IL BIOLOGO FURIOSO
Provocazioni d’autore
tra scienza e politica
di Carlo Alberto Redi
Sironi Editore 2011
Formato: 15 x 25 cm;
pp 235
Prezzo 16,00 €

Carlo Alberto Redi è uno scienziato di successo, che ha ottenuto risultati molto importanti con le sue ricerche sui meccanismi epigenetici della regolazione del genoma nel corso delle prime fasi dello sviluppo embrionale e della riprogrammazione del nucleo delle cellule somatiche.

E’ anche un brillante divulgatore, e lo dimostra con questo suo saggio che ci fa fare un viaggio stimolante attraverso alcuni grandi temi scientifici di questo millennio. In questo libro è un “biologo furioso” che analizza con schiettezza e motivata indignazione i problemi che derivano della scarsa attenzione che il nostro paese riserva alla cultura scientifica, in particolare a quella biologica. Questa scarsa attenzione si traduce innanzitutto in finanziamenti alla ricerca del tutto inadeguati e significativamente più bassi rispetto a quelli che molte altre nazioni europee e non, più lungimiranti, destinano alla ricerca di nuove fonti energetiche, alla biomedicina e alla tecnologia informatica. L’Autore rileva una forte ignoranza biologica, diffusa a tutti i livelli, nei media, nei tessuti gestionali dello stato, e quindi anche tra i “decisori politici”, che sono poi i responsabili di scelte decisive per le nostre vite, come quelle che riguardano le ricerche e le applicazioni terapeutiche nel campo delle cellule staminali, l’utilizzazione di organismi OGM dell’ultima generazione, le scelte di indirizzo in campo farmacologico nella terapia del dolore, e la procreazione assistita.

Carlo Alberto Redi sottolinea molte volte nel suo saggio l’importanza per ogni cittadino di possedere una cultura scientifica adeguata che gli consenta di distinguere nelle sue consultazioni tra fonti rigorose e opinioni approssimative, che spesso fanno leva su paure, pregiudizi ideologici e irrazionalità. Ritiene che questa sia una condizione necessaria affinchè possano essere comprese le opportunità sociali ed economiche che derivano dall’investire nella ricerca e dalla applicazione delle conoscenze che ne derivano. Cultura e conoscenza sono quindi indispensabili per promuovere politiche competitive e rispettose delle attese dei cittadini in materie scientifiche e tuttavia nel nostro paese, osserva Redi, raramente i decisori politici richiedono, tenendone conto, pareri competenti alla comunità scientifica. Le ricerche sulle cellule staminali sono oggi considerate prioritarie in moltissime nazioni mentre in Italia pregiudizi ideologici impediscono, per esempio, che possano essere utilizzati gli embrioni congelati che già esistono e che potrebbero consentire di ottenere risultati importanti per la cura di molte patologie. Altrettanto poco sostenute economicamente sono le ricerche sulle cellule staminali adulte e su quelle ottenute da cordone ombelicale.

Altro tema scottante è quello della biologia sintetica e delle sfide che essa consentirebbe di affrontare per migliorare le condizioni attuali di vita sul nostro pianeta, caratterizzate da un forte incremento demografico, da variazioni climatiche su larga scala accompagnate da una tendenza alla desertificazione e dalla riduzione delle risorse energetiche. Nel prossimo decennio le biotecnologie, se adeguatamente sostenute, potrebbero portare a soluzioni importanti nel campo della produzione di biocarburanti, di alimenti, di vaccini e di molti altri farmaci. Tra questi ultimi sarebbe auspicabile promuovere la ricerca di molecole efficaci nella terapia del dolore, soprattutto quella indirizzata al settore oncologico. In Italia c’è ancora oggi una tendenza all’impiego, in molti casi, di farmaci antinfiammatori inadeguati che presentano spesso gravi effetti collaterali, probabilmente perchè prevale ancora una sorta di tabù nei confronti di molecole più efficaci, come i farmaci oppiacei. Pur amaro in molte delle sue analisi, il libro di Carlo Alberto Redi stimola alla ricerca della informazione rigorosa, insiste sulla necessità di elaborare opinioni costruite con obiettività sui grandi temi biologici, invita a considerare sempre le ragioni che generano le difficoltà nel capirsi quando si parla di scienza.

Il libro si conclude con uno sguardo sui rapporti esistenti tra scienza e diritto in un contesto internazionale, e con una nota di ottimismo e di apprezzamento per le iniziative in atto che cercano di stabilire un dialogo tra questi due mondi.