NEUTRINO
Non esito a dire che, a mia opinione, Frank Close è un divulgatore ammirevole. Insegna a Oxford e di recente ha anche pubblicato un altro libro, poi tradotto in italiano, che mi sta particolarmente caro: Antimateria. E anche questa volta, merita di nuovo tutta la nostra attenzione, di italiani in particolare, oltreché di fisici […].
Il neutrino nacque “a tavolino”. Lo svizzero W. Pauli – preoccupato del fatto che nei decadimenti degli elementi radioattivi che decadevano emettendo un elettrone sembrava che la conservazione dell’energia non fosse conservata (per difetto) – suggerì l’esistenza di una fantomatica particella che si portava via l’energia mancante. Pauli attribuì a questa particella una massa piccolissima o addirittura nulla, nonché un momento angolare intrinseco (spin) pari a metà della costante di Planck. Suggerì persino un nome – neutrone – che però era già stato monopolizzato da un costituente neutro di nuclei. Sicché i “ragazzi di via Panisperna”, da buoni italiani,suggerirono “neutrino”, più adatto a un piccolo oggetto. I problemi prodotti dai neutrini si sono estesi alla cosmologia (oltre aver fatto temere che il Sole si stesse spegnendo…) e molti esperimenti condotti al riparo delle rocce del Gran Sasso stanno cercando di stanarlo, sia che provenga dal cosmo che dal sottosuolo, sparato dal CERN verso l’Italia.
In questo libro si impara tutto ciò che si può capire godibilmente; non posso che raccomandarlo caldamente, anche in ricordo del nostro ammiratissimo Bruno Pontecorvo.
Carlo Bernardini
Università di Roma