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Quali problematiche di gestione dei dati astronomici aprirà il grande flusso di immagini che ci si attende dagli strumenti di piano focale di EST?

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Ermanno Pietropaolo dipartimento di Fisica dell’Università di L’Aquila.

Ermanno Pietropaolo – Lo scenario che si apre quando si affrontano problemi legati a grandi flussi di immagini in campo astronomico presenta molti aspetti critici. In particolare, in fisica solare si ha un’ampia tipologia di immagini che vanno da quelle a disco intero, e bassa risoluzione spaziale, a quelle in alta risoluzione per lo studio della dinamica dei fenomeni solari. Queste ultime hanno la particolarità di riempire totalmente il campo di vista e di conseguenza utilizzano tutta l’area attiva dei rivelatori. Inoltre la natura dei fenomeni indagati impone delle cadenze osservative impegnative (dell’ordine di decine di immagini al minuto). A questo si aggiunge il fatto che i rivelatori hanno raggiunto dimensioni in pixels ragguardevoli per cui la mole di dati da gestire è importante (circa 500 TByte/giorno).

A voler individuare delle linee di lavoro e dei punti importanti direi che sono tre le aree nevralgiche:

1) L’archiviazione dei dati: mentre per le immagini rappresentative, tipicamente a disco intero, la necessità di gestire un archivio di immagini è consolidata (basti pensare alla recente esperienza del Solar Dynamic Observatory della NASA) le maggiori difficoltà si hanno sulle campagne osservative mirate, visto la molteplicità di condizioni in cui ci si trova ad operare e la mole dei dati da gestire. Normalmente questo genere di immagini non fanno parte degli archivi ufficiali e poterle includere in EST rappresenta sicuramente una sfida.

2) Il trattamento automatico dei dati: l’individuazione di un trattamento comune in alcune fasi della riduzione delle immagini (correzioni fotometriche, eventuali riallineamenti che in immagini con campo omogeneo non sono operazioni semplici) è un altro punto importante che incontra ancora una volta l’ostacolo delle molteplici condizioni osservative in cui ci si trova ad operare.

3) Dimensioni degli archivi e necessità di trasmettere e distribuire questi su grandi distanze. Questi aspetti sono comuni ad aree non prettamente scientifiche, come l’industria dell’intrattenimento, e ci permettono di avvalerci di soluzioni informatiche realizzate in altri settori, che dobbiamo cercare di adattare alle nostre esigenze. Per quanto riguarda EST in questa fase ci siamo concentrati soprattutto sul confronto tra alcune tecniche oggi molto considerate, tra cui l’evoluzione JPEG2000 dello storico standard JPEG, e sulle conseguenze nell’uso delle varianti in cui, per raggiungere compressioni un po’ più elevate, si sacrifica una parte delle informazioni contenute nelle immagini, cercando di non alterare quelle rilevanti per le indagini scientifiche che si vogliono condurre.