Una delle ultime immagini rilasciate dall'ESA della cometa 67P, ripresa da Rosetta il 16/8/15, a soli tre giorni dal perielio, e rielaborata dallo staff di Coelum Astronomia per metterne in risalto la spettacolare attività. L'immagine ha una risoluzione di 28,2 m/px ed è stata ripresa quando la sonda si trovava a 331 km dal centro della cometa. Crediti: ESA/Rosetta/NavCam-CC BY-SA IGO 3.0/Coelum

Alle 4:03 del 13 agosto, ora italiana, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ha toccato il perielio della sua orbita, il punto della sua traiettoria attorno al Sole più vicino alla nostra stella. Al momento del perielio, il nucleo si trovava a 185 986 924 chilometri dal Sole, tra le orbite della Terra e di Marte, e a 265 138 407 km dalla Terra. Naturalmente, la sonda Rosetta, che ha raggiunto la cometa ormai più di un anno fa, si è potuta godere lo spettacolo in prima fila, dall’alto dei suoi 327 chilometri di quota.

Le ultime misurazioni, effettuate poche ore prima del perielio, indicano che il nucleo sta versando 1000 chili di polveri e altri 300 chili di vapore acqueo nello spazio ogni secondo – dieci volte in più rispetto ad Agosto dell’anno scorso, quando la cometa era a 750 milioni di chilometri dalla sua posizione attuale.

Animazione creata con immagni riprese poche ore prima del perielio. Riprese dalla camera OSIRIS Credits ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

Le prime immagine pubblicate sono state scattate dalla fotocamera di navigazione (NavCam) e da quella scientifica (OSIRIS) tra le 19:35 del 12 agosto e le 3:04 del giorno del perielo, meno di un’ora prima. Le immagini sono state riprese da 327 chilometri di quota, una distanza di sicurezza resa necessaria dall’interferenza delle particelle di polvere con gli inseguitori di stelle, i dispositivi necessari a determinare ed eventualmente correggere l’assetto della sonda.

Nel corso degli ultimi mesi, la luce solare è riuscita a penetrare anche nell’emisfero meridionale della cometa dopo cinque anni e mezzo di completa oscurità, rivelando così nuovi paesaggi alieni e permettendo agli scienziati di individuare quattro nuove regioni. Le nuove regioni, che si vanno ad aggiungere alle 19 già catalogate, sono state chiamate Anhur, Khonsu, Sobek e Wosret, in onore di antiche divinità egizie. Le nuove regioni sono sparse su entrambi i lobi del nucleo. Fra meno di sette mesi, queste aree saranno nuovamente invase dall’oscurità.

Man mano che il nucleo della cometa si avvicinava al Sole, i termometri di Rosetta hanno rilevato un aumento delle temperature dai 70 gradi centigradi sottozero misurati un anno fa a circa zero gradi. Nelle prossime settimane, nonostante la cometa abbia già iniziato ad allontanarsi dal Sole, inaugurando così la sua scalata verso l’afelio, le temperature dovrebbe continuare ad aumentare fino a un paio di decine di gradi sopra lo zero.

Un frammento con dimensioni comprese tra 1 e 50 metri si stacca dal nucleo, in queste foto riprese il 30 Luglio a 185 km dalla cometa. Credits ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

I primi fuochi d’artificio erano già scoppiati qualche giorno fa. Il 29 luglio, in particolare, Rosetta aveva osservato un getto talmente potente staccarsi dalla cometa da risultare più luminoso del nucleo stesso, da alterare la composizione dei gas nella chioma – l’involucro gassoso che avvolge il nucleo – e da allontanare momentaneamente il vento solare in entrata, il flusso di particelle cariche provenienti dal Sole, creando una cavità diamagnetica mai osservata prima. Per tutti i dettagli su quel getto, vi rimandiamo a questo nostro articolo di pochi giorni fa (clicca qui).

Nonostante il perielio del 2015 sia ormai alle nostre spalle – e il prossimo non avverrà prima di altri 6.5 anni, ben oltre la “data di scadenza” della missione di Rosetta – le attività del nucleo dovrebbero continuare ad aumentare nell’arco delle prossime settimane, man mano che il calore solare penetra in profondità nella cometa e fa scattare la sublimazione dei ghiacci.

La coda della cometa ha già superato i 120 mila chilometri di estensione, ma dovrebbe continuare ad gonfiarsi per ancora un mese circa, dal giorno del perielio.
“Appena le attività rallenteranno, ci riavvicineremo al nucleo per mappare tutti i cambiamenti,” spiega Nicolas Altobelli dell’ESA. Inoltre, non tutte le speranze sono perdute per il recupero del robottino Philae, la sonda adagiatasi sul nucleo della cometa a Novembre dell’anno scorso dopo un drammatico e sensazionale triplice atterraggio. La sonda si è risvegliata a Giugno e da allora ha trasmesso a intermittenza. Entro fine mese, Rosetta si riporterà a latitudini favorevoli per stabilire un ponte di comunicazione con Philae (tutte le ultime scoperte scientifiche da Philae sono disponibili cliccando qui, mentre gli ultimi aggiornamenti sul suo stato di salute sono disponibili qui).