2004 MN4
Dietro questa criptica sigla provvisoria si cela uno tra i NEA più studiati.

Storia di un’incredibile scoperta

Una notte dell’estate del 2004, un trio di astronomi – Roy A. Tucker, David J. Tholen, e l’italiano Fabrizio Bernardi – effettuando osservazioni con il Bok Telescope presso il Kitt Peak National Observatory (USA), si imbatterono in quello che, a prima vista, poteva essere uno tra i tanti Asteoridi Near Earth.

Le misure astrometriche furono prontamente inviate al centro mondiale per la ricezione e la distribuzione delle misure di posizione dei corpi minori, il Minor Planet Center (Cambridge, Massachusetts), che avrebbe dovuto provvedere ad inserirle in un’apposita pagina internet (la Neo Confirmation Page), per consentire ad altri osservatori di effettuare le consuete attività di follow up e conferma. Le successive notti di maltempo, inoltre, impedirono a Tucker, Tholen e Bernardi di seguire il nuovo asteroide e dell’oggetto se ne persero le tracce.

Alla fine del 2004 fu nuovamente individuato dall’osservatorio di Siding Spring (Australia) e dai calcoli effettuati sugli elementi orbitali estesi, emerse che 2004 MN4 avrebbe effettuato un passaggio ravvicinato con la Terra il 13 aprile del 2029.

La situazione divenne preoccupante.

Generalmente, le probabilità di impatto tendono rapidamente a decrescere mano a mano che l’orbita viene consolidata, ma nel caso di 2004 MN4 l’andamento era esattamente l’opposto: tutte le misure astrometriche evidenziavano un serio aumento del rischio, non una diminuzione. Il passaggio ravvicianto del 13 aprile 2029 avrebbe comportato una probabilità di impatto del 3%, la più alta mai calcolata.

Le stime della dimensione, ricavate dalla magnitudine assoluta, indicavano che l’oggetto misurava all’incirca 400 metri di diametro. Un eventuale impatto con il nostro pianeta sarebbe risultato catastrofico a livello regionale.

Per farsi un’idea delle conseguenze di un simile evento, possiamo utilizzare una simulazione messa a disposizione dall’Imperial College di Londra (Purdue University), l’Earth Impact Effects Program.

Fortunatamente, una pre-covery – che estende l’arco osservativo al marzo del 2004 – e le osservazioni radar effettuate a gennaio del 2005 dal Radio Osservatorio di Arecibo, indicarono chiaramente che il 2029 non sarebbe stato l’anno dell’impatto, ma rimasero probabilità residue per il 2036 ed il 2068.

Ulteriori osservazioni radar esclusero fortunatamente anche entrambe quelle date e, a seguito di successive campagne – culminate con l’osservazione radar del Goldstone Deep Space Communications Complex (meglio conosciuto come Goldstone Observatory) –  nel 2021 il Jet Propulsion Laboratory della NASA ha ufficialmente depennato (99942) Apophis dalla Sentry Risk List.

Il passaggio ravvicinato di (99942) Apophis del 3 Aprile 2029 avverrà ad una distanza di 30.000 km dalla superficie terrestre, all’altezza dei satelliti geostazionari.

Sarà una preziosissima occasione per vedere un NEA ad occhio nudo, momento in cui raggiungerà la terza magnitudine, sfrecciando sulla volta celeste alla velocità di 2300 arcosecondi al minuto (vale a dire che in circa due minuti lo vedremo percorrere una distanza angolare pari a quella della Luna piena).

Minor Planet Ephemeris Service: Query Results

clicca sull’immagine per accedere al sito del Minor Planet Center

Le osservazioni effettuate da terra durante il passaggio del 2029 consentiranno di raccogliere una mole di informazioni che, una volta analizzate, porteranno ad una precisa caratterizzazione fisica dell’asteoride. Inoltre la misura dell’entità degli effetti mareali indotti in questa circostanza dal nostro pianeta, consentirà di studiare la struttura interna di questo affascinante mondo in miniatura.

Quello di Apophis è stato un importante test case.

Grazie alle grande quantità di osservazioni si sono potuti correggere alcuni insidiosi errori sistematici che affliggevano molti cataloghi stellari – come ad esempio l’USNO B – ed è stato possibile sviluppare un nuovo metodo per la correzione dei modelli di errore nel calcolo delle orbite.

La soluzione orbitale estremamente precisa ha permesso di calcolare con accuratezza l’entità che l’effetto Yarkowsky (per la definizione, vedi Mondi in Miniatura di febbraio) ha sull’asteroide:

Gli ultimi residui di probabilità per un impatto nei prossimi 100 anni sono stati eliminati grazie a questo studio 

Cosa osservare a Maggio 2022

I principali asteroidi osservabili a maggio 2022 (in-the-sky.org)

(13) Egeria

(13) Egeria è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.510 giorni (4,13 anni) ad una distanza compresa tra le 2,36 e le 2,80 Unità Astronomiche (rispettivamente, 535.050.973 km al perielio e 418.874.036 km all’afelio).

Deve il suo nome a Egeria, divinità protettrice delle nascite e delle acque sorgive.

Scoperto da Annibale de Gasparis il 2 Novembre 1850, questo imponente asteroide (all’incirca 220 chilometri di diametro) sarà in opposizione il 4 di Maggio. In questo frangente raggiungerà la massima brillantezza con una magnitudine di 10.0.

Il suo moto sarà di 0,70 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (13) Egeria trasformarsi in una bella striscia luminosa di 28 secondi d’arco.

(18) Melpomene

(18) Melpomene è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.270 giorni (3,48 anni) ad una distanza compresa tra le 1,80 e le 2,80 Unità Astronomiche (rispettivamente, 269.276.166 km al perielio e 418.874.036 km all’afelio).

Deve il suo nome a Melpomene, figlia di Zeus e di Mnemosine, divinità del canto e della danza.

Scoperto da John Russell Hing il 24 giugno 1852, questo grande asteroide (circa 140 km di diametro) sarà in opposizione il 5 Maggio, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 10.3.

Il suo moto sarà di 0,65 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (18) Melpomene trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

(21) Lutetia Magnitudine: 10
(86) Semele Magnitudine: 14
(88) Thisbe Magnitudine: 11
(140) Siwa Magnitudine: 12
(233) Asterope Magnitudine: 12
(341) California Magnitudine: 13
(403) Cyane Magnitudine: 12
(545) Messalina Magnitudine: 13
(1319) Disa Magnitudine: 13

Selezione di asteroidi (luminosi) in opposizione a Maggio 2022

Cieli sereni a tutti!