Capita a volte che nella nostra vita s’incontrino persone che pur rimanendoci fisicamente distanti riescono comunque ad avere un ruolo importante in quello che andiamo costruendo. 

Claudio Pra, per quanto mi riguarda, è sicuramente una di queste. Per tutto l’arco della nostra reciproca conoscenza, che dura al momento da quasi 25 anni, non abbiamo mai avuto modo di guardarci negli occhi o di stringerci la mano; io sempre impegnato nella direzione della rivista di astronomia, lui sempre perso in qualche mirabolante safari astronomico sulle Dolomiti del Bellunese.

La collaborazione e poi l’amicizia iniziarono credo nel 1998, quando Claudio cominciò a scrivere alla nostra redazione: da giovane appassionato desideroso di comunicare il suo entusiasmo per le cose che riusciva a realizzare con i telescopi e le macchine fotografiche, e per quelle che facevamo noi con i nostri articoli e le nostre iniziative.

La sua disponibilità mi colpì talmente che cominciai a incoraggiarlo e a coinvolgerlo sempre di più certe piccole sfide osservative, fino a che non divenne una presenza importante nella redazione allargata dalla rivista, quella dei collaboratori esterni più fidati.

Comete, eclissi, congiunzioni tra pianeti

Non c’era avvenimento astronomico per cui subito dopo non inviasse alla rivista un articolo, o anche solo un report osservativo, accompagnato da fotografie sempre straordinarie. In questo favorito dal fatto di abitare in una zona delle montagne bellunesi, quella di Alleghe, ancora incontaminata dal punto di vista della qualità del cielo.

E dev’essere stato questo, quando Claudio realizzò di trovarsi al centro di un territorio perfetto, ricolmo di bellezza e sovrastato dal mistero cosmico che gli si apriva ogni sera, a trasformare la sua passione per l’astronomia in qualcos’altro… in una specie di missione terrena.

O almeno, questo è quello che io m’immaginavo di lui vedendomi arrivare nella casella di posta i suoi reportage fotografici. Sembrava come se la sua curiosità per l’astronomia classica (e per il piccolo campo telescopico degli alti ingrandimenti), avesse partorito uno spin-off tutto orientato a congelare nella fotografia i momenti in cui cielo e terra si uniscono in un qualche modo particolare. Ed allora ecco anche il Claudio Pra escursionista, capace di camminare ore tra le cenge e i ghiaioni delle sue montagne per riuscire a scovare l’inquadratura assoluta, la roccia, la fenditura, il profilo di una cosa che avrebbe valorizzato e resa unica la foto della cometa, dei satelliti di Giove o di chissà che altro.

Ma c’era anche dell’altro

All’astronomia paesaggistica continuava a sovrapporsi in Claudio il fascino per i nomi, le storie e i personaggi dell’astronomia “di posizione”, specialmente quella degli asteroidi. Un campo particolare, in cui subito trovò un’intesa con il nostro esperto in materia Talib Kadori, fino a collaborare con lui in molte campagne osservative che dalle pagine della nostra rivista risollevarono non poco tra gli osservatori la popolarità di queste piccole (e grandi) montagne volanti.

Adesso Claudio, essendo un ottimo scrittore, si è finalmente deciso a mettere insieme gran parte delle cose che ha prodotto in questi 23 anni. Ne ha fatto un libro, questo libro. Che spero arrechi a tutti voi lo stesso piacere che ho provato io nel leggerlo.

 

Per ulteriori informazioni e per richiedere una copia del libro, contattare l’autore Claudio Pra all’indirizzo e-mail  thevoyager1998@gmail.com