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Nel cielo di luglio astri luminosi compongono figure inconfondibili: sono le costellazioni dell’estate che brillano fiere sulla volta celeste.
In questo mese vedremo le costellazioni primaverili (Leone, Vergine) declinare verso Ovest, mentre a Nord-Ovest e Nord-Est troveremo rispettivamente la sempre presente costellazione dell’Orsa Maggiore con l’asterismo del Grande Carro e Cassiopea; a farci compagnia nelle serate estive sarà anche la brillante stella Arturo del Boote (vedi l’articolo: Le costellazioni di Marzo 2022).
Da Sud-Sud/Est lo scenario celeste si fa più accattivante con la presenza della Via Lattea che inonda il cielo di stelle e le costellazioni più belle e significative dell’estate: Sagittario, Scorpione e Ofiuco che, seppur non appariranno molto alti nel cielo, saranno i principali oggetti di riferimento nell’osservazione e nell’astrofotografia del periodo estivo.
LO SCORPIONE GRANDE PROTAGONISTA DELL’ESTATE
Tra le costellazioni della fascia zodiacale, quella dello Scorpione è una figura molto conosciuta e facilmente individuabile anche da semplici appassionati del cielo: con la sua tipica conformazione che ricorda proprio la sagoma di uno scorpione e la sua brillante stella alfa Antares, l’oggetto astronomico è grande protagonista dell’emisfero australe, dove è visibile per gran parte dell’anno. Nel nostro emisfero lo Scorpione è osservabile dal mese di maggio fino ad agosto, lasciandosi contemplare vicino al centro della Via Lattea, basso all’orizzonte.
Brillante e luminosa, la stella principale della costellazione dello Scorpione è Antares (α Sco), una supergigante rossa posta a circa 600 anni luce dal Sistema Solare, con una magnitudine apparente 1,06: l’astro si trova al centro della costellazione e il suo nome significa “rivale di Marte” (anti-Ares) per via del colore rossastro molto simile che contraddistingue i due oggetti celesti. Con un raggio di circa 850 volte quello del Sole, essa si classifica come una delle stelle più grandi conosciute.
ANTARES E LA NUBE DI RHO OPHIUCHI
Insieme alle stelle di colore azzurro β Scorpii, δ Scorpii e π Scorpii, Antares compone l’asterismo del Grande Uncino.
Come anche ρ Ophiuchi (collocata nell’omonima costellazione dell’Ofiuco), la stella alfa dello Scorpione è pervasa dalla nube molecolare gigante denominata Nube di Rho Ophiuchi: composta da idrogeno ionizzato luminoso e polveri oscure, l’oggetto si colloca nei pressi delle stelle che compongono la testa dello Scorpione e risulta visibile in diversi dettagli già attraverso fotografie a lunga esposizione.
Parte dei gas della Nube vengono illuminati proprio da Antares, assumendo la tipica colorazione rosso/arancio dell’astro.
Tra le stelle che compongono la costellazione dello Scorpione è da segnalare anche Shaula (λ Sco), una stella azzurra di magnitudine 1,62: si tratta dell’astro più luminoso del gruppo di stelle che compone la coda, il pungiglione dello Scorpione.
OGGETTI NON STELLARI NELLO SCORPIONE
La costellazione ospita un gran numero di stelle variabili oltre che diversi oggetti del cielo profondo: tra gli ammassi globulari ricordiamo M4, poco concentrato ma molto luminoso individuabile già con un binocolo ad Ovest di Antares.
Di M4 parleremo nel dettagli nel prossimo numero della rivista: non perdere Coelum n. 257!
Vi è poi l’ammasso aperto M7, che se osservato da un luogo appropriato risulta ben visibile anche ad occhio nudo, mentre sarà risolvibile nei dettagli con l’ausilio di un binocolo.
Interessanti anche M6 o Ammasso Farfalla, l’ammasso NGC 6231 e NGC 6281.
LO SCORPIONE DALL’ASTRONOMIA ALLA MITOLOGIA
Ogni oggetto celeste è circondato dal mito e dalla leggenda, e lo Scorpione non fa eccezione!
Secondo la mitologia greca la figura dello Scorpione è strettamente legata a quella di Orione: sono state tramandate più storie che raccontano di questo legame. Una di queste ci narra che il cacciatore celeste era innamorato della bellissima sorella gemella di Apollo, Artemide, tiratrice d’arco.
Questa relazione non era vista di buon occhio da Apollo che considerava l’arrivo di Orione sull’isola di Delo e la relazione con Artemide una sorta di profanazione e così ricorse l’aiuto della Madre Terra la quale scatenò sul cacciatore la furia di un gigante e velenosissimo scorpione (vedi articolo: Le costellazioni di Dicembre 2021).
Contro l’attacco del velenoso pungiglione dello scorpione a nulla valsero l’armatura e la forza di Orione che, una volta andato incontro al suo tragico destino con il piano mortale messo a punto da Apollo, venne collocato sulla volta celeste ed eternamente inseguito dallo Scorpione, in un ciclico sorgere e tramontare delle costellazioni sulla volta celeste.
L’OFIUCO NEL CIELO DI LUGLIO
In una regione di cielo molto ricca di oggetti interessanti, a Nord-Ovest del centro della Via Lattea, è posta la costellazione dell’Ofiuco, una figura che interseca la fascia dello Zodiaco.
La costellazione si trova a cavallo dell’equatore celeste e la sua posizione la rende osservabile da quasi tutte le aree del pianeta, tranne le regioni polari.
“Colui che tiene il serpente”: è infatti la figura di un uomo quella che ci appare nel cielo e che corrisponde alla costellazione di Ofiuco, che divide in due parti un’altra costellazione, quella del Serpente.
Le stelle più luminose dell’Ofiuco sono α Ophiuchi, nota anche come Ras Alhague – che rappresenta la testa della figura – e η Ophiuchi, nota come Sabik, nella parte meridionale.
α Ophiuchi è una stella bianca di magnitudine 2,08; è una delle stelle brillanti più vicine a noi, a 47 anni luce. η Ophiuchi è una stella bianca di magnitudine 2,43 a 84 anni luce di distanza.
OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DI OFIUCO
La costellazione contiene diverse stelle variabili oltre ad ammassi e nebulose: con un binocolo è possibile individuare il brillante ammasso globulare M5, vi sono poi gli ammassi M9, M10, M12, M14 che si prestano all’astrofotografia e all’osservazione con il telescopio.
Tra le nebulose planetarie sono interessanti gli oggetti NGC 6572 e NGC 6309.
OFIUCO NELLA MITOLOGIA
Tra i miti che aleggiano intorno alla costellazione di Ofiuco quello più noto è il mito greco che si rifà al dio della medicina Asclepio, figlio di Apollo e Coronide, anche se sull’identità della madre non vi è certezza.
Secondo la leggenda Coronide, con in grembo il figlio di Apollo, tradì quest’ultimo con un mortale: a rendere Apollo a conoscenza del misfatto ci pensò un corvo che, anziché ricevere dal dio la giusta ricompensa per averlo informato dei fatti, venne trasformato da uccello candido qual era in un corvo nero.
Apollo scagliò una freccia mortale contro Caronide in un impeto di gelosia, portando a compimento il suo folle gesto con un’azione ancor più malvagia: il dio strappò dal grembo di Caronide il bambino consegnandolo alle cure del centauro Chirone, che allevò il figlio come fosse suo e lo indottrinò alla conoscenza e all’applicazione delle tecniche di guarigione e di caccia.
Asclepio acquisì tutto il sapere possibile, divenendo abile nel salvare le vite umane e anche nel resuscitare i morti: ciò però mosse la preoccupazione di Ade, dio dell’oltretomba, che si rivolse a Zeus il quale punì Asclepio, fulminandolo.
Nonostante tutto, Apollo non fu in grado mandare giù un simile oltraggio e, anche al fine di placare le ire del padre degli dei, rese Asclepio immortale, trasformandolo nella costellazione di Ofiuco e collocandolo sulla volta celeste per l’eternità.