Eccoli eccoli, gli anni ’90 sono arrivati!

Gli anni ’90, con la loro carica esplosiva e scoppiettante, che partono con l’aprirsi della guerra del golfo, hanno fatto irruzione negli anni ’80 come un carrarmato con le pantofole di pelliccia.

Ma va bene così, ogni cambiamento ha sempre qualcosa di elettrizzante. Gli anni ’90 sono stati costellati di incredibili avvenimenti e scoperte. Se avete voglia di fare un tour indietro nel tempo mettetevi comodi e godetevi questa nuova decade che parla dell’astronomia dell’ultimo decennio del secolo scorso! E non sbavate troppo per l’emozione che per quello bastava lo sbrodolino! Sistematevi i jeans alti quanto il dolcevita, togliete il tamagotchi dalle tasche e andiamo!

Si parte col 1990, anno in cui, non so se mi spiego, uscivano sia il Game Gear che il Super Nintendo, console che in quell’anno fecero salire l’isolamento adolescenziale tanto da far impallidire la videodipendenza da smartphone. Ma quello che rimane aggrappato alle pagine polverose della memoria non sono le ore spese a far deflagrare gli alieni che uscivano dalle fottute pareti o a cercare mappe del tesoro in Monkey Island, che da solo vale tutti gli anni ’90, ma l’atmosfera di magia e ricerca che ha guidato tutti gli adolescenti per l’intero decennio. Al cinema i film cazzuti come atto di forza e Apache facevano pompare i ragazzi,  ghost e pretty woman facevano sognare le ragazze e noi nerd ci sparavamo gremlins II, ritorno al futuro 3 ed Edward mani di forbice. In TV c’erano serie tv del calibro di Beverly Hills 90210, Willie il principe di Bel Air, Otto sotto un tetto e ALF, che terminava proprio in quell’anno. Non so se mi spiego! Sul lato astronomico, come sempre, all’universo non gliene poteva fregare di meno ma gli scienziati fecero bingo mandando in orbita il paparazzo cosmico per eccellenza, quel cecchino di wallpaper che era l’Hubble space Telescope. Un satellite artificiale in grado di regalare immagini meravigliose sia all’astronomia nel visibile, che nell’ultravioletto e anche nell’infrarosso.

Fu realizzato dalla NASA in collaborazione con l’ESA e venne portato il orbita a 600 km di quota dalla navetta spaziale Discovery il 24 aprile di quest’anno. Il suo vantaggio era duplice: era fuori atmosfera e dotato di uno specchio primario di apertura pari a 2,4 m! Siccome le cose una volta le facevano buone, Hubble sta funzionando ancora in maniera ineccepibile.

Telescopi Keck alle Hawaii. Credito: Osservatorio Keck
Telescopi Keck alle Hawaii. Credito: Osservatorio Keck

Nello stesso anno venne anche lanciato il telescopio spaziale Astro-1, formato da tre telescopi operanti nell’ultravioletto, ma solo per una missione sperimentale di 8 giorni. Migliorato e corretto, questo telescopio, nella sua nuova veste, verrà rilanciato nel 1995 con in nome di Astro-2. Sempre sulla scia dei grandi occhi, ma questa volta a terra, anche il telescopio Keck fu ultimato nel 1990 . E’ posto alle Hawaii, nella località di Mauna Kea e vantava una apertura effettiva di 9,82 metri! Il 1990 vide anche l’istituzione dell’High Energy Astrophysics Science Archive Research Center (HEASARC) presso il Goddard Space Flight Center (GSFC) della NASA ed il lancio della missione congiunta NASA/ESA Ulysses per mezzo dello Space Shuttle Discovery (STS-41). Il satellite in questione trasportava un esperimento per rilevare i raggi X solari ed i raggi gamma. Nel 1990 venne anche lanciato il satellite russo Gamma, che aveva come strumento principale il telescopio Gamma-1, un rivelatore sensibile ai raggi gamma con energie da 50 MeV a 6 GeV. Nei roaring 90’s venne anche rilevata grazie al Röntgen Satellit (ROSAT) l’emissione di raggi X della Luna, la prima rilevazione a raggi X della Luna da parte di un satellite in orbita terrestre. Tali raggi X erano dovuti alla dispersione dei raggi X solari. Nel frattempo, sulla Terra, veniva sviluppata la teoria dei super pennacchi, confermata dal rinvenimento di molti campioni di rocce del nucleo terrestre nel plateau oceanico di Ontong-Giava. Essa postulava che nel Cretaceo, circa 100-70 milioni di anni fa, immense correnti di materia fluida allo stato plastico risalirono dal nucleo attraversando il mantello e sboccando là dove la crosta terrestre, solida era più sottile. Questa teoria impattava direttamente sulla struttura della crosta terrestre, sulla dinamica delle zolle tettoniche, sul geomagnetismo e anche sul clima.

ROSAT ( Roentgen Satellit ). Credit NASA
ROSAT ( Roentgen Satellit ). Credit NASA

Come sempre accade, le scoperte di trent’anni fa a volte fanno quasi tenerezza. Nel frattempo la tecnologia è avanzata, i computer sono cresciuti e con essi la potenza di calcolo. Ma quelli erano anni magici. Anni in cui tutto poteva accadere. Anni in cui i sogni diventavano davvero realtà tangibile. Anni in cui qualsiasi cosa si faceva era ancora spinta dal vento in poppa e la paura di cadere non c’era, come la disillusione ed il timore del fallimento. Tanto atterravi su una morositas

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