Le sere di giugno brillano della magia dell’estate, che farà il suo ingresso giorno 21 con il solstizio: sarà un mese in cui potremo ammirare le costellazioni che caratterizzano il cielo estivo, attraversato dal fiume di stelle della nostra galassia: la Via Lattea.

ERCOLE NEL CIELO ESTIVO

Nelle sere di giugno potremo ammirare, alta nel cielo, la costellazione di Ercole.

Posta tra il Boote e la Lira, quella di Ercole è una costellazione tipica dell’estate boreale che per via della sua ampia estensione (1225 gradi quadrati) ed è classificata come la quinta più grande del firmamento.

Nonostante le sue vaste dimensioni, Ercole non vanta stelle particolarmente luminose; da segnalare la β Herculis, nota come Kornephoros, di magnitudine 2,78.

Tuttavia la costellazione contiene un gran numero di stelle doppie e stelle variabili, osservabili già con piccoli strumenti e telescopi. È il caso di Ras Algethi, una stella doppia composta da una supergigante rossa variabile e da una più piccola verde-azzurra.

La Costellazione di Ercole giace lontana dalla porzione di cielo attraversata dalla Via Lattea, in una regione priva di galassie luminose; in compenso, la costellazione ospita uno dei più conosciuti ammassi globulari: M13 o Ammasso Globulare di Ercole.

Ammasso Globulare M13
di Samuele Gasparini (clicca sull’immagine per saperne di più)

Si tratta dell’ammasso più luminoso dell’emisfero boreale, visibile già ad occhio nudo da luoghi bui, e più nitido e ben dettagliato se osservato rispettivamente con binocolo e telescopio. Con la sua magnitudine apparente pari a 5,8 l’ammasso contiene migliaia di stelle e si presta molto bene all’astrofotografia.

L’Ammasso Globulare di Ercole rimane altresì famoso per il “messaggio Arecibo”: un messaggio radio trasmesso nello spazio dal radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico (purtroppo ormai smantellato dopo gravi danneggiamenti ambientali) il 16 novembre 1974 e indirizzato verso M13, a 25 000 anni luce di distanza.

Abell 39
di Alessandro Bianconi

Da segnalare anche la presenza di una nebulosa planetaria nella costellazione di Ercole, ovvero Abell 39 la cui forma, circolare e trasparente, ricorda una bolla di sapone.

Guarda su PhotoCoelum la foto in HD e scopri maggiori dettagli: Abell 39 di Alessandro Bianconi

 

IL MITO DI ERCOLE

La figura di Ercole è una delle più famose della mitologia: la sua fama è legata alle 12 fatiche che l’eroe affrontò e chi gli valsero la sua eterna gloria.

Figlio di Zeus e di Alcmena, una fanciulla ennesima vittima degli inganni del re degli dei: narra la mitologia che Zeus si trasformò nel marito della giovane per poterla possedere e proprio da questa unione nacque Ercole.

La figura mitologica dell’eroe è sicuramente una delle più conosciute, quella per antonomasia: leggendaria la forza di Ercole nello sfidare animali inferociti come il Leone di Nemea (vedi articolo Costellazioni di Aprile 2022) e mostri come l’Idra (vedi articolo Costellazioni di Maggio 2022).

Egli era venerato come simbolo di forza e abilità, ma anche come eroe generoso, che per il suo altruismo divenne esempio anche di forza morale oltre che fisica.

Ad Ercole è poi legato un altro mito dove la protagonista è la Via Lattea: durante l’allattamento al seno di Era, un Eracle in fasce si mosse bruscamente (o fu Era stessa ad allontanarlo secondo altre versioni) e lo schizzo di latte arrivò sino in cielo creando così il fiume di stelle della nostra galassia.

LA COSTELLAZIONE DELLA LIRA

Nelle serate di inizio estate un astro brilla in maniera particolarmente luminosa sulla volta celeste: si tratta di Vega, stella alfa della Lira.

Circa 14.000 anni fa localizzato nei pressi della Lira si trovava il Polo Nord celeste: all’epoca era infatti Vega la stella polare, situata a pochi gradi dal polo, e la stessa tornerà ad esserlo fra 13.000 anni circa, quando l’asse di rotazione terrestre punterà nuovamente in direzione della Lira.

Seppur di piccole dimensioni, la costellazione è individuabile proprio grazie a Vega che insieme a Altair (nell’Aquila) e Deneb (nel Cigno) costituisce uno dei tre vertici del Triangolo Estivo, un brillante asterismo da ammirare nelle notti estive.

α Lyrae (Vega) è una stella bianco-azzurra multipla, di 5 componenti, posta a una distanza di 25,3 anni luce: essa ha una magnitudine apparente di 0,03 ed è la seconda stella più luminosa dell’emisfero settentrionale (dopo Arturo) e la quinta di tutto il firmamento.

Vega è la prima stella ad essere stata fotografata (dopo il Sole) nel 1850.

OGGETTI NON STELLARI NELLA  LIRA

La costellazione della Lira contiene stelle doppie osservabili e risolvibili anche con l’ausilio di un binocolo, come nel  caso di ε Lyrae, soprannominata la “doppia doppia”, che rappresenta una delle stelle multiple più conosciute del cielo.

Tra gli oggetti più interessanti e alla portata di osservazioni e fotografia deep-sky vi è da segnalare M57, ovvero la Nebulosa Anello, una delle nebulose planetarie più note per via della sua luminosità.

Nebulosa Anello M57
di Roberto Ortu (clicca sull’immagine per maggiori dettagli)

La costellazione è legata allo sciame delle Liridi, così chiamato proprio perché le meteore si originano dal punto (radiante) sulla volta celeste in direzione della Lira, nel periodo di aprile.

LA LIRA NELLA MITOLOGIA

Anche la Lira trova collocazione nella mitologia: una delle storie più accreditate indica la Lira come lo strumento musicale inventato dal dio greco Ermes che lo donò a suo fratello Apollo per poi passare nelle mani di Orfeo.

Dopo l’uccisione di Euridice, sposa di Orfeo, quest’ultimo scese nell’oltretomba per riprendersi la sua amata. Sceso agli Inferi iniziò a suonare struggenti melodie con la sua Lira suscitando così la commozione di Ade, dio dell’oltretomba, che arrivò al punto di consentire ad Orfeo di poter riprendere Euridice con sé a patto di camminare dinanzi alla sua sposa senza mai voltarsi. Ma Orfeo non rispettò il patto e si voltò poco prima di uscire dall’oltretomba, condannando la sua amata. Da quel momento prese ad errare per il mondo con il suo dolore e sempre accompagnato dalla sua Lira; fino alla fine dei suoi giorni, il ricordo di Euridice rimase vivo e Orfeo non riuscì a concedere il suo cuore a donna alcuna. Accadde poi che una donna da lui rifiutata, si vendicò cogliendolo alle spalle mentre si trovava suonare in un bosco e uccidendolo a colpi di pietre.

Orfeo finì finalmente tra le braccia della sua amata.

Leggenda narra che le Muse raccolsero la Lira composta di stelle e la adagiarono sulla volta celeste.

Anche la Lira attraverso il cielo si scorge con i bracci
divaricati tra le stelle, con la quale una volta Orfeo catturava
tutto quello che con la sua musica raggiungesse, e volse il passo
perfino tra le anime dei trapassati e ruppe col canto le leggi d’abisso.
Donde la dignità del cielo e un potere simile a quel dell’origine:
allora alberi e rupi trascinava, ora di astri è guida
e attira dietro sé il cielo infinito dell’orbitante cosmo”.
(Manilio, Poeticon Astronomicon, I, 324-330)