Il quesito di Giugno verteva sulla risoluzione di quello che tecnicamente (almeno nel senso enigmistico del termine) si chiama “Anagramma a frase”.
Lo spunto ci è stato dato dagli storici anagrammi (anche essi “a frase”) di Galileo, che l’ottimo Keplero riuscì incredibilmente a risolvere non secondo le intenzioni originali del pisano, ma in modo tale da ottenere comunque delle “verità astronomiche” ancora ignote all’epoca dei fatti.
La cosa appare del tutto incredibile e straordinaria anche se, come dottamente analizzato poi nel numero successivo da Rodolfo Calanca (e un po’ da noi di RM), la sorprendente coincidenza è in realtà meno “sorprendente di quanto sia lecito aspettarsi. al crescere del numero delle lettere che compongono la frase misteriosa, le possibili “soluzioni” crescono in maniera vertiginosa, e quindi lo stupore istintivo deve necessariamente decrescere di qualche grado. (E se tutto questo vi risulta ancora oscuro, è solo perchè non avete ancora letto Coelum 97. Cercate di rimediare).
Come speravamo accadesse, il lettori stessi di Coelum hanno mostrato come questo possa essere messo in evidenza. Nel proporre la frase
PIU’ PESO UNENDO TRE STELLE
avevamo l’intenzione di annunciare la recente scoperta che si riassume in:
PLUTONE POSSIEDE TRE LUNE
Come era lecito aspettarsi da lettori attenti e interessati all’astronomia, la soluzione corretta ci è arrivata velocemente da Carlo Colonnello, che si è pertanto aggiudicato il premio mensile. A noi, però, restava ancora qualche dubbio di ordine diverso: sarebbe o non sarebbe arrivata qualche soluzione “alternativa” alle tre lune plutoniane? Il test era un vero test, perchè noi stessi non avevamo affatto costruito l’anagramma avendo in mente una soluzione alternativa. A ciò si doveva aggiungere che il numero delle lettere usate (appena 22) rendeva la cosa abbastanza difficile.
Grande è stata allora la soddisfazione nel veder giungere da Fabiano Limonio questa soluzione:
E’ SEDNES PIU’ OLTRE PLUTONE
Era proprio quel che ci serviva, per dimostrare “ex-post” che non è poi così impossibile trovare “altre verità”. Per quanto il nome dell’oggetto trans-plutoniano sia “Sedna” e non “Sednes”, è indubbio che sia comunque riconoscibilissimo: poi, a ben vedere, lo stesso Galileo infarciva le sue frasi con “lettere d’avanzo” come “O.Y.” e Keplero non si faceva specie di mettere dei superflui “ECC.” nelle sue soluzioni. Ergo, Fabiano ha tutti i diritti di chiamare Sedna col il nome poetico di Sednes, ci mancherebbe altro.
Eravamo già più che soddisfatti con questa duplice soluzione, quando il nostro affezionato Valerio Pecoraro ha deciso di toglierci davvero il fiato. La sua lunga e bella mail merita di essere pubblicata per intero:
- Ho letto anch’io, molto tempo fa, il romanzo di Carlo Frabetti, “I giardini cifrati”, nel quale si teorizza una “spiegazione occulta” alle miracolose coincidenze fra le soluzioni di Keplero agli anagrammi di Galilei e le scoperte astronomiche di là da venire. Personalmente, credo che, stante l’elevatissimo numero di perifrasi significative ottenibili da una sequenza di lettere qualsiasi, aggiunto ad un uso disinvolto del latino, si possa ottenere tutto e il contrario di tutto. A questo proposito, lo stesso Keplero giudica la sua soluzione al secondo anagramma di Galileo fra le “caetera imperfecta”, essendo la sua preferita:
- Nam Iovem gyrari macula hem rufa testatur
Guardando alle altre soluzioni dello stesso Keplero, troviamo:
- Maculam rufam gyrari notavi etc.
Macula rufa in Iove est, gyratur mathem. etc.
Solem gyrari etc.
Firmamentum maculas haret gyratur a Iove etc.
Saturnum et Martem gyro maculae etc.
Mercurium flamma haurit etc.
Theatrum celeri gyratur fons avium etc
Commentate da Keplero con uno sconsolato: “Viden in quas me coniicias miserias, tua reticentia?” riferito al bizzarro modo di Galilei di annunciare le sue scoperte.
In conclusione, credo che il povero Keplero, lungi dall’essere, come tutti noi, dotato di alcuna prescienza, abbia tirato ad indovinare come del resto ho fatto io con il quesito su Coelum di giugno.
Alla frase “Più peso unendo tre stelle”, ho cercato di far corrispondere qualcosa di sensato riguardo le “scoperte scientifiche”, come richiesto. In questo Keplero era più avvantaggiato poiché il suo ambito non travalicava il sistema solare, mentre per me poteva essere qualunque cosa, dalle informazioni sulla difesa delle città francesi (Lens tiene solo due truppe) o la loro vita notturna (Le dense pin up de Toulouse), alle preferenze del pubblico sulle automobili (E le Punto diesel son turpe) o infine un giudizio sulla tattica delle nuove barche della America’s Cup (E due snelle opportuniste).
Di fronte a cotanta maestria anagrammatica (nonché smisurata conoscenza della storia delle scienze), ci resta davvero ben poco da aggiungere. Giusto un paio di commenti, per malcelare la nostra invidia:
1) L’anagramma-quesito è stato in realtà un parto del Gran Direttore di Coelum, che si è rivelato anagrammista migliore della redazione intera di RM. Non lo diremo in latino, ma almeno in italiano dobbiamo riconoscere a Cesare ciò che di Cesare è.
2) Il contributo migliore di Valerio sta proprio nell’indizio fondamentale che da al “metodo risolutivo”. Le opzioni sono troppe, negli anagrammi a frase, se le frasi sono lunghe: bisogna affidarsi soprattutto al contesto. Altrimenti, visto? Si trovano facilmente informazioni sulle spogliarelliste di Tolosa o sulla carburazione delle vetture piemontesi. Essendo invece Coelum quello che è, si poteva subito procedere notando che nella frase non si trova una “A” neanche a pagarla, per non parlare della “V” o della “M”. Allora, i nomi dei pianeti possibili si riducono solo a “Nettuno” e “Plutone”, e sistamando le lettere di quest’ultmio non è difficilissimo vedere le “tre lune” formabili con le lettere residue.
Insomma, era sempre Galilei, alla fin fine, che ripeteva sempre “Provando e riprovando…”