Prima fa centro di nuovo: trovata la Meteorite di San Valentino
Eccola, è la meteorite di San Valentino!
Lo scorso 14 febbraio un bolide, una meteorona bella grossa, è stata avvistata nei cieli del Sud Italia. Se fino a qualche anno fa un evento come questo raramente portava al ritrovamento di meteoriti, oggi grazie alla rete Prisma, capita sempre più di frequente. È successo per esempio con la meteorite di Cavezzo, raccolta il 4 gennaio 2020 a Modena, ed è successo di nuovo in questi giorni di febbraio, sempre grazie alla rete di Prisma.
Il concetto è semplice in teoria, ma richiede un certo impegno per essere messo in atto: una rete di telecamere all-sky disseminate in tutto il territorio italiano che tengono d’occhio il cielo in ogni momento. Non sai mai quando e dove capiterà la prossima meteora degna di nota. Quando ci sono i presupposti, ossia quando il fenomeno è abbastanza energetico da suggerire che qualche frammento di roccia sia arrivato a Terra, grazie alle telecamere è possibile triangolare il potenziale punto di atterraggio.
Ovviamente questo metodo non permette di trovare il punto di caduta al millimetro, pertanto è comunque necessario organizzare spedizioni ad hoc per andarle a cercare in un’area più o meno estesa, a seconda del numero di telecamere con cui è avvenuta la triangolazione.
La meteorite di San Valentino, dicevo, è stata avvistata nei cieli del Sud Italia, attorno alle 19 di sera del 14 febbraio, tra la Puglia e la Basilicata. Il giorno dopo è stata delineata l’area di ricerca, a nord di Matera. Questa volta però la ricerca è finita ben presto: la meteorite è caduta su un balcone ed è stata segnalata a Prisma da due cittadini di Contrada Rondinelle. Sono stati raccolti oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine più piccoli, riporta Prisma nel comunicato della faccenda. Avrebbe viaggiato a 300 chilometri orari, creando un minuscolo craterino in una piastrella del balcone. Penso in pochi possano dire di avere un cratere da impatto in casa propria.
La quasi totalità delle meteoriti sono rinvenute nei deserti, per via delle favorevoli condizioni climatiche e ottiche. Avere la possibilità di recuperarne in luoghi umidi e per di più fresche fresche di caduta (invece che ben alterate dopo decenni o secoli sulla Terra), è qualcosa di sensazionale dal punto di vista scientifico. Non a caso il 18 febbraio (che poi sarebbe ieri) la meteorite è stata consegnata ai ricercatori di Prisma, che ne faranno le dovute e approfondite analisi per ascoltare le storie che ha da raccontarci sul sistema planetario in cui viviamo.
L’approfondimento sarà sul prossimo numero di Coelum, n°261 da non perdere!
More info: http://www.prisma.inaf.it/
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