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COSTELLAZIONE DI ANDROMEDA
Nel cielo di ottobre sono quasi tangibili le costellazioni tipiche dell’autunno, che troveremo in prossimità della scia di stelle della Via Lattea settentrionale.
Lungo i sentieri siderali incontriamo la costellazione di Pegaso e Andromeda, due figure che condividono un astro,la stella Sirrah, e che sono protagoniste di grandi miti e leggende.
ANDROMEDA NEL CIELO AUTUNNALE
Affascinante costellazione che brilla nel cielo d’autunno, quella di Andromeda è una figura che investe la volta celeste di miti e leggende concatenate fra loro e ci regala anche uno degli oggetti più belli e conosciuti del profondo cielo: M31, la Galassia di Andromeda.
La costellazione lambisce quasi la scia settentrionale della Via Lattea del Nord ed è individuabile anche grazie all’inconfondibile figura di Cassiopea; la stella più luminosa è Alpheratz (α Andromedae) e insieme alle stelle α, β e λ Pegasi forma un asterismo chiamato Quadrato di Pegaso.
Questa stella un tempo faceva parte della costellazione di Pegaso, con la sigla δ Pegasi, conosciuta anche con il nome Sirrah, dall’arabo “l’ombelico del destriero”.
α Andromedae è situata a 97 anni luce dalla Terra, e anche se ad occhio nudo appare come una stella singola, con una magnitudine apparente pari a +2,06, in realtà è un sistema binario composto da due stelle in orbita stretta tra loro.
OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DI ANDROMEDA
La costellazione è ricca di stelle doppie come π Andromedae, una coppia risolvibile già con un binocolo, e di sistemi multipli come μ Andromedae.
Tuttavia è innegabile che la fama della costellazione sia dovuta all’oggetto che Andromeda ospita e da cui prende il nome: M31 è una grande galassia a spirale barrata che dista circa 2,538 milioni di anni luce dalla Terra e rappresenta l’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo.
Per individuare la Galassia di Andromeda ad occhio nudo è sufficiente recarsi nei luoghi privi inquinamento luminoso, prendere come punti di riferimento Cassiopea e Pegaso e cercare un batuffolino di luce immerso nello sfondo stellato: sarebbe utile l’ausilio di un binocolo per apprezzare un alone più luminoso.
M31 è uno degli oggetti del profondo cielo più amato dagli astrofili e dagli astrofotografi, alla portata anche di principianti, ma è chiaro che per ottenere immagini nitide e dettagliate bisogna affidarsi a telescopi e camere astronomiche, oltre che a diverse fasi di elaborazione e post produzione, in grado di rivelare anche la galassia satellite M32.
La costellazione di Andromeda ospita anche l’ammasso aperto NGC 752, posto verso il confine con il Triangolo e che si mostra ben visibile con l’ausilio di un binocolo.
Nei luoghi caratterizzati da un cielo particolarmente nitido l’ammasso è percepibile anche a occhio nudo.
LA COSTELLAZIONE DI ANDROMEDA NELLA MITOLOGIA
Bellissima ed affascinante fanciulla, Andromeda era figlia dei sovrani di Etiopia Cefeo e Cassiopea, che per un soffio non pagò con la propria vita la superbia di sua madre.
Cassiopea, infatti, osò definire lei e sua figlia molto più belle delle Nereidi, ninfe marine che componevano il corteo di Poseidone.
Il dio del mare colse tale affermazione come un’offesa e provocò una violenta inondazione che travolse il regno dei sovrani, scatenando anche il mostro marino Cetus (la costellazione della Balena) contro le navi commerciali del regno.
Disperati Cefeo e Cassiopea deciso di consultare che gli suggerì di offrire la loro innocente figlia al dio del mare affinché la sua ira venisse placata e il loro regno fosse salvo.
Così Cefeo, addolorato, fu costretto a incatenare la figlia Andromeda sul costone di roccia affinché espiasse con la propria vita le colpe di sua madre.
Fu Perseo a capovolgere le sorti della fanciulla servendosi del cavallo alato Pegaso, sottraendo Andromeda dalle grinfie del mostro marino e restituendole la libertà.
“Come la vide con le braccia legate a una rigida rupe,
Perseo di marmo l’avrebbe creduta se l’aria leggera non avesse
mosso le chiome e le lacrime dagli occhi stilate non fossero,
inconsapevole ne ardeva stupito. Rapito alla vista di
quella bellezza, quasi di battere l’ali si scordava.
Come fu sceso a terra, disse “non meriti codesti ceppi ma quelli che legano amanti tra loro;
dimmi il tuo nome e la patria e perché sei legata”.
Ovidio, Le Metamorfosi, Libro IV
La fanciulla ritrovò la felicità convolando a nozze proprio con il suo eroe.
Quando la giovane Andromeda morì, la dea Atena la tramutò in stelle, collocandola in cielo come costellazione proprio accanto Perseo.