La ricerca amatoriale italiana di supernovae purtroppo sta attraversando il periodo più difficile della sua storia dal punto di vista delle scoperte. Nel 2021, infatti, nessun astrofilo italiano è ancora riuscito a mettere a segno una scoperta. Sono ormai solo un ricordo il periodo di alcuni anni fa, con i successi targati ISSP che variavano fra le 15 e le 20 scoperte annue. La spietata concorrenza dei programmi professionali di ricerca supernovae, che si avvalgo di sofisticate strumentazioni di ripresa e di controllo immagini, hanno steso al tappeto i volenterosi, ma impotenti astrofili di tutto il mondo impegnati in questo tipo di ricerca. Solo il giapponese Koichi Itagaki, il neozelandese Stuart Parker ed il cinese Xing Gao sono riusciti a difendersi, ottenendo delle preziose scoperte.
Abbiamo però un’importante novità da segnalare e precisamente due scoperte che potremmo definirle ibride. Ad ottenerle è stato il romagnolo Mirco Villi, che è si un astrofilo, ma ha ottenuto queste scoperte utilizzando la strumentazione professionale dell’osservatorio americano sul Mount Lemmon in Arizona del programma CRTS Catalina Real-Time Transient Survey.
Mirco Villi non è un astrofilo comune, ma riveste un ruolo fondamentale nella ricerca amatoriale di supernovae. Fu proprio lui insieme all’amico Giancarlo Cortini a dare vita agli inizi degli anni novanta alla ricerca amatoriale italiana di supernovae, mettendo poi a segno importanti scoperte come per esempio la SN1991T, che ancora oggi rappresenta un fondamentale punto di riferimento nella classificazione di questi fenomeni. Spesso, infatti, nella classificazione delle supernovae si legge “91T-like”
È inoltre uno dei pochi astrofili italiani ad aver scoperto una supernovae in una galassia Messier, la SN1998bu in M96. In questi ultimi anni Mirco Villi ha instaurato una proficua collaborazione con i professionisti americani del Catalina ottenendo numerose scoperte. Era da circa un anno che non otteneva nuove scoperte e finalmente nel giro di soli due giorni ha messo a segno una fantastica doppietta. Ma andiamo per ordine…
Nella notte del 14 novembre ha individuato una debole stellina di mag.+20,5 nella galassia a spirale UGC6053 posta nella costellazione del Leone, al confine con quella del Sestante, distante circa 360 milioni di anni luce e situata a circa un grado ad Est della più appariscente galassia a spirale NGC3423.
L’immagine di scoperta è stata ottenuta col il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro, uno dei tre strumenti del CRTS dedicati alla ricerca di nuovi transienti. Purtroppo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2021aetx.
Situazione invece completamente diversa per il secondo oggetto individuato da Mirco Villi nella notte del 15 novembre. Anche questo molto debole al momento della scoperta con una luminosità pari alla mag.+20,1 nell’immagine ottenuta sempre con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro. La galassia ospite è la UGC2393, una spirale posta nella costellazione del Perseo a circa 500 milioni di anni luce di distanza. Nei giorni seguenti la scoperta la luminosità del nuovo oggetto è aumentata fino a raggiungere intorno alla fine di novembre il massimo di luminosità con una magnitudine di circa +16,5 / +17,0.
Nella notte del 23 novembre, con la supernova che splendeva di mag.+17,3 è arrivata la conferma spettroscopica realizzata dall’astrofilo bellunese Claudio Balcon, che ha battuto sul tempo gli osservatori professionali e che rende perciò questa supernova molto italiana. Lo spettro, ottenuto con un semplice Newton da 20cm, munito di spettroscopio auto-costruito, ha permesso di classificare la supernova di tipo Ia molto giovane, scoperta a circa due settimane dal massimo di luminosità. Alla supernova è stata quindi assegnata la sigla definitiva SN2021aeuq.
Se la ricerca italiana di supernovae, come abbiamo visto, non sta attraversando un buon momento, situazione completamente diversa è invece per la spettroscopia italiana di supernovae, che grazie al bravo astrofilo bellunese, sta vivendo un periodo di grandi soddisfazioni e successi, proiettando Balcon in vetta alla classifica amatoriale di classificazioni di supernovae con l’impressionante numero di 46 spettri inseriti per primo nel TNS dal 2019 ad oggi, 25 dei quali ottenuti in questo 2021.
C’è comunque ancora speranza per gli astrofili che vanno a caccia di esplosioni di stelle in altre galassie. Ad avvalorare questa affermazione, è la recente nuova scoperta amatoriale che arriva dal Sol Levante. Tutti avranno subito pensato al solito Itagaki, ed invece, ad infilarsi con successo fra le strette maglie della rete dei programmi professionali di ricerca supernovae è stato un altro astrofilo giapponese, originario di Takatsuki City nella prefettura di Osaka. Nella notte del 29 novembre, utilizzando il suo telescopio Newton da 300mm F.4,Shuji Tokuoka, questo il suo nome, ha individuato un nuovo transiente di mag.+16,4 nella galassia a spirale UGC4671 posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore, a circa 180 milioni di anni luce di distanza, ed accompagnata in cielo dalla vicina galassia a spirale barrata NGC2692. Shuji Tokuoka è sempre stato interessato alle supernovae, ma in questi ultimi tre anni ha messo in atto una ricerca sistematica che, all’età di 62 anni, gli ha permesso di raggiungere la sua prima scoperta. Possiamo immaginare quanto grande sia stata la sua felicità.
Nella notte successiva, il nostro Claudio Balcon non poteva farsi scappare questa ghiotta occasione, classificando per primo il nuovo oggetto rivelatosi una supernova di tipo Ia scoperta dai 10 ai 15 giorni prima del massimo di luminosità, con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano ad una velocità di circa 12.000 km/s. Il massimo di luminosità dovrebbe quindi verificarsi dopo il 10 dicembre con una magnitudine interessante intorno a +14,5 / +15,0. Alla supernova è stata assegnata la sigla definitiva SN2021afsj. Questo è uno dei pochi casi di supernovae scoperte e classificate, tutto a livello amatoriale. Ne conosciamo almeno sei e negli ultimi quattro c’è il marchio bellunese di Balcon. UGC4671 ha visto esplodere al suo interno altre due supernovae conosciute: la SN2000dv scoperta da Mark Armstrong il 17 ottobre 2000 di tipo Ib e la SN2016bme scoperta dal GSST il 12 aprile 2016 di tipo II.
Concludiamo la rubrica segnalando una supernova interessante e molto luminosa, che purtroppo non è visibile dal nostro emisfero. Si tratta della supernova più luminosa del 2021 ed anche una delle più luminose degli ultimi sette anni. Per ritrovare una supernova decisamente più luminosa bisogna infatti tornare indietro alla SN2014J esplosa il 21 gennaio 2014 nella galassia M82, che raggiunse la mag.+10,1. Nella notte del 11 novembre il programma professionale di ricerca supernovae denominato DTL40, utilizzando il telescopio robotico da 0,4 metri al Cerro Tololo in Cile, ha individuato una nuova stella di mag.+17,2 nella stupenda galassia a spirale NGC1566 distante circa 60 milioni di anni luce nella costellazione meridionale del Dorado. L’astronomo francese Charles Messier se avesse potuto osservare anche dall’emisfero meridionale, avrebbe sicuramente inserito questa galassia nel suo famoso catalogo.
L’immagine precedente ottenuta dal DTL40 risaliva a 5 giorni prima con la supernova non ancora visibile fino alla mag.+19,3 quindi il nuovo transiente era chiaramente molto giovane. Ed infatti nella stessa notte della scoperta, con il Southern African Large Telescope da 10 metri di diametro, in Sudafrica, è stato ripreso lo spettro di conferma che ha permesso di classificare la SN2021aefx; questa la sigla definitiva assegnata, come una supernova di tipo Ia scoperta circa 20 giorni prima del massimo di luminosità e con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano all’impressionate velocità di 28.000 km/s.
Questa classificazione è stata poi confermata due giorni dopo anche dall’Osservatorio di La Silla in Cile con il telescopio NTT da 3,6 metri di diametro. La luminosità della supernova è perciò aumentata progressivamente fino ad arrivare al massimo intorno alla fine di novembre, raggiungendo la notevole mag.+11,8. Un facile oggetto, posto in una bellissima e fotogenica galassia che, purtroppo per noi, farà la felicità degli astrofili dell’emisfero meridionale.