La sonda New Horizons della NASA ha inviato nuove fotografie ad alta risoluzione degli straordinari paesaggi alieni di Plutone, l’ex-nono pianeta che il 14 luglio di quest’anno ha perso il suo status di oggetto celeste inesplorato per merito proprio della sonda statunitense.
Ormai a otto settimane dallo storico flyby, Plutone non è altro che un piccolo puntino di luce 60 milioni di chilometri alle spalle di New Horizons. Ma per noi terrestri, l’esplorazione del pianeta nano è appena iniziata: il 5 settembre, New Horizons ha ripreso la trasmissione dei dati ad “alta velocità”, cioè quelli raccolti da quattro dei sette strumenti di bordo – tra cui le fotocamere Ralph/MVIC e LORRI – che terminerà solo alla fine del 2016. Per più di un anno, continueranno ad arrivare nuove immagini e nuovi dati di Plutone (clicca qui per i dettagli).

Un'immagine di Plutone a 800 metri per pixel di risoluzione. La foto mostra, in basso, parte del terreno più scuro e antico (come suggerito dalla presenza di numerosi crateri) e parte di Sputnik Planum, la giovanissima pianura glaciale visibile in alto. Tra le due regioni si trova una blocco montuoso con quelle che secondo alcuni scienziati potrebbero essere dune di azoto (il campo di creste orizzontali e parallele tra di loro).

Le immagini includono alcuni tra i terreni più antichi fotografati finora da New Horizons. In un’immagine è perfino visibile quello che secondo alcuni scienziati potrebbe essere un campo di dune.
“Vedere dune su Plutone – se questa è davvero la loro natura – sarebbe completamente inaspettato, perché oggi l’atmosfera di Plutone è molto sottile,” spiega William McKinnon della Washington University. “O Plutone aveva un’atmosfera più densa in passato, o qualche processo che dobbiamo ancora comprendere è all’opera. È un grattacapo.”

Un'altra immagine delle propaggini settentrionali di Spuntik Planum.

Già le immagini inviate nei primissimi giorni post-flyby avevano rivelato paesaggi straordinari e completamente diversi da ciò che ci aspettavamo: montagne di acqua ghiacciata fino a 3500 metri di quota, ghiacci di azoto in movimento, gelide pianure di metano, monossido di carbonio e azoto, un’atmosfera più vasta e definita ma anche più rarefatta di quanto previsto, un’estesa coda di plasma e molto altro ancora.

Per un’analisi dettagliata di tutte le scoperte effettuate finora, vi segnaliamo un nostro articolo di 13 pagine sul numero di Settembre (n. 195) della rivista Coelum Astronomia (disponibile anche in versione digitale cliccando qui). Inoltre, a breve pubblicheremo qui sul nostro sito un’intervista a due scienziati planetari riguardo Plutone e i dati trasmessi da New Horizons.

La posizione delle due immagini precedenti rispetto a una foto più ampia che copre tutta Sputnik Planum.

“Plutone ci sta mostrando una diversità di terreni e una complessità di processi che sfidano qualunque cosa vista nel Sistema solare,” spiega Alan Stern, responsabile della missione. “Se un artista ci avesse dipinto questo Plutone prima del flyby, lo avremmo probabilmente ignorato.”
“La superficie di Plutone è tanto complessa quanto quella di Marte,” gli fa eco Jeff More della NASA. “Le montagne potrebbero essere massicci blocchi di ghiaccio dacqua gallegianti su un deposito più denso, vasto e soffice di azoto ghiacciato all’interno di Sputnik Planum.”

Questa immagine mostra come i deboli ma ben definiti strati di foschia già osservati nelle immagini trasmesse a Luglio siano sufficientemente importanti da causare una sorta di crepuscolo; sono cioè in grado di illuminare debolmente la superficie anche subito dopo che il Sole è tramontato.

Le immagini ravvicinate ritraggono le propaggini nord-orientali di Sputnik Planum, la vasta pianura ghiacciata che costituisce il lobo sinistro di Tombaugh Regio, la famosa struttura chiara a forma di cuore che interrompe una fascia scura – probabilmente costituita di toline, molecole non volatili – nota come Cthulhu Regio, che avvolge il resto dell’equatore.