Credo che il Leo Minor (il Leoncino), assieme all’Equuleus (il Cavallino), detenga nel nostro emisfero celeste la palma della costellazione più misconosciuta. Altre costellazioni sono ancora più piccole, oppure contrassegnate da stelle molto deboli (Coma, Delphinus, Vulpecula, Sagitta, Scutum), ma per caratteristiche legate alla loro riconoscibile morfologia, per ragioni storiche o per la fama dei loro oggetti deepsky, quest’ultime sono comunque molto più conosciute e frequentate rispetto alle prime due. Sebbene facilmente rintracciabile come posizione (a nord del Leone e a sud dell’Orsa Maggiore), il Leoncino risulta tuttavia di difficile identificazione, con una sola stella al di sotto della quarta magnitudine: Praecipua che, caso unico in tutto il cielo, non è né la stella alfa né la beta della costellazione, ma semplicemente la n° 46!
Sembra infatti che quando l’astronomo inglese Francis Baily, verso la metà del 19° secolo, si mise ad assegnare le lettere greche alle stelle del Leo Minor (rimaste anonime dal 1687, anno in cui Hevelius creò la costellazione), nominò come beta la seconda stella più luminosa, ma si dimenticò letteralmente di Praecipua… alla quale rimase soltanto il numero di Flamsteed e il nome proprio, regalatole dal nostro Giuseppe Piazzi. E gli oggetti deepsky del Leoncino? Anche quelli saranno così anonimi da non valere nemmeno il tempo di un’occhiata? Cerchiamo di scoprirlo in questa puntata.