Contrariamente a quanto avviene sulla Terra, le tempeste di sabbia che si scatenano su Marte possono estendersi a tutto il pianeta, avvolgendolo in un velo di polveri che possono nascondere per mesi tutte le caratteristiche superficiali. Questo è accaduto nel 2001, come documentano (in una sorta di “prima” e “dopo”) le immagini riprese dal Telescopio Spaziale Hubble (a sinistra una ripresa del 26 giugno 2001, a destra del 4 settembre 2001). Ciò può accadere anche durante una Grande Opposizione, privando gli osservatori di un evento atteso per moltissimi anni. Accadde per esempio nel 1956, e la delusione fu enorme. Crediti: NASA/James Bell (Cornell Univ.), Michael Wolff (Space Science Inst.), and Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

EFFEMERIDI
(mar. – ott. 2018)

Luna

Sole e Pianeti

Anticipiamo quindi un estratto, da un articolo ben più ampio sull’osservazione di Marte, che troverete nel numero 224 di Coelum Astronomia di luglio/agosto di prossima uscita (pronti per il 22 giugno?), per l’osservazione delle nubi e delle tempeste su Marte.

Per tutte le informazioni di visibilità dei pianeti nel cielo di giugno leggi il Cielo di Giugno

Contrariamente a quanto avviene sulla Terra, le tempeste di sabbia che si scatenano su Marte possono estendersi a tutto il pianeta, proprio come sembra prepararsi a fare la tempesta in corso in questi giorni, che sta mettendo in difficoltà il rover Opportunity della NASA, avvolgendolo in un velo di polveri che possono nascondere per mesi tutte le caratteristiche superficiali.

Proprio nei giorni in cui stiamo scrivendo, infatti, una grande tempesta di polvere sta imperversando sulla superficie di Marte, rilevata dal Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) lo scorso 30 maggio. Nel giro di pochi giorni, la tempesta si è gonfiata, arrivando l’8 giugno a coprire oltre 18 milioni di chilometri quadrati – un’area più grande del Nord America – e includendo l’attuale posizione del rover Opportunity, nella Perseverance Valley del cratere Endeavour. Ad oggi ricopre più di un quarto del pianeta e non sembra intenzionata a fermarsi.

Tempeste di sabbia intense come questa non sorprendono, ma non sono frequenti. Possono spuntare improvvisamente e durare settimane, persino mesi.

Tra i fenomeni alla portata di una strumentazione amatoriale dobbiamo annoverare quelle che sono le avvisaglie delle tempeste di polvere: le cosiddette nubi gialle (Yellow clouds). Con la sublimazione dei ghiacci vengono immesse nell’atmosfera marziana delle grandi quantità di gas, specialmente anidride carbonica insieme a una piccola quantità di vapore acqueo. La prima è la principale responsabile dei grandi venti che si generano per differenza di pressione atmosferica tra le regioni polari e quelle a latitudini minori; un ingrediente necessario per la formazione di tempeste di sabbia che possono essere facilmente seguite anche da Terra.

Una tempesta di sabbia, annunciata da caratteristiche “nubi gialle” insorge improvvisamente in Sinus Meridiani nei giorni 27, 28 e 29 ottobre 2005.

Gli studi condotti hanno mostrato che questi fenomeni possono verificarsi potenzialmente in qualsiasi stagione. Il picco principale (285° Ls) avviene subito dopo il solstizio dell’estate meridionale, ma un picco secondario è stato osservato anche all’inizio dell’estate settentrionale, attorno a 105° Ls.

Generalmente, le tempeste che si verificano durante l’estate meridionale sono più estese e spettacolari, e possono crescere rapidamente per avvolgere persino l’intero pianeta. Bisogna tuttavia ricordare che le tempeste di polvere globali sono piuttosto rare, tutt’ora non è possibile prevedere se questa lo diverrà o meno.  Molto più comuni sono gli eventi “locali”, che hanno spesso origine nelle regioni desertiche vicino a Serpentis Noachis, Solis Lacus, Chryse o Hellas.

Si tratta in ogni caso, come dicevamo, di fenomeni alla portata di una strumentazione amatoriale e, se non potremo osservare le formazioni del suolo marziano o le sue calotte polari (ma non è ancora detto!), potremo però seguire l’evolversi della tempesta, iniziando già nei prossimi giorni quando, anche se ancora lontani dalla Grande Opposizione del prossimo mese, il pianeta è già a una buona visibilità e potremo anche contare in un’altezza un po’ più alta al momento del passaggio in meridiano (vedi immagine qui sotto o nella nostra galleria Photocoelum).

Vediamo innanzitutto i criteri da applicare sulle nostre immagini nella diagnosi delle nubi di polvere marziane:

• movimento e offuscamento di formazioni con albedo precedentemente ben definito: l’assenza di questo criterio esclude un candidato dalla categoria delle nubi di polvere.

• Aspetto brillante di questi fenomeni in luce rossa.

Nel passato, gli astronomi hanno identificato le nubi e/o gli offuscamenti di polvere come “nubi gialle”: sebbene possano sembrare giallastre se osservate senza l’aiuto di filtri colorati, sono in realtà più luminose in luce rossa e arancione che in luce gialla; le nubi di polvere si evidenziano leggermente con filtri gialli e mostrano confini ben definiti attraverso filtri arancioni e rossi.

Marte di Raimondo Sedrani, ripreso il 5 giugno. Per tutti i dettagli e la strumetnazione di ripresa cliccare sull'immmagine!

Durante gli stadi iniziali di formazione, appaiono spesso molto brillanti in luce violetta e ultravioletta, suggerendo la presenza di cristalli di ghiaccio. Se una nube sospetta non è luminosa in luce rossa, non deve essere considerata una nube di polvere.

E allora forza con la vostra attrezzatura! Aspettiamo le vostre migliori immagini come sempre su Photocoelum, dove trovate già un paio di esempi di immagini ad alta risoluzione del pianeta dei giorni scorsi (come questo a sinistra). E se volete condividere anche le vostre impressioni, i vostri report osservativi o anche solo un breve commento su quanto osservato, potete scriverci su segreteria@coelum.com.