Valutare le qualità di un telescopio è un’operazione delicata e complessa.
Per poterne apprezzare i pregi e rilevarne eventuali difetti bisognerebbe testarlo a lungo, dedicando all’operazione più notti, in modo da osservare il cielo nel modo più sistematico e da riuscire a cogliere il maggior numero possibile di oggetti astronomici.
La mia personale esperienza suggerisce come il test di uno strumento non si possa esaurire nel volgere di poche notti di osservazione – non prendo nemmeno in considerazione l’ipotesi di testarlo in poche ore o da un luogo e con delle condizioni metereologiche poco idonee.
Per questo motivo ho deciso di raccontare le mie impressioni sulla qualità e le prestazioni di un rifrattore a corta focale non recentissimo, in commercio da circa due anni: è il telescopio SkyWatcher 150/750, uno strumento dotato di un obiettivo acromatico tipo Fraunhofer spaziato ad aria del diametro di 150mm e con una focale di 750mm prodotto in Cina.
La cella non è collimabile, come invece avviene nel modello più grande con la focale di 1200mm (F8). Al ricevimento del telescopio mi ha sorpreso la compattezza del tubo con dimensioni estremamente contenute, pesa circa 5 chili ed è dotato di un focheggiatore da 2 pollici (la qualità meccanica è discreta), con un riduttore da 1e1/4 di pollice che è predisposto per l’attacco della fotocamera; la messa a fuoco si raggiunge con precisione anche se a volte capita, con oculari pesanti, di avere qualche scatto.
Esteticamente è gradevole.
In qualità di appassionato di osservazione fotografica e visuale di ampi campi stellari, mi incuriosiva valutare le possibilità offerte da questo rifrattore a corta focale.
A un primo esame il rifrattore appare funzionalmente ben realizzato. La prima osservazione l’ho fatta in città dirigendo lo strumento sulla stella Vega, prima di porre l’occhio all’oculare (un Vixen al lantanio da 10mm), non pensavo certo di vedere un’immagine brillante e priva di residuo cromatico, come quella prodotta da un rifrattore apocromatico, ma la sorpresa è stata enorme in quanto l’alone blu prodotto dalla aberrazione cromatica che circondava Vega era contenuto; purtroppo una tenue luce diffusa disturbava la nitidezza della visione.
Aumentando l’ingrandimento con un oculare Vixen LW 3,5mm abbinato a un filtro giallo pallido (B+W420) e testando la stella in intra ed extrafocale si era resa evidente la presenza di una aberrazione sferica, oltre a un errore zonale al bordo. Nonostante questi difetti facilmente riscontrabili, sempre con lo stesso ingrandimento (214 x) e dirigendo il telescopio in direzione della stella, la doppia-doppia Epsilon Lira (separazione 2,5”d’arco), lo sdoppiamento del sistema in quattro stelle è risultato facile e ben risolto. Una visione molto bella, con punti luminosi piccoli e incisi, complice anche l’ottimo seeing caratteristico della pianura.
Osservando nelle notti dei mesi successivi altre stelle doppie, ho potuto constatare che lo SkyWatcher150/750, se pur con una focale così corta, raggiunge il limite teorico di separazione (in lambda Cigno di 0,8”d’arco era visibile la divisione, sia pure di lieve percezione).
Incantevole la stella doppia larga Albireo, osservata a basso ingrandimento con l’oculare 2” Unitron WideScan da 30mm e 84° gradi di campo, i colori intensissimi della stella rossa e azzurra, due piccole gemme che si stagliavano sul fondo ricco di stelle della Via Lattea. Uno spettacolo emozionante; così anche per gli altri sistemi doppi facilmente separabili a basso ingrandimento. Nei mesi invernali, il famoso Trapezio, immerso nella nebulosa di Orione mostrava, a 150 ingrandimenti, anche le deboli componenti E ed F (osservazione più volte ripetuta dal cielo di Milano).
Pur non essendo uno strumento progettato per l’osservazione della Luna e dei pianeti, (un’apertura obiettivo troppo spinta per un rifrattore acromatico), anche nell’osservazione prolungata di questi oggetti non sono mancate le sorprese. Per osservare gli astri del sistema solare ho utilizzato un filtro in grado di ridurre drasticamente il residuo cromatico: il Fringe-Killer della Baader/Unitron. Si tratta di un filtro studiato e realizzato appositamente per ridurre l’alone blu e rosso al di sopra dei 656nm dei rifrattori acromatici. Purtroppo le immagini si tingono leggermente di giallo, ma il risultato finale è ottimo.
La Luna a 50x (oculare da 15mm) al primo quarto si presentava abbagliante come se fosse stata letteralmente scolpita sul fondo del cielo, il residuo di cromatismo era molto attenuato dal filtro, anche se il colore della Luna a quel punto assumeva una sfumatura gialla. Aumentando gli ingrandimenti fino a 150x (oculare al Lantanio Vixen 5mm) i dettagli lunari risultano ancora molto contrastati e sempre affascinanti. Nel contempo la perdita di luminosità e di contrasto si faceva sentire con maggior evidenza.
Sempre utilizzando l’oculare da 5mm, osservando il pianeta Giove con un ottimo seeing, l’immagine risultava buona: evidenti le Bande equatoriali, mentre la macchia rossa (di colore bianco-rosa) si staccava dal fondo del pianeta.
I satelliti galileiani mostravano il dischetto circolare e, ben distinguibili, le differenze fra le dimensioni dei satelliti.
Molto netta e contrastata appariva l’ombra dei satelliti proiettata sul disco planetario.
Un vero piacere era l’osservazione di Saturno (sempre a 150x) che mostrava con immediatezza la divisione di Cassini e gli anelli A, B; con difficoltà l’anello C e ben visibili i cinque satelliti principali, anche a basso ingrandimento.
Utilizzando uno sdoppiatore binoculare Baader con oculari da 15mm e da 5mm, su tutti gli oggetti del sistema planetario, forte era la sensazione di viaggiare nello spazio a bordo di un’astronave. Uno scenario meraviglioso, in cui i pianeti e la Luna apparivano tridimensionali e sempre luminosi.
Il telescopio SkyWatcher 150/750 esibisce al meglio tutte le sue prestazioni sul profondo cielo, dai campi stellari della Via Lattea, agli ammassi aperti e globulari, alle nebulose e alle galassie. In alta quota, con il cielo buio e trasparente, questo rifrattore usato in abbinamento con l’oculare WideScan Unitron da 30mm e 84° di campo (senza filtro), rende le stelle equivalenti a minuscoli punti luminosi. Un grande senso di profondità e un piacere estetico impagabile rendevano la visione davvero emozionante. Una visione talmente reale dell’universo che, nel silenzio profondo della notte, ci rende drammaticamente consapevoli di quanto siamo parte integrante del Cosmo.
Un’altra qualità del telescopio SkyWatcher, è la possibilità di utilizzarlo come astrografo, a patto di inserire il filtro FringeKiller per ridurre l’aberrazione cromatica, che nella fotografia appare con maggiore evidenza.
Da alcune prove eseguite con 10 o 15 minuti di posa su pellicola Kodak da 200 ISO (spinta a 400ISO) si raggiunge con facilità la quattordicesima magnitudine fotografica. Dalle immagini fotografiche pubblicate nel presente articolo si può valutare la capacità di questo telescopio come astrografo. Sia nelle osservazioni visuali sia nelle riprese fotografiche (con cannocchiale guida da 60mm e focale 700mm) è stata utilizzata la montatura Vixen GP, senza alcun inconveniente di sorta.
Non poteva essere che opera del mio specialissimo Direttore Artistico di un po’ di anni fa questo commento da Sky watcher… o Sky walker 🙂
un caro saluto