Nel numero 43 di Famiglia Cristiana, Antonino Zichichi ha espresso il proprio parere in tema d’inquinamento luminoso, con ragionamenti e affermazioni a dir poco singolari. I lettori potranno leggere qui sotto la trascrizione completa di quanto affermato dal fisico siciliano, e decidere in piena libertà sulla necessità o meno di indirizzare al direttore del settimanale Beppe del Colle le rimostranze per un messaggio che raggiungendo milioni di persone ha fortemente nuociuto all’immagine di quanto si sta costruendo per ovviare a questo problema. L’indirizzo e-mail è: famigliacristiana@stpauls.it |
L’industria che produce scaricando veleni nelle acque di un fiume va condannata per il delitto d’inquinamento. Se tutto diventa emergenza, crolla l’impegno per combattere le “emergenze planetarie”. Abusare del termine “inquinamento” porta ad abbassare la guardia contro i nemici del vivere civile. A tutti piacciono lo spettacolo di una notte stellata e il fascino di quella strana sorgente di luce – la Via Lattea – che per millenni si pensava fosse il riflesso della luce solare e che sappiamo invece essere una distesa sterminata di stelle come il nostro sole.
Sarebbe segno di grande civiltà se si arrivasse, con una certa periodicità ad avere una notte senza luci artificiali, per avere a portata di mano lo spettacolo del cielo stellato e della Via Lattea. Le città spente, per atto di civiltà. Non perché le luci artificiali sono fonte di “inquinamento”. La luce non avvelena l’aria come fanno gli scarichi di tante industrie. La luce non rende sordi come fa l’inquinamento sonoro. La luce non provoca il cancro ai polmoni come fa il fumo passivo di cui continuiamo a essere vittime, nonostante le leggi che lo proibiscono.
Diciamo quindi ai nostri amici astrofili che il loro impegno per educate la gente a volgere gli occhi verso il cielo stellato e la Via Lattea non deve avere conseguenze diseducative verso l’impegno a combattere le pericolose sorgenti di inquinamento ambientale. I nostri amici astrofili debbono agire da educatori facendo capire al grande pubblico che la luce non è sorgente d’inquinamento. La luce artificiale è una delle più grandi conquiste dell’intelletto umano.
Per millenni e millenni, in tutti i continenti, tutte le civiltà avevano cercato di decifrare questo formidabile mistero del Cosmo: cos’è la luce?
Ci sono voluti 200 anni di esperimenti per arrivare alla superba sintesi di Maxwell (il grande fisico scozzese vissuto nel XIX secolo), le cui quattro equazioni rappresentano l’atto di nascita dell’elettromagnetismo. Questo atto di nascita ha permesso di capire che la luce è una delle innumerevoli manifestazioni di quella forza fondamentale della Natura generata da quella quantità fisica cui è stato dato il nome di “carica elettrica”. Colori, sapori, tatto, gusto, olfatto, udito, vista, sono esempi di ciò che produce questa carica. Facendo vibrare questa “carica elettrica” si producono onde elettromagnetiche di energia diversa.
Al livello minimo ci sono le onde radio. Poi vengono le onde radar. Poi vengono le onde tv. Più in alto ci sono le onde radar. Ancora più in alto la luce. Poi i raggi X e a livello estremo i raggi detti “gamma”. L’ultima novità delle scoperte astrofisiche sono i “lampi raggi di gamma”. Fenomeni celesti ancora tutti da capire.
Lo spettacolo di un cielo stellato è certamente affascinante. Ma la scoperta delle equazioni di Maxwell è dotata di fascino ancora più potente. Da queste formule matematiche nascono la luce delle nostre lampade, la radio, la televisione e l’enorme quantità di strumenti tecnologici a noi indispensabili, inclusi i rivelatori dei “lampi cosmici di raggi gamma”.
Se l’uomo si fosse fermato a contemplare lo spettacolo delle notti stellate, saremmo ancora all’età della pietra.
La luce nelle città è indice di progresso. E infatti le immagini sei satelliti parlano chiaro. La sacca di disperazione e di morte per inedia è in quelle zone del mondo rimaste ancora nel buio, nonostante le equazioni di Maxwell. In quelle zone muoiono ogni anno milioni di nostri fratelli e sorelle. Sono zone in cui vivono – secondo le stime più recenti – 800 milioni di persone che ogni sera possono godersi lo spettacolo di un cielo stellato, ma non hanno luce per leggere, né cibo per sfamarsi, né medicine per curarsi.
Noi amanti delle stelle abbiamo il sacrosanto diritto di osservare lo spettacolo di una notte stellata; a questo traguardo dobbiamo però arrivare non dicendo che la luce è fonte di “inquinamento”, ma ancorando le nostre legittime richieste al fascino delle conquiste legate alla scoperta dell’elettromagmetismo.