Ne avevamo dato notizia il 3 giugno mattina, in anteprima… ora ci sono le immagini e nuovi dettagli.
Il piccolo NEO, inizialmente battezzato ZLAF9B2 e poi ufficialmente divenuto 2018 LA, era stato avvistato dal telescopio Catalina/Mt. Lemmon Survey, vicino Tucson, la mattina del 2 Giugno intorno alle 8.15 UT, dunque circa 8,5 ore prima dell’impatto. All’epoca, si trovava alla distanza della Luna e aveva una magnitudine apparente superiore a 18 (figura qui sotto). Come previsto in questi casi, i dati sono stati subito inviati al Minor Planet Center di Cambridge, nel Massachusetts, dove si è ricavata una traiettoria preliminare che indicava la possibilità di un impatto sulla Terra. I dati sono stati a poi inviati al “Center for Near-Earth Object Studies” (CNEOS) presso il JPL a Pasadena, in California e qui il sistema automatizzato “Scout” ha confermato un’alta probabilità che l’asteroide fosse un impattatore. Avvisi automatici sono stati quindi diramati alla comunità di osservatori di asteroidi per ottenere ulteriori osservazioni e all’Ufficio di coordinamento della difesa planetaria presso la sede della NASA a Washington. Tuttavia, poiché l’asteroide è risultato subito piccolo e quindi innocuo, nessun ulteriore avviso di impatto è stato emesso dalla NASA.
Sebbene non ci fossero sufficienti osservazioni ottiche per fare previsioni precise sul luogo di impatto, è stata calcolata una serie di possibili posizioni che si estendevano dall’Africa meridionale, dall’Oceano Indiano e dalla Nuova Guinea. I resoconti di una brillante palla di fuoco sopra il Botswana, in Africa, sabato sera presto si accordano con la traiettoria prevista per l’asteroide. L’asteroide è entrato nell’atmosfera terrestre ad alta velocità di circa 17 chilometri al secondo alle 16:44 UTC (18:44 ora locale) e si disintegrato a diversi chilometri di altezza, creando una lucida palla di fuoco che illuminato il cielo della sera. L’evento è stato assistito da un numero di osservatori ed è stato catturato da diverse webcam come mostrato in apertura e più sotto.
L’indagine sui dati ATLAS ha rivelato due ore di osservazioni aggiuntive prima dell’impatto, poi utilizzate da Scout per confermare l’impatto proprio nell’Africa meridionale. I dati sugli infrasuoni raccolti subito dopo l’impatto dal sistema hanno chiaramente rilevato l’evento da una delle stazioni di ascolto impiegate come parte del Sistema internazionale di monitoraggio del Trattato globale sul divieto di test nucleari (figura in apertura). Il segnale è coerente con un impatto atmosferico sul Botswana, con una energia di 0.3-0.5 kTon e quindi compatibile con un oggetto di un paio di metri e quella velocità.
“E’ il terza volta che un asteroide viene scoperto su una traiettoria d’impatto”, ha detto Paul Chodas, direttore del CNEOS. “È anche solo la seconda volta che l’alta probabilità di un impatto è stata prevista ben prima dell’evento stesso.” Il primo evento di questo tipo è stato l’impatto di 2008 TC3, che ha illuminato il cielo prima dell’alba sopra il Nord Sudan il 7 ottobre 2008. Si trattava di un asteroide leggermente più grande (circa 4 metri di diametro), scoperto 19 ore prima dell’impatto; grazie a un gran numero di osservazioni di follow-up, all’epoca fu possibile calcolare una traiettoria molto precisa. Il secondo evento di impatto previsto è stato per l’asteroide 2014 AA, scoperto solo poche ore prima dell’impatto il 1° gennaio 2014, nell’Oceano Atlantico. Il Catalina Sky Survey è responsabile della scoperta di tutti e tre questi piccoli asteroidi sulle traiettorie d’impatto, e tutti ad opera dello stesso osservatore, Richard Kowalski.
Anche i fotogrammi qui sotto sono stati ripresi da una telecamera di sorveglianza come quello in apertura ma in entrambi i casi la qualità è mediocre perchè si tratta di riprese (presumibilmente da smartphone) su uno schermo che riproduceva il filmato. Di conseguenza, si è reso necessario correggere anche le distorsioni prospettiche dovute a una ripresa non ottimale del monitor.
Per concludere, di seguito la mappa globale di tutti gli eventi “fireball” archiviati nel database cneos; in rosso ho aggiunto l’evento relativo a 2018 LA (non ancora presente nell’archivio); come si vede, nella stessa zona in passato sono già avvenuti altri eventi di potenza paragonabile e, nel 2009, anche uno decisamente più importante (18 kton, in arancione); nulla a che vedere con il celebre evento di Chelyabinsk del 2013 (l’unico in rosso, 450 kton).
Riferimenti:
https://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=7148
https://minorplanetcenter.net/db_search/show_object?object_id=2018%20LA
https://www.youtube.com/watch?time_continue=9&v=i20F6Og5gxE
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