Per quanto tragico sia, l’inghiottimento di un oggetto planetario da parte del suo genitore stellare è uno scenario comune in tutto l’universo. Ma non deve per forza finire in rovina. Un team di astrofisici ha utilizzato simulazioni al computer per scoprire che i pianeti non solo possono sopravvivere quando la loro stella li divora, ma possono anche guidarne l’evoluzione futura.
I modelli di formazione dei sistemi planetari hanno dimostrato che molti pianeti spesso finiscono per essere consumati dalla loro stella madre. È semplicemente una questione di dinamica orbitale. Le interazioni casuali tra i pianeti di nuova formazione e il disco protoplanetario che circonda una giovane stella possono inviare i pianeti su traiettorie caotiche. Alcune di queste traiettorie finiscono per far uscire del tutto il pianeta dal sistema, mentre altre traiettorie lo attirano alla stella.
Un’altra possibilità di inghiottimento si verifica verso la fine della vita di una stella, quando diventa una gigante rossa. Anche questo influisce sulla dinamica gravitazionale del sistema e può finire per catturare alcuni grandi pianeti nell’atmosfera della sua stella madre.
Tuttavia la grande sorpresa è che il pianeta non necessariamente è destinato a morire. Gli astronomi hanno trovato molti strani sistemi in tutta la galassia in cui i pianeti sembrano essere sopravvissuti al loro viaggio verso la stella. Ad esempio, ci sono sistemi di nane bianche in orbita molto vicino a un pianeta gigante, troppo vicino perché quel pianeta si sia formato naturalmente. Ci sono stelle con una quantità sorprendente di metalli più pesanti nelle loro atmosfere, segno che un oggetto roccioso vi è precipitato dentro. E ci sono stelle che ruotano troppo velocemente, la loro velocità di rotazione potrebbe essere stata amplificata da un pianeta in esse cadute.
Tutti questi sistemi potrebbero essere il risultato dell’ingorgo planetario con il pianeta che influenza l’ulteriore evoluzione della stella. Ma un pianeta può davvero sopravvivere nell’intensa atmosfera di una stella? Un team di astrofisici ha deciso di affrontare questa domanda utilizzando simulazioni al computer dell’interno di una stella, monitorando l’evoluzione e il destino di vari tipi di pianeti che potrebbero cadere al suo interno. Nelle loro simulazioni hanno studiato pianeti di varie masse e anche nane brune. Le loro simulazioni rafforzano l’idea che i pianeti possano sopravvivere all’ingorgo.
Ad esempio, in alcuni casi il pianeta può vivere per migliaia di anni, ruotando attorno al centro della stella all’interno della sua atmosfera. Questa azione orbitale può espellere materiale dalla stella, assottigliando i bordi esterni dell’atmosfera. In altri casi lo scambio di energia orbitale fa aumentare la temperatura dell’atmosfera stellare, facendola apparire molto più luminosa di quanto sarebbe normalmente.
Ma per sopravvivere all’ingorgo il pianeta stesso deve essere relativamente grande, almeno la massa di Giove. Piccoli pianeti come la Terra non possono durare a lungo in quelle condizioni. Ma se il pianeta è abbastanza grande e dipende dalla precisa evoluzione, il pianeta può sopravvivere al suo passaggio attraverso la stella e di fatto accelerare l’evoluzione della stella in modo che termini rapidamente la sua vita, liberando il pianeta dal suo abbraccio mortale.
Fonte: Universe Today