Nel primaverile cielo di Maggio assisteremo a una bella sfilata di costellazioni tipiche del periodo che domineranno le miti serate facendo sfoggio dei loro astri più brillanti

Se a Ovest e Nord-Ovest saranno ormai sempre più basse sull’orizzonte Auriga, Gemelli, Cancro e parte di Idra, da Sud-Est iniziano ad affacciarsi già nelle prime ore notturne le costellazioni che preannunciano il cielo estivo, ovvero:  Cigno, Aquila, Ofiuco, Bilancia e Scorpione.

Vergine: una delle più grandi costellazioni del cielo

Posta a metà strada tra Leone e Bilancia, la costellazione zodiacale della Vergine rappresenta una delle protagoniste del cielo di Maggio: facilmente individuabile grazie alla sua stella alfa, Spica.

Vergine e Spica (credit Stellarium)

Vergine transita al meridiano proprio il 25 maggio e sarà visibile sino al mese di luglio, accompagnandoci così per una buona parte del cielo estivo.

Con la sua estensione (circa 1300 gradi quadrati) questa costellazione è la seconda più ampia della volta celeste (il primato lo detiene l’Idra) e si presenta interessante e ricca anche per via degli oggetti non stellari che ospita al suo interno.

La stella più brillante è Spica (alfa Virginis), distante 262 anni luce da noi, che con la sua magnitudine di 1.04 si colloca al quindicesimo posto tra le stelle più luminose del firmamento. Con il suo colore azzurro intenso è facilmente riconoscibile in quanto, insieme alle stelle Arturo e Denebola, costituisce uno dei vertici dell’asterismo del Triangolo primaverile.

Ne abbiamo parlato qui: Le costellazioni di Aprile 2022

Tra gli astri che compongono la costellazione, la seconda più luminosa è Porrima (gamma Virginis), una stella doppia le cui componenti sono di pari colore (giallastro), di magnitudine apparente di 2.74; questo sistema binario si trova a una distanza di 39 anni luce.

Al terzo posto per luminosità, brilla la gigante gialla Vendemmiatrice, con magnitudine 2.85 e distante 102 anni luce. Le origini del suo nome risalgono a più di 2.000 anni fa, quando la stella sorgeva alle prime luci dell’alba durante il periodo di inizio settembre, interessato dalla vendemmia. A causa della Precessione degli equinozi, le cose ad oggi sono un po’ cambiate e la stella Vendemmiatrice ha lasciato il posto agli astri della costellazione del Leone.

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DELLA VERGINE

Quella della Vergine è una costellazione molto ricca di oggetti non stellari.

Ospita infatti un gran numero di galassie e ammassi; tra questi il più importante è l’Ammasso della Vergine: un ricco insieme di galassie, molte delle quali sono osservabili già con piccoli telescopi.

da Photo Coelum: Ammasso della Vergine di Maurizio Cabibbo (clicca sull’immagine per saperne di più)

L’ammasso è composto da circa 2.500 membri ed è a sua volta il componente più massiccio del Superammasso della Vergine di cui fa parte anche il Gruppo Locale, ovvero il gruppo di galassie a cui appartiene la nostra Via Lattea.

Una delle galassie ellittiche più conosciute ed estese visibili nella costellazione della Vergine è Virgo A, nota anche come l’oggetto M87 del Catalogo Messier: posta in una regione povera di stelle luminose, la galassia può  essere individuata a partire dall’utilizzo di un binocolo di media apertura, in un cielo nitido e privo di qualsiasi ostacolo luminoso. Con telescopi di una certa portata di ingrandimento, l’oggetto M87 può essere osservato in maniera più nitida anche se ciò che apparirà ai nostri occhi sarà una comunque un piccolo nucleo luminoso circondato da un alone biancastro.

Crediti: Eht Collaboration

La principale peculiarità di M87 è il Buco Nero Supermassiccio situato al centro della galassia di cui il 10 aprile 2019 è stata svelata al mondo l’immagine dell’orizzonte degli eventi.

Con il suo getto relativistico e l’emissione di raggi X e gamma, la galassia costituisce un importante oggetto di studio per scienziati e ricercatori.

 

VERGINE NELLA MITOLOGIA

Figura ispiratrice per i letterati greci da Pindaro, Eschilo a Euripide, la Vergine trova collocazione tra le divinità della natura, dell’agricoltura, del ciclo delle stagioni, dell’abbondanza e fertilità.

Già l’antico popolo dei Babilonesi associava la figura della Vergine a quella della dea Shala, divinità dei raccolti raffigurata con una spiga in mano e non a caso la stella principale della costellazione prende il nome di Spica, dal latino “spiga di grano”.

La mitologia greca identifica la Vergine con Dike (o Astrea), dea della Giustizia figlia di Zeus e Temi, che insieme alle sue sorelle faceva parte delle figure mitologiche chiamate Ore: custodi del rispetto per le leggi morali e divinità della natura.

Secondo la leggenda la dea Dike si impegnò affinché gli uomini osservassero le regole morali e di equità, ma questo non bastò a scansarla dalla delusione e dall’amarezza nel constatare la bassezza della condotta umana. Mossa dallo sdegno, infatti, la dea preferì ritirarsi in cielo.

L’IDRA: LA PIU’ ESTESA DELLE COSTELLAZIONI

Idra (credit Stellarium)

Come sopra descritto, Vergine è seconda per estensione solo a Idra, una costellazione prevalentemente australe che tuttavia  può essere osservata dal nostro emisfero proprio nei mesi che vanno da marzo a giugno: nel cielo serale di maggio possiamo dunque provare a individuarla, cercandola nella porzione di cielo al di sotto delle costellazioni di Vergine, Leone e Cancro.

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Idra è un oggetto molto esteso che copre un’area di circa 1303 gradi quadrati e che serpeggia sotto i nostri occhi coprendo da sola il 3,16% della volta celeste. Peculiare il fatto che mentre la “coda” dell’Idra si appresta a sorgere, la “testa” è già alta verso Sud e quando la “testa” si accinge al tramonto è la “coda” a culminare a Sud.

Nonostante la sua ampiezza, Idra è una costellazione che non eccelle di certo in luminosità, poiché ha solo una stella degna di nota: Alphard (alfa Hydrae), posta a circa venti gradi a Sud di Regolo. Si tratta di una gigante arancione che possiede una magnitudine di 1,99 e si trova a 177 anni luce di distanza.

Va segnalato che la costellazione ospita diverse stelle doppie, facilmente risolvibili anche con l’ausilio di un  binocolo, e delle stelle variabili.

In Idra un oggetto non stellare degno di nota è certamente M48: un ammasso aperto individuabile ad occhio nudo, sempre a condizione che si osservi da un luogo privo di inquinamento luminoso. L’oggetto è riconoscibile attraverso un binocolo o meglio ancora con l’utilizzo di un telescopio.

Nella costellazione è presente anche una nebulosa planetaria molto luminosa e dal colore verde/bluastro, simile ad un pianeta: si tratta di NGC 3242, nota anche come Fantasma di Giove o Nebulosa Occhio.

NGC 3242 “Fantasma di Giove” di Francesco Badalotti (clicca sull’immagine per saperne di più)

Presente nella costellazione dell’Idra anche M83, una galassia a spirale molto luminosa nota anche con il nome di Galassia Girandola del Sud per via dei suoi bracci a spirale che entusiasmano molto nell’osservazione e nell’astrofotografia.

IDRA NELLA MITOLOGIA

Come ogni oggetto celeste, anche l’Idra trova ampi riferimenti nella mitologia, in modo particolare nel mito greco che annovera Idra tra le Fatiche di Ercole.

Figlia di Tifone ed Echidna, Idra fu allevata da Era: era un mostro arguto e diabolico, in grado di uccidere un uomo anche solo con il suo respiro tanto era la quantità di veleno presente nel suo corpo. Viene raffigurato come un serpente marino dotato di nove teste, le quali si rigeneravano qualora fossero recise.

Fu Ercole ad uccidere il mostro durante la sua seconda fatica, in cui riuscì ad abbattere l’Idra con delle frecce infuocate, nonostante fosse stato colpito più volte dalle chele del Carcino (granchio), emerso dalla palude e inviato da Era ai fini di ostacolare Ercole. Al seguito della la sconfitta, Era pose in cielo sia il granchio che il mostruoso serpente marino, trasformandoli rispettivamente nelle costellazioni del Cancro e dell’Idra.