Pensando di trascorrere una lunga permanenza sulla Luna o su Marte (o comunque al di fuori della Terra), l’ambiente che sogniamo è un luogo illuminato dalla luce naturale, organizzato in ampi livelli multipiano e dove sarebbero presenti piante e acqua: un habitat accogliente secondo gli standard terrestri e dove al contempo sarebbe possibile ammirare il panorama spaziale in tutta sicurezza.

Progettare un ambiente simile all’interno di un involucro chiuso e pressurizzato (data la mancanza di atmosfera esterna) ci obbliga inevitabilmente a studiare soluzioni ecologiche in modo da salvaguardare le preziose riserve di aria e acqua dell’avamposto.

Le costruzioni e la loro disposizione dovranno essere modellate sulla base di una visione “organica” dell’urbanistica, dove ogni elemento diventerebbe un ingranaggio fondamentale all’interno di un ecosistema auto-alimentato e a impatto zero.

La costruzione di insediamenti extraterrestri potrebbe quindi costituire un’importante occasione per sperimentare nuove soluzioni per il riciclo dei rifiuti e la produzione di energia, sistemi che risulterebbero sicuramente utili anche sulla Terra dove l’azione dell’uomo sta già causando notevoli problemi di inquinamento che ormai non possono più essere ignorati.

Non in ultimo, ed è questo lo spirito con cui presentiamo questo lavoro, il vivere in un ambiente a bassa gravità aprirebbe ad opportunità ludiche e sportive inedite e sicuramente molto interessanti nell’ottica del turismo.

Non si tratterebbe solo di un avamposto in cui sopravvivere, ma di un luogo stimolante e divertente dove trascorrere una vacanza nello spazio!

L’Articolo completo è disponibile su COELUM ASTRONOMIA N° 254 FEBBRAIO MARZO 2022.

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