“Earthrise” (in italiano Sorgere della Terra) è il nome di questa bellissima fotografia scattata il primo febbraio 2014 dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA. Crediti: NASA/GSFC/ARIZONA STATE UNIVERSITY

“Earthrise”, scattata il 24 dicembre 1968. Si vede la Terra, parzialmente in ombra, con in primo piano la superficie lunare. L’immagine fu ripresa dall’orbita lunare in quanto la missione non atterrò mai sul satellite rimanendo sempre in orbita. Crediti: NASA / Bill Anders

Era il 24 dicembre del 1968 quando l’astronauta dell’Apollo 8 William Anders scattò l’ormai celebre foto “Earthrise”, in cui si vede il nostro pianeta “sorgere” dai crateri della Luna. Una delle foto più belle e influenti mai scattate. Quarantasei anni dopo, gli esperti della NASA hanno deciso di replicare lo scatto tramite gli obiettivi del Lunar Reconnaissance Orbiter.

L’immagine che vedete qui sopra è stata scattata il primo febbraio di quest’anno per un caso fortuito, come spesso accade nello spazio. L’orbiter ha puntato per un momento la sua fotocamera (LROC) lontano dalla superficie lunare per ricalibrare la sua posizione. Durante queste operazioni è raro che accada qualcosa. Questa volta però la Terra si trovava proprio nel campo visivo della wide-angle camera (WAC) permettendo agli studiosi di realizzare questo meraviglioso scatto.

L’immagine è il risultato di un montaggio di diversi scatti realizzati a differenti lunghezze d’onda della luce. Quello che appare nell’immagine è proprio ciò che vedremmo dalla Luna se ci trovassimo lì: la luminosità e i colori vividi del nostro pianeta sono esattamente quelli che vedremmo con i nostri occhi a 349mila chilometri di distanza. Il giorno prima dello scatto la Luna si trovava al suo perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra.

Anche se lo si potrebbe pensare, vista dalla Luna la Terra in realtà non “sorge” come il Sole visto dal nostro pianeta. Poiché la Luna ci mostra più o meno sempre la stessa faccia, la Terra vista da un osservatore su suolo lunare rimane sempre più o meno nella stessa posizione nel cielo. L’effetto del “sorgere” dell’animazione in basso è invece dato dal movimento di LRO  lungo la sua orbita.

Sempre nell’animazione in alto è possibile anche vedere come lavora la WAC scattando immagini con diversi filtri in sequenza: gli obiettivi montati sulle camere dell’orbiter non scattano infatti fotografie come faremmo noi sulla Terra con lo smartphone o con una camera digitale “normale”, ma raccolgono dati in differenti lunghezze d’onda contemporaneamente (le righe nere corrispondono alla reale separazione sul CCD tra un filtro e l’altro della WAC).