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Dimostrare l’impossibile
La Scienza inventa il mondo
Claudio Bartocci
Raffaello Cortina 2014
Raffaello Cortina 2014
Una serie di scorribande nel mondo della scienza ma anche dell’arte e dell’etica: fra intrecci di esistenze talvolta straordinarie e scontri di idee che hanno mutato la concezione stessa della realtà, questo libro prospetta in modo inedito l’avventura della conoscenza. Fra i protagonisti spiccano i matematici, che spesso trovano cose che non stanno cercando semplicemente perché queste non esistono da sempre, ma prendono forma nel percorso dell’intelligenza. I matematici ignorano i confini sia nella politica sia nel sapere. Ma se i pedanti si arroccano nel loro specialismo, Claudio Bartocci, matematico e filosofo, fa suo il detto di Popper: “Siamo studiosi di problemi, e non di discipline”. La matematica si permette il lusso di “inventare il mondo” e può costruire il nuovo perché sa distruggere i vecchi pregiudizi. E quando un problema sfida il senso comune, l’intuizione creativa rovescia il motto di Sherlock Holmes: non bisogna più abbandonare l’impossibile per l’improbabile, ma dimostrare proprio quello che non pare possibile a coloro che si sentono “padroni del pensiero”. Claudio Bartocci insegna Fisica matematica all’Università di Genova.
Recensione
Che cosa lega Galileo Galilei finito sotto gli artigli dell’Inquisizione perché avea pensato, in astronomia, diversamente da come pensavano i suoi censori francescani e domenicani” (per dirla con il poeta John Milton), a Georg Cantor, il matematico dell’infinito, che sembra sia impazzito per non esser riuscito a dimostrare la sua “ipotesi del continuo”, e forse pure che Bacone era il vero autore delle tragedie di Shakespeare; o il giovane ribelle Evariste Galois, perito in duello poco più che ventenne, che doveva rivoluzionare la matematica introducendo la nuova nozione di gruppo, a grandi fisici del Novecento come Einstein, Bohr, Dirac, Heisenberg o Fermi? Il gusto dell’avventura della scoperta, ci dice Claudio Bartocci, matematico e filosofo, in questo Dimostrare l’impossibile: un’avventura che ignora i confini sia nella politica sia nel sapere. Diviso in due grandi sezioni, la prima dedicata ai personaggi esemplari e l’altra alle idee che hanno finito col cambiare la nostra concezione della realtà (ogni capitolo è corredato da una sintetica ma preziosa bibliografia, che consente di approfondire l’argomento a chi lo desidera: il che fa del volume anche uno strumento prezioso per le scuole), il libro non si rivolge agli specialisti di questo o quel settore disciplinare, ma a tutti coloro che sono affascinati dalla storia epica, e talvolta anche drammatica, dell’impresa tecnico-scientifica. E se i pedanti ancor oggi amano arroccarsi nel loro specialismo, l’autore mira invece a mostrare – soprattutto ai giovani e ai giovanissimi – quanto la crescita della conoscenza modifichi profondamente il mondo in cui viviamo. Fa suo il celebre detto di Karl Popper: “Siamo studiosi di problemi e non di discipline”; e quello ancor più famoso di Immanuel Kant, che invitava a “fare pubblico uso della ragione” nel quadro di una uscita dal “regime di minorità intellettuale” in nome dell’Illuminismo. “Se si chiudesse su se stessa, se si parcellizzasse in una moltitudine disaggregata di conventicole, ciascuna con il suo gergo e i suoi sacerdoti, la scienza abdicherebbe alla propria indipendenza”, e finirebbe “col mettere a repentaglio la propria stessa esistenza”, scrive Bartocci. E di tale resistenza al conformismo, al dogmatismo e allo specialismo settario, l’autore individua il nucleo nel lavoro dei matematici. Sono loro che si permettono il lusso di “inventare il mondo”, e possono costruire il nuovo perché non hanno rispetto alcuno per i vecchi pregiudizi. E quando un problema sfida il senso comune, gli occhi della mente “geometrica” sanno andare oltre il precetto dell’investigatore Sherlock Holmes: non bisogna più abbandonare l’impossibile per l’improbabile, ma dimostrare perché qualcosa è impossibile – almeno per certi metodi. E poi andare oltre escogitando strategie non ancora tentate. Per dirla con Robert Musil, il grandissimo autore dell’Uomo senza qualità (il cui protagonista è appunto un matematico), si tratta incessantemente di “scoprire soluzioni, connessioni, costellazioni, variabili sempre nuove”.
Giulio Giorello