Meno di una settimana fa, la sonda ha iniziato il primo dei suoi “incontri con il Sole”. La missione orbiterà attorno al Sole raggiungendo il perielio, la distanza minima dalla stella che la porterà a raggiungere la corona solare, per 24 volte. Per circa 11 giorni, per ogni orbita, si troverà a meno di 0,25 unità astronomiche dal centro del Sole e raccoglierà dati preziosi.
Durante questo primo avvicinamento, iniziato il 31 ottobre e che finirà l’11 novembre, le quattro suite di strumenti scientifici della sonda sono al lavoro per raccogliere dati, permettendo agli scienziati di osservare da vicino come non mai questa dinamica regione dell’atmosfera esterna solare. Si potrà così cominciare a rispondere a domande fondamentali sulla fisica solare, inclusi i meccanismi che permettono alle particelle e al materiale solare di venire accelerate nello spazio a così alte velocità e scoprire il perché la corona solare è così tanto più calda della superficie sottostante.
Il 5 novembre, al momento del maggior avvicinamento, si è trovata a 24 milioni di chilometri dalla superficie del Sole, a una velocità massima di 343112 km/h rispetto al Sole.
Ed è doppio record, la velocità eliocentrica più alta mai raggiunta da una sonda umana e quella che più si è avvicinata al Sole. Il record precedente di velocità eliocentrica era ancora mantenuto dalla sonda Helios 2, nell’aprile 1976, con i suoi 246960 km/h.
In questi giorni sta volando attraverso la parte più esterna della corona solare, attraversando materiale che raggiunge la temperatura di 3,6 milioni di gradi Fahrenheit, ed è solo perché in quella regione è ancora estremamente rarefatta che tali temperature non influenzano la temperatura della sonda. Nonostante questo però il lato esposto al Sole, protetto dallo scudo termico Thermal Protection System, a causa della radiazione solare, raggiunge gli 820 gradi Fahrenheit (438° C circa).
La sonda è comunque in grado, in piena autonomia, di regolare la sua temperatura, e tenere al sicuro la strumentazione che trasporta. Una serie di sistemi automatici le permette di ritrarre i pannelli solari, per proteggerli in caso di eccesso di calore, e tenere gli strumenti all’ombra dello scudo termico. Inoltre un sofisticato sistema di guida autonoma mantiene la sonda sempre orientata correttamente. Questa autonomia è vitale per la missione, non solo per il periodo di “no-contact” durante i perieli, ma anche per il ritardo dovuto alla grande distanza da Terra che la sonda raggiunge durante la sua orbita, e che può arrivare fino a 31 minuti prima che un segnale arrivi a Terra e ritorni alla sonda. È chiaro che in caso di emergenza per esposizione eccessiva alle alte temperature non ci sarebbe il tempo di impartire ordini per prendere provvedimenti.
Ma se si trova in un momento di no-contact, di silenzio radio, come sappiamo velocità e posizione precise? La NASA periodicamente controlla, grazie al suo Deep Space Network, le velocità e le posizioni della sonda, così il team missione è in grado di calcolare con precisione la velocità della sonda in qualsiasi punto della sua orbita.
In questo momento, quindi, la sonda si trova in silenzio radio, a causa della forte interferenza solare e, anche a causa della grande distanza dalla Terra in cui si troverà successivamente, saranno necessarie diverse settimane prima che i dati raccolti arrivino a Terra, ma noi siamo qui pronti in attesa!
Per seguire la missione https://blogs.nasa.gov/parkersolarprobe/
Per vedere dove si trova la sonda http://parkersolarprobe.jhuapl.edu/The-Mission/index.php#Where-Is-PSP
Alla ricerca di Vita extraterrestre! Come riconoscere i segnali di vita sugli #esopianeti? E in quali condizioni possiamo aspettarci di trovarla?
Di questo ma non solo nel nuvo numero di…
Coelum Astronomia di Novembre
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