La magia del mese di dicembre pervade la volta celeste, addobbata di scintillanti astri e celebri costellazioni…

Già da diverse settimane abbiamo potuto osservare un assaggio di cielo invernale, quando da Sud/Sud-Est hanno fatto il loro ingresso Orione, Toro, Gemelli, Auriga e Cane Maggiore.

Nel mese di dicembre transita al meridiano una costellazione molto interessante dal punto di vista astronomico e anche mitologico: quella di Perseo.

PERSEO NELLE FREDDE NOTTI INVERNALI

Famosa per il suo ammasso doppio e per lo sciame di meteore di cui rappresenta il radiantele Perseidi -, oltre che per essere identificato con l’eroe che uccise il mostro Medusa, la costellazione di Perseo si trova collocata tra quella di Andromeda e l’Auriga e contiene 136 stelle già visibili ad occhio nudo da un luogo particolarmente buio. L’astro principale è Mirphak (α Persei), una supergigante gialla che ha una magnitudine di 1,79.

Ma se Mirphak è la stella alfa della costellazione, Algol (β Persei) è quella che gode di maggior fama: si tratta di un sistema stellare distante 93 anni luce dal sistema solare con la caratteristica di essere una stella doppia a eclisse, dove la componente principale, Algol A, viene eclissata con una certa regolarità dalla componente secondaria (Algol B).

OGGETTI NON STELLARI IN PERSEO
Questa e molte altre immagini le trovate nella sezione PhotoCoelum del sito! (clicca sull’immagine)

Oltre alla presenza di stelle doppie e stelle variabili, Perseo contiene diversi oggetti del profondo cielo: il più  noto, osservato e fotografato è certamente l’Ammasso Doppio (h+χ Per), composto da una coppia di ammassi apertiparticolarmente luminosi (NGC 869 e NGC 884) che è possibile osservare anche ad occhio nudo e in maniera più dettagliata già con l’ausilio di un binocolo; mentre, attraverso un telescopio di 200 mm di apertura, lo spettacolo è più che assicurato!

La costellazione ospita anche l’Ammasso di Alfa Persei (Mel 20), un oggetto molto luminoso posto nella parte settentrionale di Perseo, in cui domina la stella Mirphak. Si segnala anche la presenza di una piccola nebulosa planetaria scarsamente luminosa (M76) nota anche come Piccola Nebulosa Manubrio.

La Piccola Nebulosa Manubrio protagonista anche sul nostro profilo Instagram! Seguici su @coelum_astronomia
PERSEO NELLA MITOLOGIA
opera di Benvenuto Cellini, Loggia dei Lanzi (Firenze)

L’alone mitologico che circonda Perseo è certamente uno dei più celebri, fatto di una narrazione che si intreccia con altre costellazioni, quali quella di Andromeda, Cefeo, Cassiopea, Pegaso (vedi articolo sulle Costellazioni di Novembre).

Perseo era il figlio mortale di Giove e di Danae. Al giovane venne affidato l’incarico di cercare e di uccidere il mostro Medusa, una Gorgone con serpenti al posto dei capelli e il potere di pietrificare con un solo sguardo chiunque avesse incrociato il suo.

«Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso;
ché‚ se ’l Gorgón si mostra e tu ’l vedessi,
nulla sarebbe di tornar mai suso». 

Così Dante narrava del potere della Medusa nel IX canto dell’Inferno.

Medusa viveva su un’isola situata oltre l’oceano, insieme alle altre due Gorgoni Steno e Eurialo, mortali a differenza di Medusa. Perseo vi giunse dopo aver ricevuto in sogno da Minerva una spada con la quale decapitare il temuto mostro e uno scudo riflettente affinché Medusa non potesse pietrificare l’eroe; infine le tre ninfe del Nord, incontrate sul suo cammino, gli consegnarono un elmo speciale per renderlo invisibile e una sacca per riporre la testa del mostro.

Attraverso rocce sperdute e impervie, attraverso orride forre,
giunse alla casa della Gorgone, e qua e là per i campi e per le strade
vedeva figure di uomini e di animali
tramutati da esseri veri in statue per aver visto Medusa.

(Ovidio, Metamorfosi, IV, 778-781)

Perseo riuscì dunque nell’impresa di uccidere Medusa, dal cui sangue nacque Pegaso, il cavallo alato di cui Perseo si servì per fuggire e con il quale potè trarre in salvo Andromeda, incontrata nel suo viaggio di ritorno mentre era incatenata su una scogliera per colpa di sua madre Cassiopea (vedi articolo Costellazioni di Novembre per tutta la storia).

Per le sue gloriose gesta, da sempre rappresentate attraverso l’arte, Perseo si guadagnò un posto sulla volta celeste a risplendere per l’eternità.

ERIDANO NEL CIELO DI DICEMBRE

Nel cielo di dicembre incrociamo la costellazione di Eridano, che transita al meridiano giorno 15.

Si tratta di una costellazione australe tanto estesa quanto poco luminosa, posta a Sud-Ovest di Orione.

Individuarla nel cielo boreale non è così semplice: l’oggetto si compone di una sinuosa linea di stelle che, come il percorso di un fiume, attraversa la porzione di cielo in cui è situata.

Achernar o α Eridani è una stella bianco-azzurra, la principale della costellazione di Eridano, che con la sua magnitudine di + 0,45 rappresenta la nona stella più brillante del cielo, visibile però dall’emisfero Sud del pianeta.

L’astro rappresenta la “foce” del fiume celeste Eridano, mentre la “sorgente” è indicata dalla stella Cursa (β Eridani) posta nei pressi di Rigel, astro della costellazione di Orione.

OGGETTI NON STELLARI IN ERIDANO

La costellazione di Eridano contiene diverse stelle doppie come HD 10360 e HD 10361: sistema composto da due stelle arancioni di pari magnitudine, che risultano visibili ad occhio nudo.

Credit: Tommaso Stella. Questa e molte altre immagini della splendida nebulosa su PhotoCoelum! (clicca sulla foto)

La costellazione è priva di oggetti del profondo cielo particolarmente luminosi: vicino al confine con Orione è però presente la suggestiva nebulosa diffusa IC 2118 nota come Nebulosa Testa di Strega.

In Eridano è presente una galassia a spirale barrata (NGC 1300) distante 69 milioni di anni luce, oltre a un sistema planetario oggetto di studio (ε Eridani): il sistema stellare più vicino alla Terra e posto a 10 anni luce da Sole. Attorno ad esso ruota un disco di polveri e un esopianeta di tipo Gioviano.

Interessante la cosiddetta Bolla di Eridano: una struttura filamentosa nebulare molto estesa, la cui area copre parte del Toro, di Eridano e di Orione.

ERIDANO NELLA MITOLOGIA
credit: Uranographia, Johann Bode

Il mito di Eridano è strettamente legato alla figura di Fetonte, figlio del Dio Sole, Elio.

Fetonte si era messo in testa di voler attraversare il cielo con il carro del padre, nonostante egli disapprovasse fermamente. Tuttavia, all’alba di un giorno fatale, Fetonte salí sul carro mettendosi alla guida: i cavalli però ben presto si innervosirono e in poco tempo, quella che era cominciata come una bravata mossa dall’incoscienza del giovane, prese una brutta piega.

Fetonte perse il controllo del carro che impazzì, avvicinandosi sempre più pericolosamente alla Terra e bruciando ogni cosa.

Solo il provvidenziale intervento di Zeus pose fine a quella rocambolesca corsa: il padre degli dei infatti colpì il carro con un fulmine e Fetonte precipitò nel fiume Eridano, annegando.

PICCOLA CURIOSITÀ: Il mitologico fiume Eridano oltre ad essere associato al Nilo, al Rodano e all’Eufrate, viene identificato con l’attuale Po.