L'animazione mostra un montaggio delle immagini della cometa riprese da Hubble nell'arco di tre giorni: 26, 27 e 28 gennaio 2016. Credit: NASA, ESA, and D. Jewitt (UCLA)

Nuove immagini realizzate dal telescopio spaziale Hubble documentano la straordinaria distruzione di una cometa a 108 milioni di chilometri dalla Terra.

Le osservazioni di Hubble, realizzate nell’arco di tre giorni tra il 26 e il 28 gennaio 2016, rivelano la presenza di 25 blocchi di roccia e ghiaccio in prossimità del nucleo della cometa 332P/Ikeya-Murakami. I dati rivelano fluttuazioni irregolari nella luminosità dei frammenti, probabilmente dovute al cambiamento nelle condizioni di illuminazione, e variazioni anche nelle forme dei detriti, man mano che essi si separano dal nucleo.

Si tratta di una delle più nitide e più dettagliate osservazioni della disgregazione in più pezzi di una cometa. Credit: NASA, ESA, and D. Jewitt (UCLA)

I 25 frammenti scovati da Hubble ammontano al 4% del materiale della cometa, misurano tra 20 e 60 metri di diametro e viaggiano a velocità relative di pochi chilometri orari. Misurando le variazioni nella luminosità del nucleo, si è potuto determinare il suo periodo di rotazione,  compreso tra le due e le quattro ore. La cometa, inoltre, è risultata ben più piccola del previsto, con un diametro di meno di 500 metri.

Scoperta alla fine del 2010 da due osservatori giapponesi, Kaoru Ikeya e Shigeki Murakami, si sospetta che le radiazioni solari abbiano riscaldato la cometa a tal punto da portare alla sublimazione di alcuni ghiacci in prossimità della superficie. A causa delle dimensioni ridotte del nucleo, questi getti di materiale sarebbero stati sufficienti ad accelerare la rotazione della cometa, portando all’espulsione di alcuni frammenti. È quindi probabile che la cometa abbia sparso materiale nello spazio tra ottobre e dicembre 2015.

Alcuni dei frammenti espulsi dal nucleo, poi, sembrerebbero essersi a loro volta spaccati in più pezzi. «Le nostre analisi mostrano che i frammenti più piccoli non sono così abbondanti come ci si aspetterebbe considerato il numero dei detriti più grandi,» prosegue Jewitt. «Ciò suggerisce che vengano esauriti nel giro di pochi mesi una volta espulsi dal corpo primario».

Le immagini di Hubble mostrano la presenza di quello che parrebbe essere un altro detrito nelle immediate vicinanze del nucleo – forse il primo di una nuova ondata di frammenti – ed è stato individuato anche un detrito che potrebbe essersi staccato dal nucleo nel 2012 e che sarebbe largo più o meno quanto l’intera cometa. «In passato, gli astronomi credevano che le comete morissero sotto il calore del Sole, esaurendo in fretta i loro ghiacci,» prosegue Jewitt. «Le ipotesi erano due: o non rimaneva nulla, o si salvava solo un pezzo di materiale morto, un tempo il nucleo di una cometa attiva. Ora, però, sembra che la frammentazione potrebbe essere lo scenario conclusivo più comune».

Secondo gli scienziati, la cometa dispone di abbastanza materiale da poter sopravvivere solo ad altre 25 ondate di frammentazione di questo genere. «Se la cometa produce questi eventi ogni sei anni, ovvero a ogni rivoluzione intorno al Sole, allora scomparirà fra 150 anni,» conclude Jewitt. «In termini astronomici, è un battito di ciglia. La sua avventura nel Sistema Solare interno la sta uccidendo».


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