Il primo è che quando si parla del Sagittario il pensiero corre immediatamente al suo asterismo principale, vale a dire quel gruppo di 8 stelle comunemente noto come “teiera”, dimenticando, quindi, che la costellazione è in realtà ben più vasta; il secondo motivo è che le due stelle sopra menzionate, contrariamente a quanto succede nella maggioranza dei casi, non sono le più brillanti della costellazione (il primato spetta infatti alla stella Epsilon, di magnitudine +1,8, mentre Alfa e Beta sono solamente di quarta grandezza). Il terzo motivo, infine, è che si trovano a declinazioni molto basse, a mala pena accessibili agli abitanti del Centro-Nord dell’Italia.
Alfa Sagittarii, situata a –40° di declinazione, possiede anche il nome arabo Rukbat (“il ginocchio dell’arciere”); è una stella azzurra distante 170 anni luce e una sessantina di volte più brillante del Sole.
Beta Sagittarii è in realtà formata da due componenti, ovviamente denominate Beta1 e Beta2, situate all’estremità meridionale del Sagittario a una declinazione di –45°. Sono separate da poco più di 20 primi in direzione nord-sud; Beta1, azzurra e leggermente più brillante (mag. +3,96), è distante 380 anni luce, mentre Beta2 (mag. +4,26), bianco-gialla, si trova a 135 anni luce.