuta combinando le mappe in bianco e nero della superficie del pianeta nano con una mappa dei colori del pianeta.