Caro Marzo
Entra, Come sono felice
Ti aspettavo da tanto
Posa il Cappello
Devi aver camminato
Come sei Affannato..

In bilico tra l’inverno e la primavera, il cielo di marzo ci regala un mix di costellazioni ancora in grado di offrirci spunti di osservazione e fotografia astronomica.

Insieme ad Orione, Auriga e Toro, nel cielo di marzo ritroviamo la costellazione dei Gemelli che, con le stelle Castore e Polluce, ci accompagna per tutta la notte splendendo alta in direzione Sud-Ovest e tramontando infine poco prima dell’alba.

Castore, con magnitudine 1,6 e distante circa 52 anni luce da noi, è composta da 3 coppie di stelle aventi una complessa interazione gravitazionale tra loro; sebbene venga indicata come α Geminorum, la stella è in realtà meno luminosa di Polluce (i due astri che rappresentano le teste dei gemelli zodiacali).

Polluce (β Geminorum) è una gigante di colore arancione avente magnitudine 1,15 e situata a circa 34 anni luce da noi: si tratta della gigante a noi più vicina.

CASTORE E POLLUCE: GEMELLI DIVERSI

Un po’ controversa è la classificazione delle due stelle alfa e beta della costellazione dei Gemelli: benché Polluce sia più brillante – tanto da occupare il 17° posto nella lista delle 20 stelle più luminose del cielo notturno – come già anticipato è Castore la stella alfa della costellazione. Gemelli diversi stando alle loro sostanziali differenze e considerando i 10 anni luce che li separano.

Fin dalla mitologia è sempre Castore ad essere nominato prima di Polluce e anche l’autore del primo atlante celeste, Johann Bayer, decise di assegnare il ruolo di stella alfa dei Gemelli proprio a Castore, “rifilando” così il posto di stella beta a Polluce, eterno secondo tra i due fratelli.

Ma Polluce in realtà è secondo solo sulla carta; il gemello dello Zodiaco, oltre a essere rivestito di maggior luce, si è preso nel tempo le sue rivincite: si tratta infatti di una delle poche stelle visibili attorno a cui ruota un pianeta.

Circa dieci anni fa infatti è stato scoperto un pianeta gigante gassoso simile a Giove, che compie un’orbita completa attorno alla sua stella in 590 giorni, a cui è stato dato il nome di Polluce b.

 

ALTRE STELLE E OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DEI GEMELLI

Nella costellazione dei Gemelli si trovano anche altre stelle molto più luminose di Castore e Polluce, ma più distanti quindi meno brillanti, come Alhena e Mebsuta. La prima è una stella subgigante bianca di magnitudine 1,93 distante 105 anni luce da noi; la seconda è una supergigante gialla di magnitudine assoluta – 4,15 distante circa 903 anni luce da noi.

Nei Gemelli sono collocati degli oggetti celesti non stellari: stiamo parlando dell’ammasso aperto M35, gli ammassi aperti IC 2157 e NGC 2158 e la bellissima Nebulosa Medusa (IC 443), un resto di supernova esploso in un periodo tra i 3.000 e i 30.000 anni fa.

Attraverso l’impiego di un buon telescopio e camera di ripresa, questi oggetti possono essere osservati e fotografati anche dagli astrofili che si approcciano al cielo profondo: già con un binocolo M35 può essere individuato come l’ammasso più brillante della costellazione dei Gemelli, composto da circa 250 stelle;utilizzando invece un telescopio sarà  possibile identificare un maggior numero di stelle.

Interessante soggetto per gli astrofotografi è sicuramente la Nebulosa Medusa, che si rivela agli appassionati attraverso il telescopio (e a un lavoro di post produzione necessario, come sempre in astrofotografia, per definirne tutti i dettagli).

 

I GEMELLI NELLA MITOLOGIA

I due gemelli per antonomasia sono protagonisti di varie pagine di mitologia greca: al centro delle vicende c’è sempre Zeus, il padre degli dei e inguaribile seduttore.

Quando una donna diventava oggetto delle sue brame, Zeus era disposto a tutto e spesso ricorreva al metodo delle metamorfosi in animali.

Avendo perso la testa per Leda, nipote di Ares e regina di Sparta, si trasformò in cigno e la possedette mentre la giovane donna passeggiava sulle rive del fiume; dall’uovo concepito (anzi, presumibilmente due uova) vennero alla luce quattro bambini, ma poiché Leda quella stessa notte giacque con suo marito il re Tindaro, non v’è certezza sulla reale paternità e quindi divinità dei gemelli.

Furono così attribuiti a Zeus i gemelli immortali Polluce ed Elena (di Troia), mentre Tindaro assunse la mortale paternità di Castore e Clitennestra.

Nonostante questa assegnazione, Castore e Polluce furono appellati sia come Dioscuri (cioè figli di Zeus) sia come Tindaridi (figli di Tindaro).

Castore era un grande domatore di cavalli, mentre Polluce era un pugile formidabile. Entrambi nutrivano un forte sentimento fraterno l’uno per l’altro ed erano inseparabili: sempre insieme presero anche parte alla famosa spedizione degli Argonauti e, tra le tante avventure, sfidarono persino Teseo.

La bellissima regina di Sparta : Leda

Ma ci furono degli eventi fatali che li videro coinvolti a un’altra coppia di gemelli, per storie di donne e bestiame: i fratelli Ida e Linceo. In un duello fu Castore ad avere la peggio e Polluce, unico sopravvissuto, dilaniato dal dolore per la morte del suo amato fratello, implorò suo padre Zeus affinché potesse lasciare la Terra insieme a lui. Zeus, impietosito, concesse quindi a Polluce di poter condividere con Castore un abbraccio eterno impresso sul manto celeste nell’omonima costellazione.

LA COSTELLAZIONE DELLA GIRAFFA

In una remota area di cielo compresa tra l’Orsa Maggiore, l’Osa Minore, Cassiopea e Auriga, è situata la costellazione della Giraffa, nota anche come Camelopardalis.

Si tratta di una costellazione circumpolare boreale difficilmente riconoscibile ad occhio nudo da un cielo urbano: puntando in direzione della Giraffa ci troveremo dinanzi a una regione di cielo buia e priva di stelle luminose; questo perché le sue stelle sono di quarta e quinta magnitudine e quindi poco favorevoli ad essere individuate con semplicità.

La stella più luminosa della costellazione, β Camelopardalis, è una supergigante gialla di magnitudine +4,03, posta a una distanza di circa 900 anni luce; Alfa Camelopardalis è invece una stella supergigante blu con magnitudine apparente di +4,29 posta a 5240 anni luce.

OGGETTI NON STELLARI NELLA GIRAFFA

Tra gli oggetti deep sky presenti nella costellazione vi è l’ammasso aperto NGC 1502, composto da una cinquantina di stelle e osservabile già con un binocolo.

Nei pressi dell’ammasso di trova un interessante oggetto, la Cascata di Kemble: si tratta di un asterismo che appare come una sequenza di stelle di diversi colori e luminosità, disposte e allineate solo per un effetto prospettico.

Degli oggetti non stellari della Giraffa fa parte la nebulosa planetaria  NGC 1501, la galassia a spirale NGC 2403, la galassia nanaNGC 1569, la galassia IC 342 che appartiene al Gruppo di galassie di Maffei 1, situato nei pressi del nostro Gruppo Locale.

NGC 2403 ripresa da Massimo di Fusco

Trattandosi di una costellazione creata da Petrus Plancius nel 1612, quella della Giraffa non vanta riferimenti nella mitologia; tuttavia possiamo, forse, riscriverne la storia, poiché negli ultimi mesi ha “ospitato” nelle sue vicinanze (anche se per brevissimo tempo) un corpo celeste che ha fatto molto parlar di sé in questo inizio anno: si tratta della Cometa C/2022 E3 (ZTF), ribattezzata come cometa di Neanderthal, che rimarrà nella storia dell’astronomia non tanto per essere stato un oggetto particolarmente luminoso e men che meno per la sua visibilità, (la cometa si è rivelata essere un tenue batuffolo verde invisibile ad occhio nudo) ma per via del suo ultimo passaggio ravvicinato che risale a circa 50.000 anni fa!


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