“Boote che tardi tramonta”
la soluzione dell’enigma

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto che Omero, nel quinto libro dell’Odissea, definisce il Boote come “tardo a tramontare”. Un’eventualità impossibile, dato che le costellazioni sono fisse sulla sfera celeste e quindi sorgono e tramontano tutte alla stessa velocità.

Perciò, fin dai primi studi filologici del Quattrocento, su tale verso è stato scritto molto senza trovare una spiegazione plausibile.

Un altro aspetto sorprendente che abbiamo avuto modo di vedere nella prima parte è che, a differenza di oggi, nell’antichità quel versetto non sembra però incontrare nessun problema di comprensione, tanto che tutti si sentivano liberi di ripeterlo, di variarlo, addirittura di scherzare sulla lentezza del Boote.

Per confronto, si tenga presente che, poche righe sopra, Omero dice che l’Orsa Maggiore è la sola costellazione circumpolare, e quel sola, che anche noi sappiamo essere un errore perché di costellazioni che non tramontano, e quindi circumpolari, ve ne sono diverse, scatenò furiosi dibattiti tra studiosi, al punto che perfino Aristotele scese in campo per difendere Omero nella disputa. Non è accaduto niente del genere per “Boote tardo a tramontare”, a dimostrazione, appunto, della sua pacifica comprensibilità per i nostri antenati.

In un crescendo di meraviglia, l’ultimo punto sottolineato nella prima parte è forse ancora più incredibile: alla fine dell’Antichità, il filosofo Severino Boezio si accorse che il senso di quel verso si andava perdendo e lo trasformò in una sfida intellettuale, in una sorta di test culturale per distinguere il vero sapiente dal mero erudito. Egli infatti, nel quinto libro del suo testo più famoso, il De Consolatione Philosophiae, scrive:

Se qualcuno non sa che le stelle di Arturo
Tramontano vicine al cardine sommo
O perché il Boote conduca lentamente i
Carri e immerga tarde fiamme nell’acqua
Mentre invece sorge velocissimo
Si stupirebbe delle leggi dell’alto cielo.

Andiamo quindi a scoprire insieme la soluzione a questo affasciante enigma!

L’Articolo completo è disponibile su COELUM ASTRONOMIA N° 254 FEBBRAIO MARZO 2022.

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