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Venere è spesso indicato come il pianeta gemello della Terra anche se in realtà le similarità riguardano anche Marte o Mercurio, insomma tutti i pianeti rocciosi del nostro Sistema Solare.
Infatti, pur avendo le stesse dimensioni della Terra, le differenze con il nostro pianeta non sono affatto trascurabili.
Venere ha un’atmosfera molto più spessa (ben 90 volte quella terrestre!) e nessun campo magnetico.
Venere detiene un primato assoluto nell’esplorazione spaziale, essendo stato il primo pianeta avvicinato da una missione spaziale, la Mariner 2, nell’oramai lontano 1962, ma abbiamo dovuto attendere fino al 1990 per una sonda in orbita costante, la Magellan. Il potente radar montato a bordo di quest’ultima ci ha fornito le prime attendibili misure della superficie, dati indispensabili per la corretta interpretazione del pianeta la composizione e l’evoluzione geologica.
In risposta alla pressante richiesta di nuove informazioni l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 2005 ha finalmente lanciato la missione Venus Express in grado, per la prima volta, di fornire una visione globale, e a volte di dettaglio, dell’atmosfera di Venere. Una missione rocambolesca, nata si potrebbe dire quasi per caso per coprire un bus “in avanzo” e assemblata con copie di strumenti a bordo di Mars Express e Rosetta.
Dal 2005 arriviamo fino al 2021, per fissare un altro anno memorabile per l’esplorazione di Venere con l’approvazione di ben 3 missioni, due della NASA e una dell’ESA.
A giugno dello scorso anno infatti la NASA ha selezionato DAVINCI+ e VERITAS, entrambe nell’ambito del programma Discovery. Il programma della NASA introdotto nel 1992 per selezionare missioni piccole, seguendo la regola faster better and cheaper.
Solo, se così si può dire, 500 milioni di dollari è il budget per ciascuna missione.