La stavamo aspettando da molti mesi e finalmente la tanto sospirata scoperta amatoriale italiana è arrivata. Mancava dal 23 novembre 2020 con la SN2020aavb scoperta da Paolo Campaner e Fabio Briganti. A mettere a segno il “colpaccio” ed ormai ad oggi, solo così possiamo definire un successo che permette di battere sul tempo gli infallibili o quasi programmi professionali di ricerca supernoave, sono stati Franco Cappiello, astrofilo lombardo di Noviglio (MI) e Salvo Massaro, astrofilo siciliano abitante a Palermo.
I due amici hanno realizzato l’osservatorio Stazione Astronomica G. Bruno, situata al Passo del Brallo in provincia di Pavia, al confine fra la Lombardia e la Liguria. L’osservatorio ospita un telescopio Ritchey-Chretien da 50cm F.7,4 che viene utilizzato in remoto con il programma Ricerca 7 realizzato dallo stesso Massaro. Nella notte del 21 gennaio hanno individuato una nuova stella di mag.+16,2 nella galassia a spirale barrata NGC5117 posta nella costellazione dei Cani da Caccia al confine con quella della Chioma di Berenica e distante circa 110 milione di anni luce. Nella notte seguente la scoperta gli astronomi dell’Osservatorio di Asiago, guidati da Lina Tomasella e Paolo Ochner e coadiuvati dal nostro Claudio Balcon (ISSP), con il telescopio Galileo di 1,22 metri, hanno ottenuto lo spettro di conferma evidenziando che eravamo di fronte ad una supernovae di tipo II molto giovane, cioè scoperta pochi giorni dopo l’esplosione. Alla supernovae è stata perciò assegnata la sigla definitiva SN2022abq.
Nei giorni seguenti la scoperta la luminosità del transiente è aumentata, raggiungendo una luminosità vicino alla mag.+15. Per i due astrofili si tratta della prima scoperta ed immaginiamo quanto grande sia stata la loro gioia e soddisfazione. A loro vanno i nostri più sinceri complimenti per un successo così importante e veramente difficile da ottenere.
Sul versante italiano abbiamo il piacere di evidenziare anche un’altra importante scoperta. A metterla a segno, nella notte del 21 gennaio, è stato ancora una volta il veterano astrofilo romagnolo Mirco Villi, che continua la sua proficua collaborazione con i professionisti americani del CRTS Catalina. Come già detto in passato, questa scoperta possiamo definirla ibrida poiché è stata ottenuta da un astrofilo, ma utilizzando una strumentazione professionale.
Il successo infatti è stato ottenuto analizzando un’immagine realizzata con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro dell’osservatorio americano sul Mount Lemmon in Arizona. Il debole oggetto, che al momento della scoperta mostrava una mag.+19,9 è stato individuato nella galassia a spirale barrata UGC9476 posta nella costellazione del Bootes a circa 160 milioni di anni luce di distanza. Al momento in cui scriviamo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022aeg.
Non contento di questo successo, Mirco Villi si è concesso il lusso di un fantastico bis a distanza soli sei giorni dalla prima scoperta. Nella notte del 27 gennaio ha infatti individuato un debole oggetto di mag.+20,3 sempre analizzando un’immagine realizzata con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri, nella piccola galassia PGC31434 posta nella costellazione del Leone a circa 360 milioni di anni luce distanza. Anche per questo secondo transiente, al momento in cui scriviamo, nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022amg.
Nel mese di gennaio dobbiamo segnalare altre due nuove scoperte amatoriali. Sono state realizzate entrambe dai cinesi del programma XOSS Xingming Observatory Sky Survey, capitanati da Xing Gao, che con queste due nuove scoperte raggiunge quota 57, occupando la decima posizione della Top Ten mondiale amatoriale. Il primo transiente è stato individuato nella notte del 6 gennaio nella piccola galassia denominata LEDA2547211, posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore e distante circa 450 milioni di anni luce. Al momento della scoperta, il nuovo oggetto brillava di mag.+17,6 ed i primi ad ottenere lo spettro di conferma sono stati gli astronomi italiani dell’Osservatorio di Asiago. Nella notte dell’8 gennaio, utilizzando il telescopio Copernico da 1,82 metri hanno classificato la SN2022eb, questa la sigla definitiva assegnata, come una supernova di tipo Ib scoperta intorno al massimo di luminosità.
Ed infatti il 9 gennaio la luminosità era già calata alla mag.+18,3 come evidenziato da osservazioni di follow-up realizzate dal programma professionale americano denominato ATLAS. Sempre il 9 gennaio, anche gli astronomi cinesi dello Yunnan Observatory con il telescopio Lijiang da 2,4 metri hanno ottenuto lo spettro di questa supernova, confermando la classificazione di Asiago come tipo Ib. Questo tipo di supernovae viene originato dal collasso del nucleo di stelle massicce, che hanno perduto gli strati esterni di idrogeno. Le supernovae di tipo Ib sono meno luminose delle Ia ed anche molto più rare. Basti pensare che nel 2021 sono state classificate 1550 supernove di tipo Ia e solo 40 di tipo Ib.
La seconda supernova scoperta dei cinesi del team di Xing Gao è stata individuata la notte del 9 gennaio nella galassia a spirale IC4040 situata nella costellazione della Chioma di Berenice, distante circa 340 milioni di anni luce. IC4040 fa parte dell’ammasso di galassie della Chioma di Berenice, dove spiccano galassie più appariscenti come NGC4489, NGC4874 e NGC4921. Questa è una zona del cielo dove, con una ripresa a largo campo, si possono inquadrare e quindi monitorare numerose galassie con una singola immagine. Anche questo secondo transiente, al momento della scoperta, era molto debole a mag.+18,1.
Se nella precedente supernova gli astronomi cinesi dello Yunnan Observatory erano stati battuti sul tempo dagli astronomi di Asiago, per questa supernova sono stati più rapidi, ottenendo per primi lo spettro di conferma nella notte dell’11 gennaio. La SN2022jo, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di tipo II molto giovane, cioè scoperta pochi giorni dopo l’esplosione.
Il nostro ISSP Italian Supernovae Search Project collabora con i cinesi del programma XOSS e perciò abbiamo contattato l’astrofilo Mi Zhang, che è uno dei membri più attivi del team di Xing Gao, il quale ci ha fornito le immagini di scoperta delle due supernovae realizzate rispettivamente con riflettore da 30cm F.3,6 e con un Celestron C14 da 35cm e le due immagini di follow-up realizzate con il telescopio Ritchey-Chretien da 60cm F.8 che rappresenta lo strumento principale dei tre osservatori di Xing Gao.
Il mitico ricercatore del Sol Levante Koichi Itagaki poteva restare a guardare? Naturalmente no e nella notte del 27 gennaio mette a segno anche lui la sua prima scoperta del 2022 raggiungendo quota 166 e riprendendosi la terza posizione nella Top Ten Mondiale a scapito del neozelandese Stuart Parker fermo a quota 165. Il famoso giapponese ha individuato il nuovo oggetto a mag.+17,3 nella galassia a spirale barrata NGC1255 posta nella costellazione della Fornace a circa 70 milioni di anni luce di distanza. La notte seguente la scoperta, dal Gemini Observatory sul Cerro Pachon in Cile con Gemini South Telescope da 8,1 metri di diametro è stato ripreso lo spettro di conferma.
La SN2022ame, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di tipo II molto giovane scoperta appena 4 giorni dopo l’esplosione. Purtroppo è presente una forte estinzione da polveri della galassia ospite, che toglierà da due a tre magnitudini, impedendo alla supernova di raggiungere una notevole luminosità. NGC1255 aveva visto esplodere al suo interno un’altra supernova conosciuta, la SN1980O scoperta il 30 ottobre del 1980 dall’astronomo tedesco Hans-Emil Schuster.