Ciao raga! Come butta? Oggi vorrei cominciare una piccola rubrica che spero possa essere gradita. Io sono un baby boomer della Y generation cresciuto a pellicole di fantascienza e videogame 8-bit. Quindi cosa di meglio che scavare nei propri sentimenti per far uscire qualcosa di veramente sentito? Ecco, allora direi che possiamo parlare dell’astronomia degli anni 80.

Cosa successe nel cielo in quegli anni magici? Beh, 40 anni fa (brrr…fa quasi paura a sentirlo), ci furono un sacco di scoperte interessanti nel mondo dell’astrofisica e numerose missioni spaziali. Oggi si salta a piè pari nel 1980, l’anno in cui il palcoscenico degli 80’s ha aperto i battenti e la leggenda ha avuto inizio. In quell’anno uscivano nelle sale cinematografiche film del calibro dei “Blues Brothers”, “l’Impero colpisce ancora” e “Shining”, ed i post-it, quei maledetti fogliettini adesivi che appestano gli schermi dei computer creando più casino che ordine, venivano purtroppo messi in commercio.

Il 1980 vede la scoperta di Prometeo, un satellite di Saturno e la vittoria del premio Wolf da parte di Andrej N. Kolmogorov, uno degli studiosi che hanno contribuito a migliorare l’analisi di Fourier, della probabilità, della teoria ergodica e dei sistemi dinamici: in pratica, quasi ogni disciplina matematica. Nasce nel 1980 anche la teoria dell’Universo inflazionario, secondo la quale, dopo il big bang, l’Universo si sarebbe espanso in maniera molto rapida, in un tempo dell’ordine di un millesimo di miliardesimo di un miliardesimo di miliardesimo di secondo. Durante questa ci fu un brusco raffreddamento e la scomparsa delle fluttuazioni di materia oltre che molti altri effetti che potrebbero spiegare l’omogeneità e l’isotropia dell’Universo attuale.

Mentre PACMAN mangiava palline sugli schermi dei cabinati e Dago faceva capolino in edicola, i ricercatori del JPL di Pasadena confermavano l’emissione di raggi X da parte di Giove, facendolo salire sul podio degli emettitori X planetari oltre alla sola Terra. Il 1980 fu l’anno in cui entrò in funzione il Very large array (VLA) del National Radio Astronomy Observatory, un mostruoso radiotelescopio posto nella pianura di San Augustin, nel New Mexico, e composto da 27 antenne a forma di paraboloide con la risoluzione equivalente a quella di uno specchio di 27 km di diametro. Fu anche osservata per la prima volta una stella colossale nel centro della Nebulosa della Tarantolacon massa da 200 a 2000 volte maggiore del Sole e una luminosità 30 milioni di volte maggiore. L’anno successivo, questo oggetto verrà chiamato R136a: una stella di Wolf Rayet. Roba pesante!

Era l’anno in cui moriva John Lennon ed il cielo si popolava di una stella in più, oltre che sperimentare due eclissi di Sole. Quasi a voler omaggiare la sua memoria, il tempo regalò alla scienza, grazie a Michael Green e John Schwarz, un’estensione della teoria delle stringhe per unificare, se non le genti, almeno la fisica. Si trattava di una teoria che prevedeva che le particelle elementari fossero vibrazioni di piccole stringhe e non punti nello spazio. Questa teoria sembrava in grado di unificare la meccanica quantistica e la relatività, sebbene resti ancora oggi sperimentalmente non verificata.

Nel 1980, Sagan, Bruce Murray, e Louis Friedman fondarono la US Planetary Society, in parte come veicolo per gli studi SETI, per cercare forme di vita intelligenti nello spazio, venne scoperto che la vita sulla Terra risaliva a 3-5 miliardi di anni addietro. Lo studio fu condotto su catene di cellule scoperte in rocce australiane del Precambriano: i resti cellulari più antichi mai scoperti. Che figata! E pensare che gli anni 80 erano appena iniziati! Come dite? No, non vi sento, ho nelle cuffie con “Video killed the radio star” a palla. Vabbè raga, ci sentiamo alla prossima settimana! Ciao belli!

Inizia così una serie di appuntamenti dedicati all’Astronomia degli anni ’80. Restate collegati per le prossime puntate!

1 commento

  1. Vorrei aggiungere che l’8 dicembre 1980 gli astrofili dell’Osservatorio S.Vittore (Bologna) scoprirono il loro primo pianetino (2601) Bologna suscitando un certo “clamore”.
    Era così iniziata un’attività che ha portato alla scoperta o riscoperta di ben 186 nuovi asteroidi.
    Sull’esempio e sotto la guida degli astrofili dell’Osservatorio S.Vittore altri astrofili singoli o in gruppi si sono avvicinati così all’astrometria prima fotografica (Luciano Lai, Ulisse Quadri, J. M. Baur, Luciano Tesi, ecc. ) poi con l’ausilio dei CCD (Silvano Casulli, Antonio Vagnozzi, l’Osservatorio di Sormano, il CCAF di Pordenone, Maura Tombelli, ecc.) con parecchie centinaia di scoperte o riscoperte di nuovi pianetini.
    il tutto è ben documentato nelle pagine che Stefano Valentini ha dedicato a quel periodo per noi favoloso e ricco di scoperte http://winastrometry.epizy.com/?i=2 .
    Buona lettura.
    Ermes Colombini
    Osservatorio S.Vittore (Bologna)