La P/2006 T1 (Levy) è l’ultima delle numerose (per l’esattezza 22) comete scoperte da David Levy, uno dei cacciatori di comete di maggior successo nella storia, la più famosa delle quali è di sicuro la Shoemaker-Levy 9, terminata in una serie di vampate di energia, quando i suoi numerosi frammenti precipitarono su Giove nel Luglio 1994. La P/2006 T1, scoperta visualmente il 2 ottobre 2006 con strumentazione amatoriale, ha un afelio molto vicino all’orbita di Giove, e così è destinata anch’essa, se non a precipitare sul gigante gassoso, a ricevere prima o poi da questo un calcione gravitazionale tale da rispedirla in quella incubatrice di comete che è la nube di Oort.
Intanto però si avvicina il prossimo passaggio al perielio, che avverrà il 12 gennaio 2012 (giorno più, giorno meno), quasi in coincidenza col massimo avvicinamento alla Terra, previsto qualche giorno più in là, ad una distanza minima di 27 milioni di km (milione più, milione meno). Purtoppo però, contrariamente a quanto prospettato nel numero 148 di Coelum, non vi sarà nulla di spettacolare: ad una magnitudine stimata di circa 7-8, la cometa (che è di dimensioni alquanto modeste) sarà a stento visibile con un comune binocolo 10×50. Perché allora sprecarsi tanto, visto che tutto sommato le comete “binoculari” non sono affatto rare ?
Una ragione è che in Internet circolano informazioni contrastanti: mentre sui siti più autorevoli (es. http://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi#top ) si trova l’informazione corretta del passaggio a 0,18 U.A. dalla Terra (27 milioni di km), altre fonti, come ad es. la voce italiana di Wikipedia, parlano di un avvicinamento a 0,024 U.A. (3,6 milioni di km). Se così fosse, si tratterebbe davvero di un evento spettacolare, con la cometa nettamente visibile ad occhio nudo (fra gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio) ed una rapidità di spostamento sulla volta celeste percepibile, nel campo di un binocolo, già nell’arco di pochi minuti di osservazione. Quale è l’origine di questa discrepanza, apparentemente davvero clamorosa ?
Me lo sono chiesto anch’io, e così, scavando un po’ in quella miniera di informazioni che è Internet, ho trovato che la previsione dell’eccezionale avvicinamento alla Terra per il Capodanno 2012 è dovuta ad Andrew Lowe, un astronomo dilettante “da tavolino” (e in ciò mio stimatissimo collega), molto noto ed estremamente prolifico nella scoperta di nuovi asteroidi attraversol’esame delle immagini digitalizzate di archivio, provenienti da varie “survey” celesti, come la DSS di Palomar. Il 20 ottobre del 2006, elaborando i dati astrometrici (pubblicati dal Minor Placet Center) delle osservazioni effettuate fra il 2 e il 20 ottobre, Lowe scopre il futuro “incontro ravvicinato” con la Terra e divulga il risultato nella “comet mailing list”, una risorsa Internet utilizzataper lo scambio di informazioni dagli appassionati di comete.
E’ normale che una notizia così ghiotta rimbalzi su vari siti e venga ripresa da varie fonti, cosicché poi le capiti di sopravvivere anche successivamente ad una (molto meno ghiotta) smentita. Un po’ come accade con tante bufale giornalistiche … ma si trattava davvero di una bufala ?
Niente affatto! Come ho potuto verificare “riesumando” le circolari del MPC contenenti le osservazioni disponibili alla data del 20 ottobre 2006, e ripetendo l’elaborazione, i suoi calcoli erano correttissimi. In base a quei dati, si determinava per la cometa un’orbita che la avrebbe portata ad un incontro con la Terra, a cavallo fra il 31 Dicembre 2011 e il 1° Gennaio 2012, a meno di 3,7 milioni di km di distanza. Dove sta allora l’inghippo?