Questa volta affonderemo ancora più verso le regioni australi, andando a visitare la sottostante costellazione della Fenice; ma se la mitica Fenice era solita tornare a spiccare il volo dalle sue ceneri, la stessa cosa non avviene certamente per l’omonima costellazione, che non riesce mai ad alzare la testa sopra l’orizzonte per più di qualche grado. La Fenice, apparsa per la prima volta nell’Uranometria del Bayer nel 1603, è infatti una costellazione decisamente australe, distesa sulla fascia che va dai –40° a –57° di declinazione.
Numeri che non lasciano scampo, tanto che anche durante il suo fugace apparire in prima serata, nel corso di questo mese, potremo sperare di vederne solo la parte settentrionale. Mai come in questo
caso diventa determinante la località da cui si osserva. Per gli abitanti d’oltralpe, e in particolare per coloro che vivono al di sopra del 50° parallelo, la Fenice rimane totalmente invisibile (per cui mai
leggerete di un oggetto o di una cometa scoperti da Messier nella Fenice, che non è mai osservabile da Parigi…), mentre per gli abitanti dell’altro emisfero rappresenta una caratteristica del cielo primaverile
nonché dell’inizio dell’estate australe.
Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Il Cielo Sepolto di Piero Mazza presente a pagina 60 di Coelum n. 176.