La NASA ipotizza un atterraggio
Atterrare su Europa, la grande luna ghiacciata di Giove? Chissà, un giorno forse sì. Per ora le missioni verso quel mondo lontano prevedono di effettuare dei flyby, dei passaggi ravvicinati in orbita per raccogliere dati sulla superficie e l’atmosfera. é quanto farà la missione JUICE dell’Agenzia Spaziale Europea (lancio previsto nel 2022), dedicata a tutto il sistema gioviamo. Ed è quanto dovrebbe fare, se il progetto proseguirà, una missione americana che invece si concentrerà su Europa, ancora allo studio ma che potrebbe partire poco prima di quella europea.
Intanto però un gruppo di esperti della NASA è stato incaricato di studiare quali obiettivi scientifici, e quali potenzialità, avrebbe una futura missione che prevedesse un atterraggio morbido su Europa, per portarci un lander ed eseguire analisi che dall’orbita sarebbero impossibili. I risultati del lavoro, coordinato da Robert Pappalardo del Jet Propulsion Laboratory della NASA, sono appena stati pubblicati sulla rivista Astrobiology, e parlano chiaro. Europa è un mondo potenzialmente abitabile, e varrebbe davvero la pena di inviarci un lander, che sarebbe l’unico modo per confermare senza ombra di dubbio se abitabile lo è davvero.
Ciò che rende Europa così interessante per chi cerca vita su altri pianeti sono i molti indizi della presenza di un oceano di acqua liquida al di sotto dello strato di ghiaccio che ricopre la superficie. Missioni come Juice potrebbero appurare l’effettiva presenza e le dimensioni di questo oceano, ma per rendere il pianeta effettivamente adatto alla vita occorrerebbe trovare almeno altre due condizioni: una fonte di energia che consenta di creare e mantenere molecole complesse e processi biochimici su cui si basa la vita (sulla Terra è la luce visibile e infrarossa che arriva dal Sole); e le materie prime della biosintesi, ruolo che sulla Terra è affidato a carbonio, ossigeno, idrogeno, fosforo e zolfo.
Un lander a caccia di vita su Europa dovrebbe prima di tutto studiare composizione e chimica dell’oceano di acqua, sulla carta un ambiente ideale per la comparsa di vita, ma solo col giusto mix di salinità e presenza di altri elementi utili alla biochimica; dovrebbe poi capire quanta energia arrivi effettivamente all’oceano di acqua, e se lì venga in qualche modo immagazzinata in specie chimiche che la mettano a disposizioni per processi biologici, come fanno gli ossidanti sulla Terra. Quanto alla chimica, si pensa che tanto il processo di formazione di Europa quanto il bombardamento di oggetti esterni subito in seguito abbiano messo a disposizione gli elementi fondamentali che consentirebbero la comparsa di vita simile a quella terrestre, ma anche questo si potrebbe verificare solo con un lander.
In ogni caso, la principale priorità del lander sarebbe quella di raccogliere campioni di acqua non ghiacciata ad almeno due profondità diverse (sotto i 2 centimetri e tra i 5 e i 10 centimetri) per studiare in dettaglio composizione e chimica, salinità, presenza di materiali organici. Altra priorità sarebbe effettuare misure sismologiche e del campo magnetico per stimare spessore e dimensioni del manto ghiacciato e dell’oceano liquido. Infine, un lander potrebbe perlustrare un’area ristretta di particolare interesse geologico per studiare quali processi (il movimento delle acque piuttosto che gli impatti di asteroidi) abbiano determinato le caratteristiche superficiali della luna. Anche questo fattore, infatti, è decisivo per comprendere se Europa sia o meno abitabile, visto che un pianeta troppo “movimentato” potrebbe risultare inadatto alla comparsa della vita, anche in presenza delle giuste condizioni chimiche.
Per saperne di più:
- Leggi “Science Potential from a Europa Lander” di R.T. Pappalardo et al, su Astrobiology
A caccia di vita speriamo.. anche se la trovassero non ce lo direbbero .. voglio sperare di saperlo un giorno.. impossibile essere gli unici esseri viventi in questo universo . .