Arrivati in questa fredda epoca di solstizi d’inverno, saranno ben pochi i lettori a non aver ancora capito che nella nostra trascorsa gioventù siamo stati insaziabili divoratori di fantascienza. Tanti anni fa… perché ormai, forse per l’ingresso nell’età ipoteticamente adulta, o forse solo per pigrizia, la lettura e la passione si sono un po’ rarefatte.
Siamo però sicuri – quale sia il vostro autore preferito – che anche a voi sarà capitato di rimanere vittime di quella strana passione dell’anima che vi fa ricordare benissimo alcuni dettagli magari del tutto inessenziali alla trama, ma che per qualche ragione marchiano a fuoco il racconto o il romanzo, fissandoli per sempre in memoria.
È probabile che questa inconscia selezione delle “cose memorabili” abbia una sua precisa (freudiana?) ragione d’essere, ma noi non siamo ancora riusciti a comprenderne i meccanismi.
Ad esempio, proprio il giorno in cui la nostra stella preferita disegnava nel cielo il suo arco più basso, noi abbiamo aperto come al solito la porta sul balcone della cucina, lasciando che il gatto uscisse da lì per fare la sua solita passeggiatina all’aperto.
Ora, quel gatto, che si chiama Laser Virgilio Marone (e a chi indovina la ragione di questi nomi l’abbonamento semestrale a Coelum lo paghiamo di tasca nostra) ed è un animale diabolicamente nero (dentro e fuori), ha le sue idee ben precise in merito alla temperatura minima accettabile, e quella del solstizio d’inverno non rientrava proprio nella categoria. Insomma, il suo rientro in casa è stato virtualmente istantaneo, ma – qui sta la cosa strana – subito seguito dal posizionamento del felino davanti alla porta della sala.
È bene sapere che entrambe le porte si aprono sul medesimo balcone, ma in ottica gattesca questo è probabilmente poco significativo. Sotto le vibrisse, L.V.M. cullava certamente la speranza che “uscendo da quella parte là” fuori facesse più caldo.
Ora, se questo non vi ricorda immediatamente qualcosa, delle due l’una: o voi avete delle gravi lacune formative nella SF classica, oppure è proprio vero che a noi rimangono impressi più facilmente i personaggi minori. Nel romanzo “La porta sull’estate”, di Heinlein c’è infatti il gatto Pete ad accompagnare l’eroico protagonista; ed è certo colpa del misterioso meccanismo selettivo di cui sopra se ci ricordiamo benissimo il nome del gatto, ma non quello del protagonista.
Ebbene, nel romanzo Pete costringeva il suo proprietario ad aprire una per una tutte le porte della casa, ma rientrava immediatamente non appena si accorgeva che fuori era inverno, passando alla porta successiva nella speranza che quella desse sull’estate. Alla fine della infruttuosa ricerca, Pete si ritirava sdegnato sul suo cuscino, ritenendo l’assenza dell’estate sostanzialmente causata dall’inettitudine del personaggio principale (e probabilmente anche Heinlein la pensava come il gatto, se ha intitolato il romanzo come l’ha intitolato).
Classico per classico, porta per porta, è quasi inevitabile sottoporvi un piccolo e innocente quiz basato su gatti, porte e solstizi.
Immaginate che questa magica porta sull’estate esista davvero: meglio, immaginate che le porte in gioco siano tre, che una di queste dia davvero sull’estate (non ci vuole poi molto… un qualsiasi gate d’aeroporto con un aereo di linea sudamericano in attesa di decollo basta alla bisogna, a ben vedere), mentre le altre due aprono sull’algido inverno. Naturalmente, è concesso aprire una sola porta; ma noi, forti delle certezze assolute che solo l’incoscienza può garantire, decidiamo lì per lì (dopo un veloce consulto col gatto) di aprire quella di mezzo. Il padrone del gioco, accortosi della nostra ipotesi, decide di darci un aiuto (o, quantomeno, lui lo spaccia per tale): prima di verificare la nostra scelta apre con decisione la porta sulla sinistra, mostrandoci che dietro di essa si stende un gelido paesaggio invernale. Adesso tocca a noi davvero: dovremo dichiarare una volta per tutte la nostra scelta, consci del fatto che una prima porta è già stata eliminata. Evidentemente si tratta di mantenere la scelta precedente o di cambiare idea e passare alla porta a destra. Voi cosa fate? Valutate le probabilità o vi affidate all’istinto del gatto?
Le soluzioni, possibilmente ben argomentate, dovranno arrivarci entro il 25 febbraio. Solo così avrete la sia pur remota possibilità di vincere un abbonamento semestrale alla rivista. Che magari potrete pigramente sfogliare sotto il sole caldissimo della vostra immaginazione. Sempre che, naturalmente, riusciate davvero ad attraversare la Porta sull’Estate.