La sonda Cassini ha fatto visita a tre diverse lune di Saturno in meno di 24 ore: si tratta di Rea, Encelado e Dione, alcuni tra i mondi più affascinanti del sistema solare esterno.
Il 26 Luglio, Cassini ha puntato il suo occhio robotico in direzione di Rea. Al momento dello scatto, la luna si trovava a circa 300 mila chilometri da Cassini. Poi, a cavallo tra il 26 e il giorno successivo, la sonda ha fotografato una falce di Dione da 65 mila chilometri di distanza. Dopo che la sonda ha raggiunto il periapside (223100 km) della sua orbita numero 219 alle 7:49 ora italiana del 27 Luglio, è stato il turno anche di Encelado, ripreso da una distanza di 111420 chilometri.
Rea, con i suoi 1528 chilometri di diametro, è il secondo più grande satellite naturale di Saturno. Attualmente lo si considera un mondo perlopiù morto, freddo, piccolo e privo di atmosfera. La sua grande distanza da Saturno significa che il calore generato dalle forze di marea è scarso o del tutto assente. La temperatura superficiale va da -174 gradi Celsius nelle aree illuminate dal Sole a -220 gradi in ombra.
L’elevata riflettività della superficie suggerisce una composizione a base di acqua allo stato solido, che alle temperature di Rea si comporta più come la roccia che il ghiaccio come lo intendiamo noi. Le fratture visibili nelle foto, lunghe fino a decine di migliaia di chilometri e avvistate già dalle Voyager, suggeriscono che un tempo la superficie di Rea possa essere stata rimodellata da fenomeni di subsidenza.
Encelado è affascinante per motivi diametralmente opposti: è un mondo straordinariamente attivo, con geyser che eruttano acqua e polveri nel cielo ancora oggi. Sulla sua superficie si contano almeno cinque diversi tipi di terreno, uno dei quali è completamente privo di crateri o strutture da impatto, un chiaro indizio di processi massicci e recenti che hanno rimodellato il territorio. La superficie di Encelado è estremamente luminosa, quasi abbagliante, e probabilmente cela un oceano liquido al di sotto del polo sud.
Dione misura 1123 chilometri di diametro ed è per lopiù costellato di crateri, come Rea. Ma la particolarità di Dione è che l’emisfero contenente più crateri non è quello “guida” (Dione è in una rotazione sincrona con Saturno, ovvero gli rivolge sempre la stessa faccia), cioè quello rivolto verso la direzione di rivoluzione, ma quello opposto, quello che in un certo senso “segue” la luna durante la sua orbita. Ciò ha fatto ipotizzare che Dione abbia ruotato di esattamente 180 gradi sul suo asse di recente.
Un’immagine ravvicinata da Dione rivela la presenza di una serie di crateri. Il cratere più grande, posto quasi sul terminatore, ha un rilievo centrale.
Dione mostra anche una serie di fratture, probabilmente dovute a fenomeni di subsidenza su la rga scala. Il ghiaccio esposto sulle pareti le rende particolarmente brillanti. Inoltre, il satellite si trova in risonanza con Encelado: a ogni orbita di Dione, Encelado ne completa esattamente due.