Sotto i nostri piedi
Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani
Alessandro Amato
Codice Edizioni, 2016
Dopo ogni terremoto c’è sempre qualcuno che lo aveva previsto: i Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. I previsori non si fidano della scienza, ma credono che i rospi scappino prima dei terremoti, che la Nato e le trivelle possano scatenarli, che gli scienziati sappiano prevederli ma non lo dicano perché odiano vincere i premi Nobel. Per orientarsi in questo groviglio di scienza e pseudoscienza, “sotto i nostri piedi” ci accompagna in un viaggio attraverso la storia dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellata da pochi acuti e tanti fallimenti. Storie di scienziati e filosofi (da Aristotele a Kant), di terremoti e terremotati (dalla Cina alla Russia, dalla California all’Aquila), di bizzarre teorie e personaggi pittoreschi. Fino ai più recenti passi avanti compiuti dalla ricerca sismologica, che se non consentono ancora la previsione dei terremoti ci offrono però la conoscenza e gli strumenti per una fondamentale riduzione del rischio.
Recensione
I terremoti sono purtroppo di grande attualità nel nostro Paese che è, per sua conformazione, una terra sismica. È quindi importante che gli italiani conoscano i terremoti e sappiano come difendersi da questi disastri sempre incombenti. Ma soprattutto è fondamentale che l’informazione venga da chi conosce questi fenomeni sulla base di una profonda preparazione scientifica e una lunga esperienza sul campo.
Quando arrivano, i terremoti ci coinvolgono visceralmente e per questo cerchiamo risposte che ci tranquillizzino e diano una ragione al disastro e al dolore che ci circonda. Su questa sete di risposte immediate fanno leva i molti ciarlatani che in queste occasioni si improvvisano esperti, spesso con credito presso i media, presso i politici e, purtroppo, talvolta anche presso i giudici (il caso della Commissione Grandi Rischi dopo il terremoto dell’Aquila ne è un triste esempio).
Purtroppo la (vera) scienza spesso non ha risposte certe. La scienza segue il suo metodo fatto dal confronto dei dati, dalla discussione sulle riviste scientifiche e dalla riproducibilità dei risultati degli esperimenti. Soprattutto la scienza non ha verità preconcette o tesi da sostenere a priori, è pervasa dal dubbio e non procede per proclami. Per questo non va sulle prime pagine dei giornali. Sotto i Nostri Piedi, di Alessandro Amato è il libro giusto per dare un’informazione corretta sui terremoti in un momento di grande attenzione. È un libro comprensibile e affascinante, scritto da uno scienziato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’istituto italiano preposto a studiare e difenderci dai rischi dei fenomeni del sottosuolo.
Il libro ci porta nei grandi terremoti della storia, a Lisbona nel 1755, in Cina, in Giappone, in Cile, in Sicilia, e nelle storie e leggende ad essi collegati. Amato affronta e smonta con metodo tutte le superstizioni collegate ai terremoti, dai pescigatti alle congiunzioni astrali, dalle comete alle antenne in Alaska, per arrivare fino alle trivelle, alle scie chimiche o ai castighi divini.
Ci affascina discutendo l’evoluzione storica delle nostre conoscenze sui terremoti a partire da Aristotele, passando per Immanuel Kant, che avvertì, assieme a Goethe, Voltaire, Casanova e tutti gli europei del suo tempo, la scossa terrificante di Lisbona e ne fu profondamente impressionato e stimolato.
E poi ci parla della geofisica e della sismologia. Ne parla con chiarezza, senza enfasi o saccenteria. Tra un aneddoto su Gandhi e Tagore, e un cenno a un saggio di Leopardi, ci descrive lo scivolamento delle placche, le faglie, l’accumulo e il rilascio di energia. Ci parla delle grandi aspettative del recente passato per i metodi di previsione dei terremoti, dei fallimenti e delle delusioni che ne sono seguite.
Amato è categorico: ad oggi non siamo in grado di fare le previsioni dei terremoti a breve termine e di allertare le popolazioni! I geologi stanno studiando il problema con nuove tecnologie, per esempio con nuove e più sensibili reti sismiche, con le rilevazioni satellitari e le trivellazioni dirette delle faglie. Non è ancora chiaro come questa nuova messe di risultati ci svelerà i segreti della crosta terrestre. Certamente questa è la strada, questo è il futuro che prima o poi ci porterà anche a prevedere i terremoti.
Ma quello che sappiamo è già molto.
Siamo in grado di identificare le zone ad alto rischio sismico e di fare delle previsioni a medio-lungo termine, su intervalli temporali di decenni. E non è poca cosa. Avere una mappa della pericolosità è il primo strumento per combattere i disastri. È per questo che Amato ci tiene a convincere il lettore che in parallelo, anzi, prima ancora di puntare sulla previsione a breve termine dei terremoti, noi dobbiamo puntare sulla prevenzione.
Addirittura l’eccessiva attenzione sulla previsione dei terremoti può essere nociva perché distoglie l’attenzione dalla vera causa dei disastri. «Le case crollano perché sono poco resistenti» ci ricorda Amato. Altre nazioni che condividono con noi l’alta sismicità del loro territorio, quali il Cile o la Turchia, senza voler far riferimento a quei marziani dei Giapponesi, hanno in corso degli ambiziosi progetti di messa in sicurezza del loro patrimonio abitativo per arrivare a consegnare ai loro figli delle case più sicure e per poter convivere coi terremoti senza terrore e senza fatalismo. Certamente sono necessari grandi investimenti che possono essere reperiti con intelligenti programmi a lungo termine. Purtroppo per questi ci vogliono statisti e non politicanti concentrati sul ritorno elettorale immediato.
Il libro è di facile lettura, e risulta affascinante pur affrontando un tema serio e impegnativo. In alcuni passaggi arriva persino a far sorridere il lettore grazie al sapiente inserimento di esperienze e riferimenti personali, quali ad esempio i primi contatti con i mostri sacri americani nelle sue prime esperienze di ricerca negli USA, l’incontro con l’Atroce durante l’evento sismico del 1997 o le domande imbarazzate e imbarazzanti del famoso attore vicino di casa, di cui per delicatezza tace il nome.
Massimo Turatto
Direttore dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Padova