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Impresso nel ghiaccio.
È possibile trovare le prove di un’enorme e antica tempesta solare nel ghiaccio?
È proprio quello che hanno scoperto i ricercatori della Lund University in Svezia grazie ai campioni di alcuni carotaggi provenienti dalla Groenlandia e dall’Antartide. E ciò che ha sorpreso ancor di più gli scienziati è il fatto che la tempesta si sia verificata in una fase relativamente tranquilla del Sole, durante la quale si ritiene che la Terra sia stata meno esposta a tali eventi.
L’attività del Sole è un prerequisito fondamentale per la vita del nostro pianeta, ma intense esplosioni possono generare un’energia tale da generare delle tempeste geomagnetiche che possono causare interruzioni di corrente e disturbi ai mezzi di comunicazione.
Tempeste cicliche
Prevedere simili tempeste è piuttosto difficile. In ogni caso, le ricerche indicano che questi eventi siano più probabili durante una forte attività solare, che spesso corrisponde al ciclo delle macchie solari. Tuttavia, il nuovo studio (pubblicato su Nature Communications lo scorso 26 gennaio) dimostra che l’eventualità che si manifesti una tempesta anche durante una fase di attività relativamente debole non è poi così remota.
«Per arrivare a queste conclusioni, abbiamo compiuto delle trivellazioni nel ghiaccio della Groelandia e dell’Antartide», afferma Raimund Muscheler, geologo presso la Lund University, «Abbiamo scoperto tracce di una massiccia tempesta, che deve aver colpito la Terra circa 9.200 anni fa, durante una delle fasi passive della nostra stella».
I ricercatori hanno analizzato le carote di ghiaccio alla ricerca dei picchi di alcuni isotopi radioattivi (berillio-10 e cloro-36). Tali picchi sono prodotti da particelle cosmiche ad alta energia, che possono essere conservate nel ghiaccio e nei sedimenti.
«Una simile ricerca richiede molto tempo e denaro. Pertanto, siamo rimasti piacevolmente sorpresi quando abbiamo riconosciuto che il picco indicava una gigantesca tempesta solare finora sconosciuta in relazione a una bassa attività solare», dice Raimun Muscheler.
E se qualcosa di simile si verificasse oggi?
Le conseguenze potrebbero essere severe.
Oltre alle interruzioni di corrente e al danneggiamento dei satelliti, potrebbe esserci un serio pericolo per il traffico aereo e gli astronauti, nonché il collasso di vari sistemi di comunicazione.
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«Questi giganteschi eventi sono inclusi in relative categorie di rischio», conclude Muscheler, «È della massima importanza studiare in maniera approfondita il tema per comprendere sempre di più a quali rischi vanno incontro le nostre apparecchiature tecnologiche, e quindi proteggerci nel dovuto modo».
Ora, gli autori dello studio, sono concordi sul fatto che è essenziale compiere ulteriori analisi sulle carote di ghiaccio, per spiegare perché una simile tempesta si sia verificata quando il Sole era poco attivo. Forse esiste un diverso scherma rispetto all’ormai conosciuto ciclo di 11 anni della nostra stella, probabilità ora piuttosto concreta.
Fonti:
Release: https://www.lunduniversity.lu.se/article/ancient-ice-reveals-mysterious-solar-storm
Nature Communications (January 2022): “Cosmogenic radionuclides reveal an extreme solar particle storm near a solar minimum 9125 years BP” by Chiara I. Paleari, Florian Mekhaldi, Florian Adolphi, Marcus Christl, Christof Vockenhuber, Philip Gautschi, Jürg Beer, Nicolas Brehm, Tobias Erhardt, Hans-Arno Synal, Lukas Wacker, Frank Wilhelms, Raimund Muscheler.