Non è la prima volta, ma è sempre suggestivo osservare qualche evento improvviso in quello che, solo in apparenza, sembra essere un ambiente quieto in cui qualsiasi movimento appare lento e continuo.
Così, attorno alle 22:39 TU, della sera del 13 settembre (le 00:39 del 14 per noi italiani), è stato osservato un bagliore su Giove, della durata di pochissimi istanti, forse un paio di secondi (per quanto da Terra si possa vedere). Il bagliore potrebbe essere stato causato da un impatto di un asteroide nell’atmosfera del pianeta.
Impact Flash on Jupiter confirmed by at least 2 amateur astronomers: H. Paleske in Germany & by J.P. Arnould in France. See attached images & for more info about past Jupiter impact events: https://t.co/VIpSt2TQfn #astronomy #jupiter #impact pic.twitter.com/0kMP7iRMao
— Ernesto Guido (@comets77) September 14, 2021
La prima segnalazione viene dal brasiliano José Luis Pereira, che da anni monitora il pianeta con il suo newtoniano da 275mm (f/5.3), proprio nella speranza di cogliere questo tipo di eventi. Dopo aver notato qualcosa in un suo video, nonostante le condizioni metereologiche non fossero delle migliori, ha ottenuto una conferma della presenza di un transiente grazie al software DeTeCt – un utile strumento open source a disposizione degli astrofili, ideato da Marc Delcroix per un progetto di ricerca di transienti di questo tipo nelle riprese video di Giove e Saturno.
In un secondo momento è arrivata anche voce della segnalazione di Harald Paleske, astrofilo tedesco che ha ripreso una sequenza di immagini con il suo telescopio da 41 cm.
Resta il dubbio che possa trattarsi di qualcosa di esterno, ma sovrapposto visualmente, all’atmosfera del pianeta (o addirittura interno all’atmosfera terrestre) ma, se confermato, si tratterebbe dell’ottavo impatto individuato da quando, nel 1994, venne osservata la sequenza di impatti della cometa Shoemaker-Levey 9. In quel caso l’impatto in realtà non fu direttamente visibile, essendo avvenuto nel lato in quel momento nascosto del volto di Giove, ma venne preannunciato dagli scopritori stessi e i frammenti che impattarono l’atmosfera di Giove la segnarono per diversi mesi, prima che le tracce venissero assorbite dalle nubi stesse.
Al momento quindi la comunità di astronomi amatoriali è impegnata non solo a visionare immagini e video di quei momenti per trovare traccia del bagliore, ma è anche invitata alla ricerca di segni lasciati dal presunto impatto, che potrebbero essere apparsi, o apparire in queste notti, per confermare la natura del bagliore.
Giove è infatti a meno di un mese dalla sua opposizione al Sole, e l’impatto è avvenuto nel momento di un passaggio della luna Io sul disco di Giove, che normalmente attira gli astrofotografi sempre pronti a riprendere questo tipo di eventi nel periodo di miglior osservabilità del pianeta. Tutti particolari che aumentano la probabilità di avere immagini proprio di quell’istante. State già cercando?!
Non è però facile indicare l’esatto punto in cui cercare. Poiché l’atmosfera gioviana non è, ovviamente, un corpo rigido, nella rotazione del pianeta (più del doppio di quella terrestre, il giorno gioviano dura circa 10 ore) le nubi vengono “trascinate” a velocità diverse in base alla latitudine. Le regioni equatoriali infatti ruotano più velocemente di quelle polari, tanto che per le longitudini gioviane si utilizzano ben tre diversi sistemi di coordinate: il primo (Sistema I) per punti all’interno di una fascia di 10° sopra e sotto l’equatore, il secondo per latitudini maggiori e il terzo basato sulla rotazione del pianeta e della sua magnetosfera. Generalmente però vengono indicate tutte e tre le longitudini.
Nel caso dell’impatto ripreso da Pereira le indicazioni sono per la latitudine –5,5° mentre per le longitudini, rispettivamente L1, L2 e L3: 105,7° nel Sistema I; 83,3° nel Sistema II; e 273,4° nel Sistema III. Per rintracciare il punto di impatto a giorni di distanza (il “segno” potrebbe rendersi visibile anche qualche giorno dopo) si dovrà valutare un margine di errore nella posizione.
Se un segno sarà presente non dovrebbe comunque essere difficile individuarlo, si tratta infatti di osservare uno spot scuro in una fascia fortunatamente di colore chiaro nei pressi dell’equatore del pianeta.
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