RUBRICA SUPERNOVAE COELUM N. 112
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ARRIVA UN’ALTRA SUPERNOVA SN2023fyq IN NGC4388
Mentre la famosa supernova SN2023ixf in M101 continua a dare spettacolo con una luminosità ancora notevole intorno alla mag.+12,5 sembrerebbe ormai assodato il tipo di questa supernova e cioè una tipo IIL. Abbiamo chiesto ulteriori informazioni agli astronomi dell’osservatorio di Asiago, che hanno confermato questa classificazione, ma con una particolare anomalia: la curva di luce mostra un lento declino, più marcato nelle bande blu, non è perciò piatta come una classica IIP, ma rimane comunque molto più lenta di una tipica IIL, quindi potremmo essere di fronte ad un oggetto di transizione tra le due classi.
Dovrebbe rimanere fra le mag.+12 e mag.+13 ancora per un mese, poi quando finirà la ricombinazione dell’Idrogeno e si assesterà sulla coda radioattiva, a quel punto la luminosità inizierà a calare molto più rapidamente. Intanto lo scopritore di questa importante supernova, il famoso astrofilo giapponese Koichi Itagaki, non è rimasto fermo a cullarsi sugli allori di questa importante scoperta ed ha continuato la sua frenetica ricerca, che lo ha portato nella notte del 23 luglio ad individuare una luminosa nuova stella di mag.+13,6 nella galassia a spirale NGC4388 posta nella costellazione della Vergine a circa 60 milioni di anni luce di distanza.
NGC4388 è situata in un ricco gruppo di galassie, dove troneggiano le due galassie lenticolari M84 e M86 insieme a molte altre galassie a spirale fra cui spiccano NGC4438, NGC4435 e NGC4402. Già con un’analisi preliminare è saltato subito all’occhio che la posizione di questo nuovo oggetto luminoso coincideva perfettamente con quella del transiente AT2023fyq, scoperto il 17 aprile alla mag.+19,51 dal programma professionale americano denominato Zwicky Transient Facility (ZTF). Questo debole transiente aveva oscillato come luminosità tra le mag.+19 e mag.+19,5 fino agli inizi di giugno, per salire poi verso la mag.+18 agli inizi di luglio. In base alla curva di luce era stato perciò classificato come una semplice stella variabile. Di solito le supernovae, sia di tipo I che di tipo II, al momento dell’arrivo della prima luce sul ns. pianeta, impiegano circa due o al massimo tre settimane per raggiungere il massimo di luminosità. Com’era possibile che questo oggetto avesse impiegato oltre tre mesi (dal 17 aprile) per raggiungere un ipotetico massimo di luminosità? Forse quella debole stella variabile non era lo stesso oggetto individuato da Itagaki?
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