Nell’articolo Tempesta di Draconidi in Ottobre? pubblicato su Coelum n.151 a pag 16, l’autore Daniele Gasparri oltre a raccontarci la loro storia e come sia possibile effettuare delle previsioni sulle circostanze e sulla consistenza della pioggia, ci dà anche alcuni suggerimenti per immortalare il fenomeno. Vediamone la prima parte.
Per orari, mappa e circostanze seguite il nostro appuntamento con le Draconidi nel cielo del mese. |
Indice dei contenuti
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In caso di PIOGGIA, che fare? (prima parte)
Le piogge meteoriche sono in effetti gli eventi più semplici da osservare e registrare e forse tra i più spettacolari. È sufficiente trovarsi in un luogo buio, lontano dalle luci delle grandi città, ed alzare lo sguardo verso il cielo.
A dire la verità, la presenza della Luna quasi piena, se da una parte rappresenta un indiscutibile svantaggio nell’osservazione delle meteore più deboli, può essere utilizzata anche a nostro favore: non è più necessario percorrere centinaia di chilometri alla ricerca di un cielo incontaminato, è sufficiente che l’inquinamento luminoso residuo sia meno invadente di quello prodotto dalla Luna.
Stando alle osservazioni degli anni precedenti, le Draconidi sono caratterizzate da meteore abbastanza deboli, raramente più luminose della magnitudine +2 (ma attenzione alla descrizione della tempesta del 1933 fatta da De Mottoni!). Per cercare di registrare la loro (probabile) debole luminosità dovremo mettere in pratica alcuni accorgimenti.
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RIPRESE A GRANDE CAMPO CON DIGICAM
La strada della ripresa digitale a grande campo resta a mio avviso la più semplice e spettacolare, soprattutto se si riesce a sfruttare le proprietà della zona di cielo nella quale dobbiamo dirigere la nostra attenzione.
Per riprendere le strisciate prodotte dalle meteore è sufficiente avere una reflex digitale qualsiasi o una digitale compatta che consenta pose superiori a 30 secondi, ed utilizzare l’obiettivo a più grande campo possibile, di almeno 25 millimetri di focale. Non bisogna tuttavia cadere nella trappola del grandissimo campo: gli obiettivi super grandangolari o i fish-eye, sebbene spettacolari, riducono la magnitudine limite delle meteore effettivamente registrabili, con l’aggravante della presenza della Luna che rischia di oscurare gran parte del fotogramma.
Il supporto della fotocamera può essere una piccola montatura equatoriale motorizzata o anche un semplice treppiede, a seconda delle vostre esigenze e necessità. L’uso di una montatura equatoriale motorizzata e ben stazionata consente di avere stelle puntiformi durante le lunghe pose ed identi-ficare molto bene le costellazioni riprese. L’uso di un supporto che non controbilancia il moto della Terra, oltre ad essere più semplice da gestire, può risultare spettacolare se si dispone di un campo abbastanza vasto da inquadrare la vicina stella polare. In questo modo si potrà ottenere un effetto davvero unico: registrare contemporaneamente la pioggia di meteore e la rotazione delle stelle attorno al polo nord celeste!
Se vogliamo catturare il maggior numero di meteore, dobbiamo probabilmente mettere in secondo piano il fattore estetico e la pulizia dell’immagine: la priorità diventa quella di raggiungere nel minor tempo possibile la massima profondità dell’immagine. Questo si traduce nell’impostare la sensibilità più alta consentita (1600-3200 ISO o maggiori per le fotocamere più complesse) e riprendere con obiettivi estremamente luminosi, non curandosi troppo delle inevitabili aberrazioni ai lati del campo inquadrato. Assolutamente da evitare quindi la chiusura del diaframma: lavorate sempre con il rapporto focale più luminoso consentito dall’obiettivo.
Con queste impostazioni e la presenza della Luna in fase molto avanzata non riuscirete probabilmente a fare esposizioni maggiori di 4-5 minuti, pena la saturazione del sensore con annessa perdita totale di informazioni. Scattate sempre in formato RAW o al limite nel formato combinato jpg + RAW ed in modo continuo, senza alcuna pausa tra una ripresa ed un’altra, soprattutto a ridosso dei massimi. Il consiglio è quello di iniziare nonappena il cielo diventa abbastanza buio fino ad almeno un’ora dopo il secondo massimo previsto.
Prestate moltissima attenzione alla messa a fuoco perché un piccolissimo errore potrebbe fare la differenza tra vedere e non vedere le meteore. Il consiglio migliore che posso darvi è quello di scegliere almeno un mese prima il sito osservativo e riprendere nelle stesse condizioni che si presenteranno presumibilmente la sera dell’8 Ottobre: stessa fase lunare, stesso obiettivo e sensibilità. Vista la rarità dell’evento meglio dedicarvi una serata per prepararsi piuttosto che dover aspettare 40 anni per la prossima pioggia!
Nella successiva fase di elaborazione si analizzeranno gli scatti e si deciderà se sommarne tutti o solamente quelli che mostrano le meteore.
Qualsiasi sia la vostra referenza, non utilizzate algoritmi che prevedono la mediana o il sigma clip, altrimenti le meteore verranno cancellate: in questi casi si effettua solamente la somma o la media.
[continua]
Altre risorse:
- Riprendere la pioggia di Draconidi del prossimo 8 ottobre. II parte.
- Pioggia di Draconidi. Orari e mappa per l’osservazione dell’8 ottobre 2011.
- Draconidi 2011: incrociamo le dita! (tratto da Coelum 152/2011).
- Tempesta di Draconidi in Ottobre? (Coelum 151/2011).
- Tempeste di stelle cadenti. Il libro di Gabriele Vanin.
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