Siamo anche noi abitanti di una Flatland tridimensionale?

di Ranieri Zaninotti

Nell’articolo l’autore prende spunto dal mito della Caverna di Platone e dal romanzo FlatLand per esplorare brevemente opzioni filosofiche e fisiche.

Partendo dal mito della caverna di Platone, presentato nella trattazione “La Repubblica”, dove le persone incatenate in una caverna vedono solo le ombre proiettate su una parete, simbolo delle percezioni sensoriali che distorcono la realtà vera e immutabile; e sfruttando una similitudine con la “realtà” come appare agli abitanti di “Flatland”, l’articolo invita a porsi una domanda.

Potremmo forse sciogliere ogni dubbio sulle conoscenze umane ipotizzando l’esistenza di dimensioni spaziali aggiuntive non direttamente percepibili? Discutiamo sui fenomeni come l’entanglement quantistico e la materia oscura, che rimangono misteriosi e sfidano la nostra comprensione della realtà, paragonando la nostra condizione a quella degli abitanti della caverna di Platone o di Flatland, limitati nella percezione di un universo più complesso e multidimensionale.

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