Efficienza ed efficacia determinano il successo di una ricerca.
Il SETI, con tutte le incertezze che la caratterizzano non può,
finora, certo gioire.
Siamo nel 2024 e il progetto SETI “Search for Extra-Terrestrial Intelligence” compie ben 40 anni e in questi 8 lustri non ci ha certo regalato grandi emozioni. Ma nel tempo le conoscenze dell’universo sono cambiate, abbiamo molte più informazioni sui nostri vicini cosmici, stiamo acquisendo dati e sviluppando nuove tecnologie.
L’autore, Graziano Chiaro, suggerisce una nuova tecnica di indagine, non poco onerosa è vero, ma vale forse la pena di guardare il progetto da un nuovo punto di vista?
L’argomento è complesso e lasciamo all’autorevole voce l’introduzione all’idea:
“Il SETI operativo si limita oggi all’osservazione
con i radiotelescopi e
poco di più con i telescopi ottici, ma
queste tecnologie cominciano, per
carenza di risultati, a segnare il passo,
mentre altre teorie si affacciano
e si spingono audacemente sempre
più in là.
Se non sono le onde radio a rivelarci
la presenza di civiltà aliene, cosa altro
potrebbe venirci in aiuto? I neutrini,
ad esempio. I neutrini sono particelle
prive di carica elettrica e con
una massa estremamente piccola
che i fisici non sono ancora riusciti
a misurare; interagiscono molto raramente
con la materia e possono infatti
attraversare praticamente indisturbati
enormi spessori di materia.
In ogni secondo ogni oggetto sulla
Terra, uomo compreso, è attraversato
da molti miliardi di neutrini.
In natura le sorgenti di neutrini sono
molteplici. Vi sono neutrini terrestri,
neutrini atmosferici, neutrini solari,
neutrini da esplosioni di supernovae,
neutrini fossili. Per i ricercatori SETI,
le comunicazioni via neutrini sono
una teoria nuova ed affascinante da
indagare per due importanti motivi.
Primo motivo, queste super particelle
di massa prossima allo zero possono
viaggiare molto vicino alla velocità
della luce e sono in grado di penetrare
facilmente nelle massicce nubi
interstellari e nei corpi solidi senza
alcuna interazione, note le distanze
cosmiche, questo è un vantaggio certo.
Inoltre proprio la capacità dei neutrini
di attraversare la materia con
poca o nessuna attenuazione è particolarmente
funzionale alle ricerche
SETI rivolte all’interno della nostra
galassia dove la presenza di grandi
nubi interstellari di gas e polvere è
notevole.
Secondo motivo, i neutrini possono
anche essere prodotti artificialmente
da chi (civiltà) abbia una sufficiente
conoscenza della fisica particellare.
Le sorgenti artificiali di neutrini che
noi conosciamo sono: gli acceleratori
di particelle in grado di produrre
e accelerare particelle cariche come
protoni, elettroni o nuclei atomici.
Guidando la collisione di particelle e
in condizioni adatte, se ne ottengono
alcune che decadendo originano neutrini.
In questo modo sono stati prodotti
i neutrini artificiali del progetto
CNGS (Cern Neutrinos to Gran Sasso)
che qualche anno fa ha permesso
l’invio di un fascio di neutrini artificiali
dal CERN di Ginevra ai Laboratori
Nazionali del Gran Sasso distante
732 chilometri dal CERN.
Esiste un altro modo a noi noto ad
oggi per produrre neutrini: le fissioni
nucleari all’interno dei reattori nucleari.
Durante le reazioni di fissione nucleare
vengono prodotti, oltre a neutroni e
altri frutti, anche neutrini elettronici.
Ed è proprio questa alternativa
di produzione artificiale a rendere i neutrini
ottimi candidati per le comunicazioni
o navigazioni interstellari se utilizzata
da civiltà extraterrestri avanzate.
Rilevare fasci di neutrini “artificiali” che
trasportano informazioni fornirebbe
la prova inconfutabile dell’esistenza di
altro progresso tecnologico
al di fuori del nostro.
La sfida che i fisici ed nello specifico
quindi i ricercatori SETI devono
affrontare è la cattura del
segnale dato che nota la
facilità con cui i neutrini
viaggiano attraverso
i materiali essi si dimostrano
estremamente difficili
da rilevare ed inoltre
diventa indispensabile
avere la disponibilità di
rilevatori in grado di separare
i segnali artificiali
dal fondo
La storia completa e il racconto emozionante della passione che ha creato Spei Satelles è su COELUM 266