RUBRICA SUPERNOVAE COELUM N. 116
Anche il 2023 è giunto al termine e purtroppo il bilancio per gli astrofili italiani che si dedicano alla ricerca di supernovae extragalattiche non è dei migliori. Se escludiamo la coppia Mirco Villi e Michele Mazzucato, che collaborando entrambi da diversi anni con i professionisti americani del CRTS Catalina hanno ottenuto nel 2023 ben dieci scoperte, per gli altri astrofili italiani che possono fare affidamento solo sulla modesta strumentazione tipica di un astrofilo, la gioia di una scoperta è rimasta preclusa. Anche il nostro ISSP ormai per il terzo anno consecutivo non è riuscito a mettere a segno nessuna scoperta di supernova. Come sappiamo la causa di questa debacle va ricercata nello strapotere dei programmi professionali di ricerca supernovae, che lasciano ai volenterosi astrofili solo le briciole. Abbiamo però i membri dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR) che hanno tenuto alto il nome dell’ISSP mettendo a segno la scoperta di sei Novae Extragalattiche individuate nelle galassie M31, M33 e M81.
Nell’anno 2023 sono stati inseriti nel TNS Transient Name Server quasi 20.000 transienti fra Supernovae, Novae extragalattiche e Novae della nostra galassia, ma appena meno di 2000 hanno ottenuta una conferma spettroscopica, quindi soltanto il 10%. Se come abbiamo visto è ormai molto difficile riuscire ad ottenere una scoperta, nel campo della spettroscopia dedicata alle supernovae abbiamo invece disponibile un ampio spazio di manovra ed un astrofilo evoluto, munito di una adeguata strumentazione e di una buona volontà e costanza, può ottenere dei risultati molto gratificanti. Portiamo pertanto come esempio lo stupendo lavoro che l’astrofilo bellunese Claudio Balcon sta portando avanti dal 2019, anno in cui è entrato a far parte dell’ISSP. Ad oggi possiamo affermare che Claudio è sicuramente il fiore all’occhiello del progetto ISSP. In poco più di quattro anni è riuscito a classificare per primo nel TNS la bellezza di 120 supernovae, diventando il leader assoluto a livello mondiale. Basta pensare che il secondo, cioè l’astrofilo inglese Robin Leadbeater, ne ha classificate solo 28. Se gli astrofili italiani sono rimasti fermi al palo in fatto di scoperte di supernovae, a livello mondiale abbiamo due realtà che sono riuscite ad ottenere delle scoperte, eludendo la ferrea sorveglianza dei programmi professionali. Stiamo parlando del famoso ed esperto giapponese Koichi Itagaki con 6 scoperte nel 2023 che gli hanno permesso di consolidare il terzo posto nella Top Ten mondiale amatoriale con 179 successi ed i cinesi del programma XOSS con 19 scoperte nel 2023, raggiungendo la settima posizione della Top Ten mondiale con 85 successi.
L’evento principale che ha caratterizzato il 2023 appena concluso è stata sicuramente la luminosa supernova SN2023ixf scoperta la notte del 19 maggio proprio dal giapponese Itagaki nella stupenda galassia a spirale M101, conosciuta come la galassia Girandola e situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore a “soli” 21 milioni di anni luce di distanza. Al momento della scoperta il nuovo oggetto mostrava una luminosità pari alla mag.+14,9 ed appena 5 ore più tardi, dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos nelle Isole Canarie con il Liverpool Telescope di 2 metri, venne ripreso lo spettro di conferma. Si trattava di una giovanissima supernova di tipo II, scoperta soltanto un giorno dopo l’esplosione, cioè dopo l’arrivo sul nostro pianeta della “prima luce”. La vera esplosione era infatti avvenuta 21 milioni di anni prima e la luce di questa immane esplosione aveva impiegato tutti questi anni per giungere fino a noi.
L’evoluzione di questa importante supernova è stata seguita monitorando la curva di luce e ottenendo numerosi altri spettri che hanno permesso di affinare la classificazione, che è stata definitivamente archiviata come una supernova di tipo IIL, ma con una particolare anomalia: la curva di luce mostra un lento declino, più marcato nelle bande blu, non era perciò piatta come una classica IIP, ma rimaneva comunque molto più lenta di una tipica IIL, quindi potremmo essere di fronte ad un oggetto di transizione tra le due classi. Il 24 maggio venne raggiunto il massimo di luminosità alla notevole mag.+10,8 diventando una delle supernovae più luminose degli ultimi anni. Bisogna infatti risalire al gennaio 2014 con la SN2014j in M82 (mag.+10,1) per trovare una supernova più luminosa e vicina. Ad oggi, a distanza di oltre sette mesi dalla scoperta, la supernova è ancora ben visibile con una luminosità pari alla mag.+15,5.
Nel 2023 abbiamo avuto anche un’altra supernova scoperta in una galassia del catalogo di Messier, che purtroppo però a deluso le attese in fatto di luminosità. La SN2023dbc è stata individuata nella notte del 13 marzo dal programma professionale americano di ricerca supernovae denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) come una debole stellina di mag.+19,47 nella galassia a spirale barrata M108 posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 30 milioni di anni luce di distanza ed è accompagnata in cielo, naturalmente solo prospetticamente, da un altro oggetto del catalogo di Messier, M97 la famosa nebulosa planetaria Gufo, posta a soli 39’ a Sud. Purtroppo questa supernova sarà ricordata per essere una delle più deboli e poco appariscenti fra tutte le 70 supernova scoperte ad oggi nelle galassie Messier, avendo raggiunto soltanto la mag.+17.
Nel 2023, oltre alla SN2023ixf nella galassia M101 che come abbiamo visto è stata la supernova più luminosa (mag.+10,8), abbiamo avuto altre due supernovae molto luminose che hanno raggiunto la mag.+13. La prima è stata individuata la notte del 23 luglio dal solito Koichi Itagaki nella galassia a spirale NGC4388 posta nella costellazione della Vergine a circa 60 milioni di anni luce di distanza. NGC4388 è situata in un ricco gruppo di galassie, dove troneggiano le due galassie lenticolari M84 e M86 insieme a molte altre galassie a spirale fra cui spiccano NGC4438, NGC4435 e NGC4402. Già con un’analisi preliminare saltò subito all’occhio che la posizione di questo nuovo oggetto luminoso (mag.+13,6) coincideva perfettamente con quella del transiente AT2023fyq, scoperto il 17 aprile alla mag.+19,51 dal programma professionale americano denominato Zwicky Transient Facility (ZTF). Questo debole transiente aveva oscillato come luminosità tra le mag.+19 e mag.+19,5 fino agli inizi di giugno, per salire poi verso la mag.+18 agli inizi di luglio. In base alla curva di luce era stato perciò classificato come una semplice stella variabile. Di solito le supernovae, sia di tipo I che di tipo II, al momento dell’arrivo della prima luce sul ns. pianeta, impiegano circa due o al massimo tre settimane per raggiungere il massimo di luminosità. Com’era possibile che questo oggetto avesse impiegato oltre tre mesi (dal 17 aprile) per raggiungere un ipotetico massimo di luminosità? Forse quella debole stella variabile non era lo stesso oggetto individuato da Itagaki? Intanto nella notte del 25 luglio il primo a riprendere lo spettro di questo “strano” oggetto fu un team di astronomi, fra cui quelli italiani dell’Osservatorio di Asiago, utilizzando il Nordic Optical Telescope da 2,56 metri all’Osservatorio del Roque de los Muchachos nelle Isole Canarie. La SN2023fyq era stata definitivamente classificata come una rara supernova di tipo Ib-pec.
La stella variabile scoperta ad aprile da ZTF era lo stesso oggetto individuato dal giapponese Itagaki. Non erano presenti infatti stelle sovrapposte nella posizione della supernova. La variabilità osservata negli ultimi mesi poteva perciò essere considerata come un “precursore”, ossia un attività eruttiva da parte del progenitore poco tempo prima dell’esplosione finale, che era stata poi individuata da Itagaki. Questa supernova ha raggiunto la mag.+12,9 a fine luglio, diventando la seconda supernova più luminosa del 2023.
La seconda è stata SN2023bee scoperta la notte del 1° febbraio dal programma professionale americano denominato DTL40 nella galassia a spirale barrata NGC2708 posta nella costellazione dell’Idra a circa 90 milioni di anni luce di distanza. La supernova che al momento della scoperta mostrava una luminosità pari alla mag.+17,3 era situata molto distante dal nucleo della galassia e precisamente 124” Nord e 54” Est.
I primi a riprendere lo spettro in tempo di record, appena 20 minuti dopo la scoperta, furono gli astronomi cinesi del Yunnan Observatory con il telescopio Lijiang da 2,4 metri, classificando il nuovo transiente come una supernova di tipo Ic o Ic-BL molto giovane, lasciando però una certa incertezza sulla classificazione a causa della giovanissima fase della supernova. Il giorno seguente gli astronomi australiani del Siding Spring Observatory con il Faulkes Telescope South di 2 metri, ripresero un nuovo spettro e questa volta il dubbio sulla classificazione fu definitivamente fugato: si trattava in realtà di una supernova di tipo Ia scoperta più di due settimane prima del massimo di luminosità, appena 2-3 giorni dopo l’esplosione, con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiavano all’impressionate velocità di circa 25.000 km/s. La supernova aumentò progressivamente di luminosità fino a raggiungere il massimo intorno al 19 febbraio alla mag.+13,1 diventando la terza supernova più luminosa del 2023.
Concludiamo la rubrica con gli eventi più significativi di questo 2023, segnalando il nuovo record per la galassia più prolifica in fatto di eventi di supernovae. La galassia irregolare barrata NGC3690 posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 135 milioni di anni luce di distanza, in collisione con la galassia irregolare barrata IC694, formando una coppia di galassie, conosciute anche come Arp299, nella notte del 4 novembre ha visto esplodere la sua quattordicesima supernova, la SN2023wrk, individuata dal programma professionale denominato GOTO Gravitational Optical Transient Observer. Un vero record ottenuto in soli 31 anni. La prima supernova conosciuta esplosa in questa coppia di galassie risale infatti al 9 marzo 1992 con la SN1992bu.